Isola Quassùd, uno spettacolo sui migranti Una riflessione sulla tragedia di Lampedusa

«Vogliamo comunicare al pubblico che dietro i numeri dei migranti che sbarcano a Lampedusa ci sono delle persone e delle storie». E’ questo l’obiettivo dello spettacolo teatrale dal titolo Life is beautiful – un rito di comunione in omaggio alle vittime del Mediterraneo, organizzato dall’associazione culturale etnea Isola Quassùd. A parlare della performance in scena venerdì 29 agosto e sabato 30 alle ore 18 nella sede estiva dell’associazione – presso il giardino Amekàsa, sito nel comune di Pedara – è la regista e attrice catanese Emanuela Pistone. L’artista è anche uno dei membri fondatori dell’associazione che da circa dieci anni realizza progetti di promozione multiculturale, coinvolgendo artisti e ragazzi sia stranieri che italiani. L’idea di far nascere una compagnia di teatro all’interno del circolo culturale nasce successivamente. «Mi piace dire che il lavoro di teatro è una necessità e una terapia per chi arriva in un altro Paese con un carico di traumi da superare, come accade ai migranti», spiega Pistone.

Perdita di identità, necessità di trovare un senso compiuto su quanto accaduto, dignità, conoscenza dei fatti e multiculturalismo. Sono questi gli argomenti principali della pièce teatrale della compagnia Isola Quassùd Liquid Company IQLC coordinata da Pistone. «Dopo la tragedia di Lampedusa del 3 ottobre 2013 l’associazione si è fermata a riflettere molto su quel fatto di cronaca e ha deciso di voler raccontare il proprio punto di vista, soprattutto a fronte del lavoro svolto nell’ambito dell’incontro tra le diverse culture dell’Africa sub-sahariana e dell’area mediterranea», spiega Pistone.

La IQLC conta quindici membri di età compresa tra i 17 anni e i 25 «stranieri, universitari italiani, ragazzi arrivati in Sicilia con i barconi e artisti», racconta l’attrice e regista della performance teatrale. Mustafa Abdelkarim, Yrghalem Teferi Abraha, Baye Gaye, Badou Gueye, Mansour Gueye, Rufieliyn Gravador, Emanuela Greco, Mamadou Kebe, Mithat Monir, Renata Nabalin, Mustafa Nagi, Maria Sanfilippo, Irene Sapienza, Our Seidy e Chang Tun sono i nomi dei giovani che sotto la guida professionale di Emanuela Pistone intendono esprimere un proprio punto di vista sulle vittime del Mediterraneo. La compagnia ha infatti accolto profughi dei recenti sbarchi in Sicilia, richiedenti asilo, Minori Stranieri Non Accompagnati e rifugiati, «fino a creare una sorta di famiglia allargata all’interno della quale – afferma Pistone – i membri più grandi si prendono cura di quelli più piccoli, mostrando grande solidarietà».


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