La chisura de L’Unità e l’indifferenza di Renzi e del PD

CON MOLTA PROBABILITA’, IN QUESTE ORE, ANTONIO GRAMSCI, FONDATORE DI QUESTO GIORNALE, SI STA RIVOLTANDO NELLA TOMBA

Dopo 90 anni chiude L’Unità, il giornale di Antonio Gramsci che fu organo del PCI e che per quasi un secolo ha scandito i tempi della storia e della politica in Italia.

La sopravvivenza di questo giornale simbolo della sinistra non interessa più nessuno, anzi fa parte di un preciso disegno per cui in Italia le voci del pluralismo dell’informazione non devono avere più diritto di cittadinanza e quindi costrette ad operare in spazi più ridotti. E chiudere L’Unità zittendo questa voce, si potrebbe legittimamente pensare faccia parte di questo disegno.

Renzi e il PD cosa fanno? Tacciono indifferenti. Ci auguriamo che, tutti presi a dialogare con Berlusconi e Verdini, non si dimentichino del loro giornale e si attivino a rilanciarlo, per il bene della libera informazione ,trovando le opportune soluzioni. Altrimenti saremmo indotti a pensare che anch’essi facciano parte di quel diabolico disegno sancito nel sottoscala del Nazareno tendente a zittire la sinistra, negando il diritto all’esistenza ad una libera voce come la storica testata dell’Unità e con ciò facendo rivoltare nella tomba il suo fondatore Antonio Gramsci.

Gramsci, a proposito di indifferenza e indifferenti – avvertimento che oggi potrebbe essere rivolto a Renzi e soci – così scriveva nel lontano febbraio del 1917: “Odio gli indifferenti. L’indifferenza è abulia, è parassitismo è vigliaccheria, non è vita perciò odio gli indifferenti. L’indifferenza è un peso morto della storia. Odio gli indifferenti perché mi da fastidio il loro piagnisteo di eterni innocenti . Chiedo conto a ognuno di loro come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di potere essere inesorabile, di non dovere sprecare la mia pietà e di non dovere spartire con loro le mie lacrime: perciò odio gli indifferenti”.

Nell’esprimere, da collega, la più profonda solidarietà agli 80 giornalisti de L’Unità che per questi mesi hanno resistito senza stipendio e con enormi sacrifici all’interno del loro giornale mi auguro che, alla fine, Renzi e il PD dimostrandosi degni eredi del fondatore di questo giornale e smentendo chi pensa male di loro (a pensar male si fa peccato, diceva il divo Giulio, ma spesso ci si azzecca) trovino le adeguate soluzioni per la sopravvivenza di uno strumento d’informazione che è stato da sempre una voce fondamentale ed una bandiera del mondo dei giornali del nostro paese.

In caso contrario, rimanendo indifferenti, Renzi e “compagni” si attirerebbero, facendolo ancor più rivoltare nella tomba, l’odio postumo ed eterno di chi giustamente come Antonio Gramsci ebbe a definire odiosa e odiosi l’indifferenza e gli indifferenti.

 

Ignazio Coppola

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