Palermo: i riscaldamenti a scuola non funzionano, alunna finisce in ospedale per ipotermia

Un’alunna della quinta elementare della scuola Emanuela Loi in via Dogali a Palermo, martedì scorso si è sentita male per il freddo, ha cominciato a tremare e a sentire intorpidimento alle gambe mentre si trovava in classe. La bambina è stata soccorsa dagli operatori sanitari del 118 e portata in ospedale per ipotermia. Nell’istituto – come riportato da PalermoToday i riscaldamenti sono spenti per un guasto e, da qualche giorno, le temperature si sono abbassate notevolmente.

Il segretario della Flc Cgil di Palermo Fabio Cirino esprime solidarietà alla dirigente scolastica Rosaria Corona dell’istituto di Passo di Rigano, alla piccola studentessa, a tutti gli studenti, e a tutti i dirigenti scolastici che «nonostante l’abnegazione e l’enorme lavoro che svolgono ogni giorno, si sentono spesso soli e abbandonati in trincea a combattere contro le inefficienze delle strutture edilizie scolastiche. Se il guasto c’è, ed è segnalato da tanto tempo, e accade un incidente, che altro c’è da fare, se non essere costretto a chiudere la scuola?», si chiede il sindacalista. 

«La presidente aveva segnalato il problema dell’impianto di riscaldamento inutilizzabile ripetutamente e, addirittura, nemmeno i solleciti da parte della prefettura hanno consentito la risoluzione del problema – aggiunge Cirino – Auspichiamo un immediato intervento da chi di competenza per risolvere questa situazione d’emergenza e rigettiamo ogni ipotesi di autonomia differenziata o di differenziazione di stipendi che tendono ad aumentare le diseguaglianze regionali già esistenti. Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara – prosegue Cirino nella nota – parla di stipendi diversificati per gli insegnanti e di finanziamenti privati ​​quando il sistema di istruzione pubblica soffre già di disparità e di diseguaglianze inaccettabili. Non esistono livelli essenziali di prestazione e occorrerebbero – conclude il segretario –parametri uniformi di prestazione, di strutture e attrezzature in tutto il paese, che purtroppo non ci sono».


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