A puntare il dito contro l'istituto di Palermo sono i deputati grillini che intendono fare chiarezza sulla sua gestione, con le casse quasi vuote nonostante una dotazione immobiliare di tutto rispetto che dovrebbe garantirgli una certa solidità economica
Ipab al collasso, la denuncia del M5S «Fondo Raffo svenduto? Indagheremo»
Un patrimonio immobiliare enorme, di decine di milioni di euro, ma casse quasi vuote e dipendenti senza stipendio da 5 mesi. A puntare il dito contro il pianeta Ipab Principe di Palagonia e Conte di Ventimiglia di Palermo è il Movimento 5 Stelle all’Ars che punta a fare chiarezza sulla sua gestione, ormai sull’orlo del collasso. Questo nonostante una dotazione immobiliare di tutto rispetto che dovrebbe garantirgli una certa solidità economica. Dovrebbe, perché, di fatto, parecchi immobili sono sfitti e alcune proprietà non sono state monetizzate a dovere. Tra i casi più emblematici quello del Fondo Raffo, i cui terreni, secondo quanto emerge dalla carte, sarabbero stati ceduti in permuta nel 2009, all’immobiliare Ma.Lu s.p.a., di cui è legale rappresentante il “patron” del Palermo Zamparini, a un valore di gran lunga inferiore rispetto a quello di mercato: circa 7 milioni di euro rispetto ai circa 28 stimati dalla perizia dell’Agenzia del Territorio di Palermo.
«Di fatto – dice la deputata all’Ars Claudia La Rocca, che nei giorni scorsi ha effettuato un’ispezione all’Ipab – i terreni sono stati permutati quantificandone il valore con parametri antecedenti al 2007, poiché in quell’anno è stata apportata una variante al PRG che ha trasformato quelle aree, che avevano in parte vincolo di inedificabilità assoluta, destinandone una parte ad attività commerciale, quindi modificandone in modo radicale il valore economico. Questi fatti sono stati rilevati anche dall’Agenzia delle entrate, che dopo aver richiesto un’apposita relazione di stima all’Agenzia del Territorio, ha richiesto all’Ipab una maggiore imposta di registro per 1.800.000 euro».
Secondo i deputati grillini, l’operazione avrebbe avuto anche l’avallo del professore Gaetano Armao, cui era stata affidata una consulenza per vigilare sul corretto rispetto delle procedure. «Armao stesso – prosegue La Rocca – prese anche visione della scrittura contrattuale di permuta e, in apposita seduta, ne deliberò la presa d’atto autorizzando il presidente pro-tempore alla successiva sottoscrizione». La vicenda, nel frattempo, ha avuto sviluppi che hanno portato l’ente a muoversi per intraprendere una azione legale contro la Ma.Lu. «Lo scorso 7 Ottobre – racconta – è stato dato mandato all’avvocato Todaro di dar luogo ad un’azione legale nei confronti della Ma.Lu., visti i notevoli danni subiti dall’ente, ma il responsabile del settore dell’ente, con una nota rivolta al commissario dell’ Ipab Foresta, lo ha invitato ad intraprendere medesima azione legale di risarcimento nei confronti degli amministratori pro-tempore dell’Ente, anticipando che, in caso contrario, lei stessa avrebbe provveduto ad informare dell’accaduto sia la Procura che la Corte dei Conti».
La questione di Fondo Raffo non è che una delle numerose «storie nebulose contenute nel vaso di Pandora» chiamato Ipab, sulle quali il Movimento 5 Stelle sta cercando di far chiarezza, come sui contenziosi persi col Comune di Palermo per un valore di circa 2milioni di euro. «Alcuni dei quali – prosegue – secondo l’attuale legale cui si è affidato l’Ente, sarebbero stati persi per una condotta non proprio inappuntabile (mancata produzione dei documenti necessari, ricorsi redatti senza il supporto probatorio, mancato deposito del fascicolo di parte del monitorio). Già dopo il lavoro portato avanti dalla mia collega Foti per fare chiarezza sul mondo delle Ipab – aggiunge – immaginavo che mi sarei trovata davanti ad una realtà complessa, ma non immaginavo quanto la stessa potesse essere a dir poco torbida».