Ipocrisia d’oltremanica

Qualche giorno fa, in occasione dell’incontro con Fabrizio Gatti e il suo ultimo scoop del Policlinico degli orrori, il giornalista dell’Espresso aveva ricordato l’estrema incoerenza e ipocrisia di un Berlusconi cha andava all’estero per curarsi. Gatti lamentava una mancanza di stile e soprattutto di correttezza nel comportamento dell’ex-premier, che aveva preferito il sistema sanitario statunitense a quello italiano. Il tutto dopo anni in cui Berlusconi ci aveva deliziato con i suoi “ripartiamo tutti insieme” e con la ricerca esasperata di una identità italiana legata anche all’efficienza dei singoli settori dello stato, sanità inclusa.

 

Adesso ecco che arriva una notizia dalla patria del “polically correct”, dal regno di sua maestà, dal regno delle parrucche nei processi (da poco anche loro abolite). Desta scandalo, infatti, in questi giorni la scoperta che l’ex-Prima segretaria alla pubblica amministrazione Ruth Kelly abbia preferito la scuola privata a quella appunto a cui lei fa riferimento, quella che i cittadini del Regno Unito devono scegliere per mancanza di alternative economiche.

 

La polemica è feroce, i quotidiani d’oltremanica attaccano la scelta della Kelly e non è sufficiente il suo movente per far placare l’ira dei newspaper britannici: l’ex-Prima segretaria ha infatti iscritto suo figlio, affetto da dislessia in una scuola privata specializzata in casi come questo; ignorando però ben 6 scuole pubbliche che risultano ugualmente adatte alla cura della dislessia. E se consideriamo che una di queste sei scuole è una delle più importanti scuole cattoliche, ecco che abbiamo la giusta carica esplosiva per una polemica di inizio anno griffata “England”.

 

La Kelly, dopo le reazioni spropositate degli ambienti a lei vicine, ha replicato: “Sto facendo la cosa giusta, mio figlio ha dei gravi problemi di apprendimento. Capisco che qualcuno sia in disaccordo con me ma la mia è una scelta da genitore e non da politico”.
L’amore materno in questo caso supera la correttezza politica e apre uno dibattito, non solo nel tormentato partito laburista inglese, ma in tutto il Regno Unito. Infatti il costo della scuola in questione è di 15000 sterline all’anno e questo appare agli occhi dei sudditi di sua maestà una beffa difficilmente digeribile.

 

Dal canto suo Tony Blair, per voce del suo segretario, fa sapere che lui ha sempre auspicato un mix di educazione, che sappia fare sponda tra le esigenze e le concrete possibilità di una famiglia. Aspettando che qualcuno spieghi loro cosa voglia dire “mix di educazione”, i genitori inglesi continueranno a portare i propri figli nelle scuole pubbliche. Magari sperando che Blair aumenti gli stipendi di 15000 mila sterline annue.

Giorgio Pennisi

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