La precedente amministrazione aveva ottenuto un finanziamento per allargare la spiaggia a Sud dell'Isola. A sostenere la necessità dell'intervento era stato il prof Franco Ortolani. Ma il nuovo sindaco ha chiesto la revoca, che potrebbe diventare a breve definitiva
Isola Bella, stop definitivo al progetto di ripascimento Il ministero scrive alla Regione, «non c’è erosione»
Il progetto di ripascimento delle spiagge dell’Isola Bella segna un definitivo passo d’arresto. Il ministero dell’Ambiente ha preso atto della mutata posizione del Comune di Taormina, nonché dei pareri negativi del Wwf e del docente universitario Giovanni Randazzo (in qualità di presidente del progetto Italia-Malta Bess), e ha scritto alla Regione siciliana chiedendo espressamente di valutare un passo indietro e rinunciare alla richiesta di finanziamento da 2,9 milioni di euro. Richiesta che il commissario straordinario per il rischio idrogeologico Maurizio Croce, sotto il cui ambito rientra il finanziamento, ha già fatto sua. «Chiederemo la revoca del finanziamento», conferma a MeridioNews.
La precedente amministrazione di Taormina guidata da Eligio Giardina aveva chiesto un finanziamento per intervenire sulla spiaggia a Sud dell’Isola Bella per un progetto di restauro geoambientale. A promuovere l’iniziativa fu Franco Ortolani, docente di Geologia all’università Federico II di Napoli e oggi senatore del Movimento 5 stelle. «Proposi – ha spiegato il professore – di mitigare lo scempio visivo dato dal muro di calcestruzzo e il disordine dei blocchi di calcestruzzo che delimitano la baia nella parte meridionale, e di effettuare un contenuto ripascimento della spiaggia, massimo 15 metri, usando sedimenti simili a quelli esistenti, cioè non sabbiosi, poiché il logorio innescato dal moto ondoso aveva nelle ultime decine di anni consumato in parte i ciottoli (come si evince confrontando le carte e le foto degli anni 50 con quelle attuali)». Nel dicembre del 2017 il ministero dell’Ambiente ha finanziato con 162mila euro la progettazione, che rientrava tra gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico.
Tutto però cambia con l’insediamento della nuova amministrazione a Taormina, dove a giugno viene eletto sindaco Mario Bolognari. Tra le prime decisioni, a inizio agosto, c’è quella di esprimere al ministero «forti perplessità» sul progetto, chiedendo ulteriore tempo per un approfondimento. Passano altri venti giorni e il 27 agosto Bolognari comunica per iscritto che il Comune rinuncia alla richiesta di finanziamento, alla luce delle criticità emerse. E afferma cioè che il rischio erosione non esisterebbe. Tesi sostenuta anche dalle associazioni ambientaliste e dal professore Randazzo, docente di Geologia ambientale dell’università di Messina e responsabile scientifico del progetto interregionale Italia-Malta Bess che ha come finalità di monitorare le pocket beaches, cioè piccole spiagge delimitate da promontori rocciosi, proprio come nel caso dell’Isola Bella.
Randazzo scrive a sua volta al ministero, sostenendo da una parte che «le spiagge dell’Isola Bella non sono mai state interessate da alcun processo erosivo e sono sempre state poco profonde e costituite naturalmente da ciottoli e da blocchi, derivanti dal paleo crollo della falesia retrostante». E dall’altra che «all’interno della baia sono presenti numerosi affioramenti di Posidonia Oceanica, specie protetta che sarebbe fortemente danneggiata direttamente o indirettamente dall’eventuale ripascimento». Tesi che contrasta con quella di Ortolani secondo cui, «rilievi subacquei preliminari consentirono di accertare che fino a 15 m dall’attuale linea di riva non vi è traccia di Posidonia».
Sulla base delle nuove indicazioni, il 12 settembre il ministero ora diretto da Sergio Costa, in quota M5s, ha inviato una lettera al commissario Croce e al dirigente dell’assessorato generale del dipartimento Ambiente della Regione, chiedendo di «valutare gli elementi trasmessi e di procedere, ove ritenga opportuno, alla revoca della richiesta di finanziamento della progettazione e della conseguente riprogrammazione delle risorse».
«Noi – spiega Croce – accogliendo la richiesta del Comune, chiederemo la revoca. Siamo solo in attesa che il dipartimento decida su quale altro progetto riprogrammare i 162mila che ci erano stati assegnati per la progettazione».