«Il cambiamento di una donna parte dalla testa. Non a caso, quando una donna è in crisi va dal parrucchiere per sentirsi diversa. Nuova. Anche se poi tutto resta uguale». Così Teresa Capuano, 29enne cantautrice catanese, ha presentato il 3 ottobre alla libreria Feltrinelli uno dei brani estratti dal suo primo disco Farfalla a valvole. Un concept album che include nove canzoni e racconta il viaggio di una donna attraverso difficoltà e delusioni, la vendetta e poi il perdono. Ma anche sogni, speranze e voglia di cambiamento. «Un disco che – racconta l’artista – è il frutto di tanto lavoro e di un’evoluzione artistica e personale».
«Sono cresciuta un po’ alla volta e sempre da sola, promotrice di me stessa», racconta Teresa, in arte Katres. «Oggi più che mai è difficile riuscire a fare ciò che ci piace e seguire le proprie passioni. Per questo ci vuole moltissima costanza e determinazione. Non sempre i risultati arrivano subito. I sacrifici da fare non mancano ma soprattutto bisogna credere in se stessi», dice. Un pensiero che attraversa l’intero disco e si chiude con Bianco elettrico, «canzone scritta nel momento in cui avevo deciso di abbandonare la musica», racconta. «Lo stesso periodo in cui, per una serie di coincidenze, ho conosciuto la cantautrice Bianca dAponte a cui ho dedicato l’album, che rappresenta la mia ripartenza».
«A livello professionale – continua – sono stati molto importanti i concorsi musicali a cui ho partecipato negli anni. Traguardo dopo traguardo, ho capito che valeva la pena andare avanti e continuare a provare». Tra tutti il premio Best songwriter al Demo’s lady Award, indetto dal programma Demo di Radio 1 Rai, che nel 2010 le offre l’opportunità di salire su palchi importanti e aprire i concerti di Nicolò Fabi, Max Gazzè, Roy Paci. Da lì, nel 2013, la partecipazione al talent show The voice of Italy tra i cantanti del gruppo capitanato da Noemi. E, a poco tempo dall’uscita del disco, il singolo Coiffeur, viene trasmesso dal canale musicale Mtv.
Una percorso lungo, quello della giovane cantautrice, che però inizia presto. Ha appena dodici anni quando impugna per la prima volta una chitarra. Lo strumento che l’accompagna da sempre e che fa da unico sfondo musicale per l’intero l’album. Ma il percorso di Teresa è trasversale e passa per i luoghi che l’hanno vista crescere e cambiare. Dalla Sicilia alla Campania, passando per la capitale dove vive attualmente, senza dimenticare il profondo legame con le sue origini. «Mi sento tanto catanese quanto napoletana», dice. Sono nata a Catania, dove per abitudine trascorrevo, ogni estate, le mie vacanze. Qui ho tanti amici e parenti. A Napoli invece sono cresciuta. Posso dire che mi sento cittadina della terra che sta tra i due vulcani. Cittadina del Sud». Ma sul futuro non si sbilancia. «Vivo a Roma per lavoro da diverso tempo e non escludo che potrei spostarmi», dice. Quanto al lavoro, invece, non perde tempo. «Questo primo disco raccoglie brani scritti due anni fa e rappresenta il percorso che mi ha portato fino a qui. Se porterà ad un nuovo cambiamento nella mia vita, chi può dirlo. Io ho già pronto il materiale per un altro album», sorride.
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