Irfis: Giuseppe Rosa dice no. Torna Maiolini?

Si riapre la partita per la guida dell’Irfis-Finsicilia, l’ex l’istituto regionale di mediocredito, oggi società finanziaria specializzata nel credito agevolato e nella erogazione di Fondi regionali. 

Giuseppe Rosa, che appena 15 giorni fa, era stato nominato Presidente del Cda, ha detto no. Lo ha fatto, a quanto ci risulta, con una lettera inviata al governo regionale in cui, molto semplicemente, scrive di non avere le competenze necessarie per la guida dell’ente.

Ex direttore dell’Area Mezzogiorno di Confindustria Sicilia, oggi in pensione, come vi ha raccontato LinkSicilia, in questo articolo, era stato indicato dal leader degli industriali siciliani, Antonello Montante.

Con la sua nomina  era arrivata  anche quella di Patrizia Monterosso, attuale segretaria generale della Presidenza della Regione, nel ruolo di vice presidente, e  quella del capo della segreteria tecnica dell’assessore all’Economia Luca Bianchi, Salvatore Parlato, come terzo componente del cda.

Che succederà ora? Quello che è certo è che le associazioni delle piccole imprese cominciano a mostrare segni di insofferenza. Tenere nel limbo un ente regionale che in questo momento di credit crunch potrebbe sostenere l’economia, non è  una scelta vincente. D’altronde il Governo regionale non ha ancora palesato le sue politiche del credito. Si è parlato molto del rilancio dell’Irfis, della sua fusione con Sviluppo Italia Sicilia, ma, finora sono state solo chiacchiere. Il risultato è che chi potrebbe finanziare le imprese è bloccato nell’operatività da una politica distratta e indecisa.

In ogni caso, le opzioni al momento sarebbero due: trovare un’altra persona che incontri i favori di Governo e dintorni (cosa che potrebbe richiedere tempi non proprio brevi) oppure, per evitare una vacatio di potere, fare ripartire l’istituto puntando sul vecchio cda. Negli uffici dell’ assessorato all’Economia si sta cercando di capire se questa è una opzione contemplata dalle normative.

In questo caso, sempre che accetti di restare, tornerebbe in campo Francesco Maiolini, che di fatto, finché non verrà sostituito, pare resti in carica.

Maiolini, ex numero uno di Banca Nuova, si era dimesso lo scorso febbraio. Per un uomo abituato a fare banca e con un curriculum brillante, le strettoie della politica sicula, erano asfissianti.  Troppe chiacchiere e pochi progetti operativi. Tanto che lui stesso aveva affermato che il ruolo sarebbe più adatto ad un uomo della politica. Un suo eventuale ritorno potrebbe significare che il Governo si è finalmente deciso a ridare vita alle sue società finanziarie? Vedremo.

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