Palermo, lezioni al freddo e casi di ipotermia: «Ci dissero di vestirci con abiti da neve»

«Quanto è successo ieri all’Università di Palermo è grave. Non è possibile essere trattati in questo modo. Da settimane chiedevamo aule confortevoli e calde per svolgere le lezioni. Non è ammissibile che un responsabile della facoltà ci risponda che se sentivamo freddo potevamo stare a casa o vestirci con abiti da neve. Sono corsi molto importanti quelli per il sostegno. Per tutti rappresentano la stabilizzazione lavorativa e non è consentita l’assenza perché altrimenti si perde la possibilità di ottenere l’abilitazione». È quanto ha dichiarato uno dei corsisti dell’abilitazione al sostegno. Sono circa duemila le persone che seguono il corso, con un costo di quasi 4000 euro. Il riferimento è al caso di ipotermia che si è registrato ieri proprio a una sua collega corsista. Nei giorni scorsi, sempre a Palermo ma in una scuola elementare, una bambina di dieci anni era finita in ospedale sempre per ipotermia per il freddo in classe dove i riscaldamenti non funzionano.

«Ci sono colleghi che vengono da diverse province e che partono da casa anche alle cinque di mattina – ha raccontato ancora il corsista – Si arriva e non si può entrare in aula prima delle otto. Si resta fuori ammassati al freddo. Ieri nell’aula c’era freddissimo. Poi, dopo la protesta, quello che sembrava impossibile prima si è avverato. Siamo stati spostati in un’aula più calda. Andremo fino in fondo a questa vicenda. Se qualcuno ha sbagliato deve pagare. Attendiamo l’esito dell’indagine interna dell’Università e poi decideremo il da farsi».


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