Il tecnico è contento a metà per la sconfitta per 1-0 rimediata sul campo del Catanzaro e che ha sancito l'eliminazione del Palermo agli ottavi della Coppa Italia di C. A mettere il bastone tra le ruote è stato nuovamente un ex attaccante della Primavera rosanero
La Coppa ha un sapore amaro, rosa eliminati Filippi: «Buona prestazione ma non basta»
Ha un sapore amaro la Coppa con la quale il Palermo avrebbe voluto rifarsi il palato in seguito al pari beffa rimediato domenica al Barbera contro l’Avellino. Ironia della sorte, a rovinare il gusto della giornata ci ha pensato nuovamente un ex attaccante della Primavera rosanero. Dopo Plescia, protagonista (in negativo, però, sul piano etico dato che le immagini televisive certificano che non c’è stato alcun contatto tra lui e il difensore) in occasione del rigore trasformato da Tito domenica nel match contro gli irpini, il nuovo guastafeste ha il volto di Davis Curiale, centravanti del Catanzaro il cui gol – al 67esimo con una conclusione di destro in torsione sul secondo palo da posizione defilata – ha sancito l’eliminazione della compagine di Filippi agli ottavi di finale della Coppa Italia di serie C. Allo stadio Ceravolo, dove era presente anche il gruppo della Curva Nord 12 che domenica durante la partita alla quale hanno assistito 7.689 spettatori ha esibito lo striscione La Sicilia annega ma non si piega. Non mollate ribadendo la solidarietà dei palermitani alla città di Catania colpita dall’alluvione, la rete dell’attaccante giallorosso ha rotto l’equilibrio di una sfida che si è sviluppata su ritmi non particolarmente sostenuti e nella quale i due allenatori hanno dato spazio soprattutto a quei giocatori che finora hanno avuto meno occasioni per mettersi in mostra.
«Dalla squadra ho ricevuto buonissime risposte – ha dichiarato nel post-partita il tecnico Filippi – ed è un aspetto molto positivo il fatto che anche con l’impiego di elementi che finora hanno trovato meno spazio, il collettivo mantiene lo stesso livello di competitività. Resta, però, il rammarico di avere fatto una buona prestazione senza portare a casa il risultato». Al netto del successo ottenuto a metà settembre al Barbera proprio in Coppa Italia contro il Monopoli che allo stato attuale è secondo in classifica in campionato con due punti di vantaggio sul terzetto di cui fa parte anche il Palermo, la gara odierna ha ribadito che in questo primo segmento della stagione i rosanero stentano contro le dirette concorrenti: «Ma io – spiega Filippi – sono soddisfatto per il modo in cui abbiamo gestito il pallone per 70 minuti e per la maniera con la quale abbiamo cercato di impensierire l’avversario. Sono arrabbiato, invece, perché dopo avere subìto il gol abbiamo iniziato a giocare in forma individuale e questo non mi è piaciuto. Cosa ci è mancato? Non abbiamo avuto la stessa intensità e determinazione mostrate domenica contro l’Avellino in una gara in cui ci siamo fatti trovare pronti in ogni duello. Se avessimo avuto la stessa ferocia e la stessa voglia di segnare ad ogni costo sono convinto che avremmo vinto. Abbiamo fatto la prestazione ma non basta. La prestazione non è sufficiente da sola senza il risultato. Se non lo capiamo c’è il rischio che ci abituiamo a qualcosa che a me non piace».
Se si parla di rammarico è impossibile, nel caso specifico, non associare questo termine al profilo di Samuele Massolo, secondo portiere impiegato finora solo in Coppa Italia e che adesso, di conseguenza, rischia di avere davvero pochi spiragli in campionato: «C’è tanto rammarico anche perché tutti ci tenevamo moltissimo ad andare avanti in questa competizione che avrebbe potuto darci delle agevolazioni in caso di eventuali playoff – ha ammesso il vice Pelagotti – la nostra è stata una partita discreta nell’ambito di un match deciso da un episodio. Il gol devo rivederlo ma la sensazione dal campo è che Curiale sia stato molto bravo a trovare lo spazio per girarsi (e anche in questa circostanza, come domenica, c’è la complicità del difensore rosanero Peretti schierato inizialmente come centrale in una difesa a tre in un 3-4-2-1 con le fasce a centrocampo presidiate da un Almici ancora in ritardo di condizione e da Crivello che non figurava nell’undici titolare dallo scorso febbraio) e calciare da posizione defilata. I miei obiettivi a titolo personale? Premettendo che un obiettivo l’ho già raggiunto ed è quello di far parte di una squadra importante come il Palermo, cercherò di mettere il mister in difficoltà nelle scelte e di farmi trovare pronto tutte le volte in cui in campionato l’allenatore deciderà di chiamarmi in causa».