«I normali cittadini sono obbligati e perseguiti al pagamento di tasse e tributi e i poteri forti vengono graziati». Reagisce così l’assessore al Bilancio del Comune di Gela, Fabrizio Morello, davanti all’ipotesi sempre più verosimile di una detassazione delle piattaforme petrolifere proposta dal governo nazionale e in corso di approvazione nell’ambito della manovra di correzione alla Finanziaria.
A puntare l’attenzione contro la norma che riguarda il pagamento di Imu e Tasi è stato due giorni fa l’Anci, sottolineando i danni che una misura del genere potrebbe arrecare alle casse degli enti locali. Sono, infatti, diversi i Comuni che hanno confidato nella possibilità di potere riscuotere i due tributi da parte delle compagnie petrolifere, specialmente dopo che la Cassazione si è pronunciata favorevolmente davanti ai ricorsi presentati da alcune amministrazioni. Opportunità che potrebbe tramontare se passasse l’interpretazione autentica, proposta dal governo Gentiloni, norma che per natura avrebbe valore retroattivo. «Vivi complimenti a questo governo che conferma ancora una volta cosa significhi esercitare il potere mostrando di essere forte coi deboli e debole con i forti – dichiara Morello -. Mentre Eni ed Edison, a seguito delle sentenze in Cassazione, stanno negoziando quanto versare ai Comuni, Gela compresa, per l’arretrato Ici, Imu e Tasi, in senato introducono un articolo alla manovrina correttiva, con il quale si cerca di sollevare del tutto dall’imposizione fiscale i colossi petroliferi, anche per il passato».
L’assessore parla poi delle conseguenze che tale esenzione fiscale determinerebbe. «Si impoveriranno i servizi che potrebbero essere offerti ai cittadini – sottolinea -. Quella che appariva una benedizione per i bilanci dei Comuni coinvolti rischia di trasformarsi in una vera e propria beffa. La cosa che più rammarica è che sull’altare delle ragioni di Stato vengano sacrificati soprattutto i servizi dopo l’impoverimento sancito dai continui tagli ai trasferimenti nazionali e regionali che stanno trascinando molti comuni al dissesto finanziario».
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