La crisi del settore edile a Palermo: flash mob e manifestazione davanti la Prefettura

PESANTISSIMI I ‘NUMERI’ DELLA CRISI FORNITI DALLA FILLEA CGIL: SU 20 MILA ADDETTI DEL 2008 SI E’ PASSATI 12 MILA ADDETTI. ALTRI 2 MILA LAVORATORI HANNO PERSO IL LAVORO QUEST’ANNO, IN ASSOLUTO IL PEGGIORE DI TUTTI, ALTRI 2 MILA LAVORATORI PERDERANNO IL POSTO. L’ELENCO DELLE OPERE PUBBLICHE BLOCCATE

Fa impressione leggere, uno dopo l’altro, il comunicato della Fillea, il sindacato dei lavoratori edili di Cgil, e quello dell’Ance, l’associazione dei costruttori. Il primo annuncia una manifestazione per l’occupazione per mercoledì 2 ottobre, ricordando i diecimila posti di lavoro persi tra Palermo e provincia nei 6 anni tra il 2008 e quest’anno nel settore dell’edilizia; l’altro spiega che in Sicilia sarebbero realizzabili opere pubbliche per un importo complessivo di circa 10 miliardi di euro tramite apporto di capitali privati.

“In un periodo di tagli ai trasferimenti per gli enti locali, il coinvolgimento di capitali privati nella modernizzazione dei tessuti urbani e dei servizi pubblici è un’occasione preziosa”, scrivono gli imprenditori edili in una nota. Ancor più preziosa, considerando che gli enti locali non bandiscono più gare d’appalto. Nel 2013, secondo i dati forniti dalla stessa Ance, in Sicilia è stata registrata una caduta del 44% delle gare d’appalto. Rimangono in corso lavori per un valore di appena 196 milioni, buona parte dei quali concentrati in appena 4 opere. Mentre, rivela sempre l’Ance, in Sicilia ci sono opere pubbliche bloccate per un valore di 5,5 miliardi.

Un blocco che ha contribuito a determinare l’emorragia di posti in un settore che rappresenta il 30% dell’economia produttiva. “La crisi del settore delle costruzioni nella provincia di Palermo- dice Mario Ridulfo, segretario generale della Fillea Cgil di Palermo – ha toccato numeri mai visti. Dei quasi ventimila addetti censiti in cassa edile nel 2008 si è passati ai poco più di dodicimila nel 2012, quasi ottomila unità in meno. Il 2013 è stato senza dubbio l’anno peggiore e la previsione è la chiusura dell’anno edile (30 settembre) con una perdita di altre duemila unità”.

La Fillea Cgil ha organizzato per mercoledì 2 ottobre una manifestazione degli operai dei “Comitati per il lavoro edile” . La manifestazione sarà articolata in due momenti: alle ore 9,30 in piazza Vittorio Emanuele Orlando, davanti al palazzo di Giustizia, ci sarà un concentramento e un “flash mob” per ricordare gli edili morti nei cantieri o per la mancanza di lavoro, per cui si chiede giustizia. Alle 10,30 partirà un corteo diretto in Prefettura per consegnare al nuovo prefetto di Palermo le richieste e i “curriculum vitae” degli operai disoccupati.

“Gli operai edili disoccupati in tutta la provincia che non riescono più a trovare una nuova occupazione sono migliaia. Alcuni ormai da anni vivono in una condizione di disagio e a volte di conclamata indigenza. E per questi è necessario, secondo la Fillea, prevedere un sostegno straordinario al reddito. Chiediamo giustizia e lavoro – continua Ridulfo – e per questo andiamo simbolicamente sotto il palazzo di Giustizia e poi dal rappresentante del governo nazionale a Palermo. Il paradosso è che ci potrebbero essere le condizioni per alleviare tale disagio».

