La canzone No Triv dedicata a Crocetta «Caro presidente, avemu sulu u mari»

«Presidente, chistu è lu malu chi fari». Trivella il mare perché si annoia. È la diagnosi che i
Pachira, band dell’Agrigentino, fanno del presidente Rosario Crocetta, che non si è espresso contro quell’articolo del decreto Sblocca Italia che permette al governo di autorizzare, al posto delle Regioni, le trivellazioni per la ricerca di gas e petrolio. Un silenzio tanto più rilevante se si considera che uno dei progetti sottomarini più importanti in Italia è stato presentato dall’Eni e prevede l’installazione di impianti in uno specchio di mare che parte da Ragusa, passa per Gela e arriva fino a Licata. Che è il Comune in cui è nato e vive Giuseppe Malfitano, voce e chitarra del gruppo che, lo scorso 2 giugno, ha lanciato il singolo Crocetta e le trivelle. A sostegno del comitato NoTriv Licata e di Greenpeace, da sempre in prima linea contro le eventuali estrazioni petrolifere nel Canale di Sicilia. «Ci è rimasto solo il mare e vogliono toglierci pure quello», sorride il licatese Malfitano, 30 anni e fondatore dei Pachira ormai dieci anni fa.

Un video ironico e una canzone leggera su un tema serissimo. Forse è anche per questo che a meno di una settimana dal lancio su Youtube sono già state superate le cinquemila visualizzazioni. «Non è male, considerando che siamo una band indipendente e non stiamo con nessuna etichetta – prosegue l’artista – È il terzo singolo di un album di 12 tracce inedite che uscirà a metà luglio». Il quarto lavoro discografico di un gruppo che ha trovato la sua formazione definitiva da cinque anni. Oltre a Giuseppe Malfitano, ci sono
Emanuele Gattuso (tastiere), Giuseppe Abbruscato (batteria), Salvatore Cani (basso) e Francesco Sottile (chitarra elettrica). Tutti giovani tra i 27 e i 30 anni e la residenza tra Licata, Ravanusa e Campobello di Licata. «Ci chiamiamo Pachira come una pianta particolare, che ha il fusto fatto di diversi tronchi intrecciati. Ma poi fanno nascere tutti delle foglie verdissime: un po’ come noi. Siamo persone tutte diverse, ciascuna con la propria storia, ma abbiamo un fine comune». Cioè vivere di musica. E lo stanno realizzando.

Per esempio, sono tornati da poco da un tour lungo
21 giorni e fitto di esibizioni. «Ne abbiamo fatta quasi una ogni sera. Siamo partiti all’avventura, con un furgoncino. Lo abbiamo chiamato Zingaro tour anche per promuovere il nostro secondo singolo, Amore zingaro, appunto», continua il cantante. Il primo estratto dell’ultimo lp, invece, era stato Bedda, in collaborazione con Peppe Cubeta, dei Qbeta. «Nel disco c’è anche un altro pezzo con un grande artista. È L’isola dei conigli, con Tony Canto». Un altro brano che parla di attualità: «Sono rimasto molto colpito dalla storia di un migrante – racconta Giuseppe Malfitano, che scrive da solo tutti i testi delle canzoni – Lui e sua moglie avevano pagato entrambi il viaggio sul barcone. Era partita prima lei e poi lui, con l’obiettivo di ritrovarsi a Lampedusa. Quando lui è arrivato e l’ha cercata, ha scoperto che la donna che amava era rimasta uccisa in una tragedia del mare. Sono rimasto spiazzato».

«Non ci possiamo definire una band impegnata. Noi facciamo pezzi divertenti e pezzi seri, ma non parliamo sempre di temi sociali. Però viviamo in questo mondo, sentiamo quello che succede tutti i giorni. Ci sono volte che proprio non puoi evitare di legarti all’attualità. Per esempio,
Crocetta e le trivelle viene da un fatto che ci tocca in prima persona: sono le nostre coste, è il nostro mare. Era un modo diverso per non restare a guardare e dire la nostra opinione, nel modo che sappiamo fare meglio». Stesso discorso vale per un altro inedito che farà parte del nuovo album dei Pachira, Hanno arrestato il sindaco: «Il Comune di Licata è commissariato, sono stati arrestati due sindaci uno dietro l’altro. La situazione era troppo paradossale per non parlarne».

Adesso per i cinque giovani comincia la fase di promozione del singolo su Crocetta. In attesa della promozione del disco intero, che comincerà probabilmente a settembre. «Stiamo tutti nell’Agrigentino, ma le nostre vite ci hanno portati un po’ qua e un po’ là – conclude Giuseppe Malfitano – Avere una base in un posto piccolo ti permette tante cose che è difficile ottenere nelle grandi città. D’altro canto, le possibilità sono di meno. Insomma, il discorso lo conosciamo tutti. Ma
intanto andiamo avanti. Siamo ancora nella fase dei locali e delle piazze. Ma campiamo di quello che ci piace fare. E questo è il bello».


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