Irfis-Fin-Sicilia, Francesco Maiolini presidente?

Le polemiche non mancano, soprattutto da parte del Pd siciliano, un Partito che, negli ultimi tre anni, ha fatto di clientele & poltrone la propria ragion d’essere. Insomma, l’idea che il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, possa ‘pilotare’ altre nomine mentre, da un momento all’altro, a Sala d’Ercole, si potrebbero profilare i fatidici 46 deputati pronti a dimettersi per interrompere anticipatamente l’attuale legislatura (per sciogliere l’Ars servono, per l’appunto, le dimissioni di un minimo di 46 parlamentari, la metà più uno dei 90 ‘califfi’) non va proprio giù al Pd. Ma Lombardo – che avrebbe dovuto riunire la giunta ieri – rìunione rinviata ad oggi – potrebbe procedere alle nomine come un rullo compressore.

Tra le nomine – oltre alla ‘promozione’ dell’attuale commissario del ‘Civico di Palermo, Carmelo Pullara, che verrebbe ‘trasformato’ in direttore generale, – oltre a possibili nuove nomine nella sanità, ci potrebbero essere altri due ‘incoronati’. Due poltrona ambite: la presidenza d Irfis-Fin-Sicilia e la presidenza di Serit Sicilia.

Le indiscrezioni, ovviamente, non mancano. E sono tutte di peso. La prima indiscrezione riguardarebbe Irfis-Fin-Sicilia. Si tratta di ciò che resta del vecchio Irfis, il glorioso Istituto di medio credito siciliano privato del ramo d’azienda bancario rimasto ad Unicredit. Per ora un ‘guscio vuoto’ che lo stesso Governo Lombardo ha provato a riempire con 800 milioni di immobili della Regione. Manovra impugnata dal commissario dello Stato, con una Regione che, almeno fino ad ora, non ha provato nemmeno a difendere le proprie ragioni davanti la Corte Costituzionale.

Però quello che, in questo momento, è un ‘guscio vuoto’ potrebbe essere riempito con la gestione dei fondi europei che, fino ad oggi, la Regione siciliana ha utilizzato in minima parte (ieri il commissario europeo per le Politiche regionali, Johannes Hahn, ha ricordato che la Sicilia potrebbe perdere una parte delle risorse finanziarie proprio perché fino ad oggi non le ha utilizzate).

Irfis-Fin-Sicilia, insomma, potrebbe acquistare un’importanza strategica. A patto che venga gestita bene. E forse è per questo che, da qualche giorno a questa parte, si parla di affidare la presidenza di Irfis-Fin-Sicilia a un uomo di banca di grande esperienza e di grande professionalità: si tratterebbe di Francesco Maiolini, che appena qualche settimana fa si è dimesso dalla direzione generale di Banca Nuova, l’istituto di credito del gruppo Zonin che, proprio grazie alla sua guida, è diventata una delle più importanti banche del Sud d’Italia (in Sicilia Banca Nuova può contare oggi su 107 filiali).

Maiolini, prima di dare vita a Banca Nuova (dove è rimasto dodici anni), ha lavorato a Mediocredito centrale e al Banco di Sicilia, dove ha ricoperto ruoli di vertice. Per Irfis-Fin-Sicilia, insomma, sarebbe l’uomo giusto al posto giusto. Soprattutto perché è un uomo di banca abituato ad ottenere ottimi risultati. Proprio quelli che servono alla Regione siciliana in materia di spesa dei fondi europei.

Ricordiamo che Irfis-Fin-Siiclia ha già un direttore generale: si tratta di Enzo Emanuele, già dirigente generale del dipartimento Bilancio. Emanuele, però, non si è potuto ancora insediare perché il suo contratto deve essere firmato dal presidente della società. Con l’eventuale arrivo di Maiolini alla presidenza di Irfis-Fin-Sicilia si sbloccherebbe anche il contratto di Emanuele.

Per la presidenza di Serit Sicilia, invece, il Governo sarebbe orientato a a nominare presidente Gaetano Armao, attuale assessore regionale all’Economia.

 

 

 

 


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Le polemiche non mancano, soprattutto da parte del pd siciliano, un partito che, negli ultimi tre anni, ha fatto di clientele & poltrone la propria ragion d'essere. Insomma, l'idea che il presidente della regione, raffaele lombardo, possa 'pilotare' altre nomine mentre, da un momento all'altro, a sala d'ercole, si potrebbero profilare i fatidici 46 deputati pronti a dimettersi per interrompere anticipatamente l'attuale legislatura (per sciogliere l'ars servono, per l'appunto, le dimissioni di un minimo di 46 parlamentari, la metà più uno dei 90 'califfi') non va proprio giù al pd. Ma lombardo - che avrebbe dovuto riunire la giunta ieri - rìunione rinviata ad oggi - potrebbe procedere alle nomine come un rullo compressore.

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