Il sindacato punta i riflettori proprio sulle opere pubbliche già finanziate, che però non hanno mai visto la posa della prima pietra o, in qualche caso, della seconda. Opere che potrebbero migliorare i servizi e la vivibilità della nostra città e consentire di recuperare centinaia di posti di lavoro. La Fillea Cgil ricorda alcuni dei tanti cantieri che tardano ad avviarsi: l’ Anello ferroviario” (chiusura e collegamento Porto – stazione Centrale), il raddoppio ferroviario nella tratta Castelbuono–Cefalù, il collettore fognario, la tratta B del passante ferroviario, il sottopasso di via Perpignano, il raddoppio del Ponte Corleone, l’ammodernamento della SS121 Palermo-Agrigento, la tratta Bolognetta-Lercara.

In ritardo la ripresa dei lavori al raddoppio ferroviario Ogliastrillo–Fiumetorto, per altri, come l’ammodernamento del Policlinico Universitario, semplici complicazioni impediscono l’avvio a regime del cantiere. “Siamo fortemente convinti – dicono al sindacato – che occorre mettere al centro della agenda politica e di governo il lavoro edile. Occorre a nostro avviso attivare in Prefettura un osservatorio permanente che contribuisca a monitorare lo stato di attuazione dei cantieri per le opere pubbliche, anche al fine di prevenire o superare difficoltà».

La musica non è diversa, nelle altre province siciliane. Basti pensare che in realtà come Ragusa o Siracusa, il numero di appalti pubblici è crollato fino a -90%.

A scuotere e a motivare le pubbliche amministrazioni dalle difficoltà a reperire risorse ma anche dal loro immobilismo nello sbloccare quelle che ci sono, ci prova l’Ance che spiega come si arrivi al calcolo dei 10 miliardi di opere pubbliche attivabili attraverso il ricorso ai privati: 7,77 miliardi – spiega una nota dell’associazione dei costruttori sono potenzialmente reperibili tramite operazioni di project financing (costruzione e gestione a carico dei privati) e riguardano i 33 Comuni siciliani con popolazione superiore a 30 mila abitanti, più Enna e Termini Imerese (media per abitante 2.829,37 euro); altri 2,23 miliardi sono attivabili tramite il partenariato pubblico-privato (co-finanziamento per attingere a fondi europei).

Quanto al project financing, ben 3 miliardi e 518 milioni di euro sono già inseriti nei Piani triennali opere pubbliche di 9 dei 35 Comuni suddetti, secondo quanto emerge dall’analisi dell’Osservatorio opere pubbliche dell’Ance Sicilia, condotta sui Piani triennali approvati dai Comuni, sui Piani di risanamento e sulle iniziative di sviluppo urbanistico aperte al mercato.

Qualcosa si muove, sempre secondo l’Ance, a Palermo, dove si potrebbero sbloccare opere per 433 milioni di euro, e a Catania, dove le risorse attivabili in project financing sarebbero addirittura 2 miliardi e 710 milioni. “I sindaci di Palermo, Leoluca Orlando, e di Catania, Enzo Bianco, hanno avviato un positivo confronto con l’Ance Sicilia nell’ottica di creare le migliori condizioni per attirare e rendere convenienti investimenti privati in interventi di risanamento, recupero e valorizzazione di aree degradate a fini residenziali, di mobilità sostenibile e di tutela ambientale.

La Giunta Orlando, in particolare, ha deliberato la messa a disposizione di tutte le aree comunali libere e sta rimodulando il vecchio piano parcheggi per renderne economicamente sostenibile la realizzazione e gestione in project financing.

Il sindaco Bianco, da parte sua, nel corso del recente incontro con la delegazione di Ance Sicilia guidata dal presidente Salvo Ferlito, si è reso disponibile a favorire ogni iniziativa finalizzata al coinvolgimento di imprenditori privati nella progettazione di opere con attivazione di fondi europei nonché a coinvolgere i privati nella realizzazione di alcuni interventi inseriti nel piano triennale e di opere di risanamento e di messa in sicurezza di edifici pubblici. “Auspichiamo – ha detto Salvo Ferlito, presidente di Ance Sicilia – che siano sempre più numerosi i sindaci siciliani disposti ad aprirsi alla sinergia con le imprese per costruire e gestire insieme le nuove opportunità di servizi collettivi che è giusto offrire alle nostre comunità, allineando le nostre città agli standard medi europei di dotazione tecnologica e infrastrutturale e di qualità della vita”.

 

 

 

 

 

Stanislao Lauricina

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