Poco più di diecimila metri quadri, le ultime dune del Mediterraneo, un faro e il fascino di un lembo di terra che con l'alta marea si stacca dalla Sicilia. Ma a turbare la tranquillità di un sito inserito tra quelli di importanza comunitaria c'è l'idea di impiantare sulla costa uno stabilimento balneare. Una raccolta di firme si oppone al progetto
Isola delle Correnti, un lido minaccia le dune Petizione online per dire no alla costruzione
E’ la punta estrema meridionale della Sicilia, luogo incantato metà isola e metà penisola. Collegata alla terraferma solo durante la bassa marea, l’isola delle Correnti è un piccolo lembo di terra di 10mila metri quadri di estensione che fa parte del Comune di Portopalo, in provincia di Siracusa. «Su quel tratto di territorio incombe adesso la minaccia della costruzione di uno stabilimento balneare con relativi servizi e accesso alle strutture (di conseguenza parcheggio)», denuncia il testo di una petizione online.
Un lido, dunque. Una struttura che comprometterebbe «il paesaggio e il diritto di tutti a fruire liberamente di quel tratto di spiaggia. Noi crediamo – continuano i promotori dell’iniziativa – che il turismo non sia solo sfruttamento della natura; c’è un turismo che cerca, apprezza e preserva luoghi ancora selvaggi». Si tratta di una zona – quella della costa siracusana tra Marzamemi, Portopalo e Carratois – già dotata di stabilimenti balneari e strutture ricettive. Ma oltre alla difesa del diritto a fruire liberamente del litorale dell’isola, si pone anche la questione ambientale e legislativa. L’isola delle Correnti è un «lembo di terra con un forte valore non solo simbolico. Si tratta del punto più a sud dell’Italia, vi sopravvivono le ultime dune del Mediterraneo con la loro preziosa fauna che gli è valsa l’inclusione nel piano regolatore dei parchi e riserve naturali e nei Siti di interesse comunitario o Siti di importanza comunitaria (Sic)».
Lo scopo dei promotori – che finora hanno raccolto più di 600 adesioni – è difendere non solo l’isola delle Correnti, ma «tutti quei luoghi in Italia che vengono considerati sempre di più come possibili luoghi da sfruttare per un turismo cieco che non tiene in considerazione la preservazione dei luoghi stessi, ma crede che turismo sia costruire hotel spianando colline o piantare ombrelloni al posto delle palme nane».
[Foto di Pallotron]