Ipercoop La Torre, altra precisazione

Ho letto con piacere tante critiche al mio articolo sull’Ipercoop La Torre di Palermo pubblicato ieri sul nostro giornale. Il mio giudizio non cambia: si tratta di una costruzione in cemento brutta, senza un filo di verde, senza un filo d’acqua (leggere fontana) realizzata in puro stile speculativo. Un’operazione ‘cementizia’ di questa portaata andava bene nella Palermo degli anni ’60 del secolo scorso e non nel 2012.

Mi scrivono che ci sono i parcheggi coperti. Può darsi che ci siano. Ma io non li ho visti. E non li hanno visti nemmeno le persone che erano con noi. Abbiamo visto, invece – e sono visibili a tutti – immensi parcheggi senza copertura. Quelli coperti ci saranno, ma non sono visibili. E non c’è alcuna indicazione per segnalarli. E, con molta probabilità, non sono vicini alle entrate.

Qui non si tratta di cambiare idea: ci sono degli incontestabili dati di fatto. Dentro l’Ipermercato la temperatura è di 15-18 gradi. Fuori, in automobile, sfiora i 50 gradi. Il gelato al costo di 4-6 euro al chilogrammo è lì. Questi sono fatti. Non stiamo valutando un’pera lirica: prendiamo atto dei fatti oggettivi.

Non mi convince nemmeno il fatto che negli Ipercoop si trovano prodotti di qualità rispetto ad altri supermercati. I prodotti, grosso modo, sono gli stessi. L’unica, vera differenza è che costano di più. Mi spiace ribadirlo, ma certi prodotti, che sono identici in tutto e per tutto a quelli presenti nei banconi di altri supermercati, all’Ipercoop vengono venduti a prezzi più alti. Tutto qui.

La verità è che questo Ipercoop è bruttissimo. Scomodo e, lo ripeto, con prezzi salatissimi. In questi Ipercoop si concentra l’idea che la Lega nazionale delle cooperative ha della Sicilia: un’Isola da spremere come un limone. L’ultima ‘colonia dell’impero’ da utilizzare come semplice mercato di consumo. E, a tal proposito, ieri ho dimenticato di scrivere che i prodotti siciliani, nei banconi dell’Ipercoop La Torre, si contano sulla punta delle dita. Ulteriore dimostrazione che la Sicilia, per la Coop nazionale, è solo un mercato di consumo.

A pensarci bene, è proprio quello che mi disse riguardo ai ‘compagni’ della Lega nazionale l’onorevole Michelangelo Russo nel lontano 1989: “Non hanno nulla di diverso dagli altri grandi gruppi nazionali. Vengono in Sicilia per prendere e basta”.

Sarebbe ingiusto, però, dire che questo atteggiamento colonialista è tipico solo della Lega nazionale delle cooperative. Anche il Pd nazionale si comporta così con la Sicilia. Da quando c’è il Porcellum, per esempio, piazzano nelle liste bloccate tre o quattro ‘paracadutati’ che, una volta eletti, non si fanno più vedere.  Dal colonialismo commerciale al colonialismo politico. Per non parlare della formazione professionale in salsa Pd, che serve per ‘alimentare’ il Piemonte e Roma.

Ipercoop Palermo, vieni che ti spenno…



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