«In America c'era lui e in Italia avevamo Franco e Ciccio»: Giuseppe Li Causi ripercorre i legami tra i comici. E annuncia di stare lavorando a uno spazio museale dove esporre gli abiti di scena e gli effetti personali, donati dai figli della coppia artistica. Insieme a uno spazio multimediale dedicato ai giovani
Jerry Lewis e le connessioni col nostro Franco Franchi L’esperto: «Citò il palermitano anche in un’intervista»
La morte del grande attore americano Jerry Lewis, a 91 anni, ha commosso l’opinione pubblica mondiale. Ma c’è un collega italiano, quasi suo coetaneo, che è altrettanto nei cuori degli spettatori italiani: si tratta di Franco Franchi, che ha parecchi punti in comune con uno dei più apprezzati e riconosciuti artisti dello spettacolo a livello mondiale. A partire dalle smorfie facciali e dalle imitazioni che hanno reso entrambi così celebri. Anche Jerry Lewis divenne famoso grazie alla formazione della coppia con Dean Martin, così come poi sia Franchi che Lewis tentarono la carriera solista: ma in questo caso l’attore americano ebbe decisamente più fortuna rispetto al collega palermitano. Nel racconto di Giuseppe Li Causi, lo storico e appassionato del duo comico, i punti di connessione sono tanti.
«In una intervista lo stesso Jerry Lewis citò Franco e Ciccio – ricorda -. E poi anche Franco recitava spesso a cappella, improvvisando. Anche lui piaceva ai bambini, basti pensare al suo ruolo nello sceneggiato di Comencini su Pinocchio. È vero che Jerry Lewis ebbe una vita più dissoluta (quattro bypass coronarici, il diabete, un cancro alla prostata asportato e una fibrosi polmonare, la meningite … ndr) ma anche Franchi ebbe le sue tribolazioni: come quelle che gli portarono le accuse di associazione mafiosa che, sebbene finirono con un proscioglimento, lo debilitarono molto. Anche Daniele Ciprì, che al duo palermitano dedicò un documentario insieme a Maresco (Come inguaiammo il cinema italiano … ndr) ha dedicato un pensiero a Jerry Lewis». E vale la pena ricordare anche il film che Franco e Ciccio, per ottenere un occhio di riguardo dalla critica che allora li snobbava (ma che li ha rivalutati postumi), girarono insieme a un altro mostro sacro del cinema comico al quale lo stesso Jerry Lewis in parte si rifaceva: quel Buster Keaton che in Due marines e un generale pronuncia una sola battuta, per giunta doppiata.
Li Causi è un vero fan di Franco e Ciccio e da oltre 20 anni svolge il ruolo di memoria storica. È grazie al suo impegno che il duo comico ha una statua che li rappresenta (insieme a Domenico Modugno), nella piazzetta dietro al Teatro Biondo. E sono ancora molte le iniziative da Li Causi cita ed intende portare avanti. «A luglio al Taormina Film Festival ho portato alcuni loro cimeli – dice – tra cui il Telegatto che vinsero nel 1984. Tra l’altro quest’anno ricorre il 25esimo anniversario dalla morte di Franchi e il 95esimo dalla nascita di Ciccio. L’obiettivo ora è di istituire a Palermo un museo dedicato ai due grandi attori, dato che l’anno prossimo saremo capitale della cultura. Ne abbiamo già parlato col sindaco Orlando e l’assessore Cusumano. Aspettiamo la nuova programmazione per ottenere l’affidamento dei locali. Ci sono i figli di Franco e Ciccio che metteranno a disposizione i beni a loro disposizione come gli abiti di scena e gli effetti personali. Inoltre – continua lo storico – vorremmo dare vita a uno spazio multimediale dedicato alle scolaresche».
Ma da dove viene una così intensa passione per Franco e Ciccio? «Si tratta degli attori della mia adolescenza – è la risposta di Li Causi -. In Italia avevamo loro e in America avevano Jerry Lewis. Io lavoro al Policlinico, e non ho altri hobby. Voglio dire: non fumo, non bevo, guardo solamente i film di Franco e Ciccio. E ce ne sono tanti a disposizione, basti pensare che in soli due anni ne girarono una trentina. Sono ritmi che nel cinema di oggi sono impensabili».