Tutti si dimettono. Ma tutti restano al proprio posto. Il primo a inaugurare questo nuovo sport politico è stato il presidente della regione siciliana, raffaele lombardo. Che subito dopo l'imputazione coatta disposta dal gip di catania annuncia: "mi dimetterò prima del pronunciamento del giudice". Quando? non si sa. Anche perché la sua udienza è stata rinviata.
Io qui, io lì/ Le dimissioni senza tempo da Raffaele Lombardo a Sergio Lima
Tutti si dimettono. Ma tutti restano al proprio posto. Il primo a inaugurare questo nuovo sport politico è stato il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo. Che subito dopo l’imputazione coatta disposta dal Gip di Catania annuncia: “Mi dimetterò prima del pronunciamento del giudice”. Quando? Non si sa. Anche perché la sua udienza è stata rinviata.
Lo stesso Lombardo – stretto tra indagini giudiziarie in cui è coinvolto e i disastri amministrativi di cui è protagonista – un mese fa annuncia: “A fine luglio di dimetto. A ottobre si andrà al voto”.
Arrivano le elezioni amministrative. E arriva il disastro del primo turno del Comune di Palermo: Leoluca Orlando al 48 per cento. Il governo Lombardo ‘trantulia’. I dioscuri del Pd siciliano che lo sostengono – al secolo Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia – pure.
I tre si prendono qualche giorno di tempo. Poi, dopo l’elezione di Orlando al secondo turno con il 73 per cento dei voti, prendono prima come certe ‘signorine’ di costumi disinvolti. Al solito, parte in quarta Lombardo. Che convoca addirittura una conferenza stampa per dire, anzi per ribadire quello che ha detto un mese fa: e cioè che si dimetterà tra due mesi… bla bla bla.
E secondo voi uno convoca una conferenza stampa per dire che si dimmeterà due mesi dopo? Ma… Il movimento è un’illusione, diceva Parmenide. E le dimissioni pure…
La ‘dimissionite’ acuta colpisce anche il capogruppo – anzi, l’ex capogruppo – dell’Mpa all’Ars, Francesco Musotto detto Ciccio. Che vorrebbe un’Assemblea regionale siciliana di dimissionari per andare al voto. La risposta dei suoi colleghi parlamentari per ora si condenserebbe in una testimonianza orale: “Ti dimetti? E chissenefrega!”.
L’ultimo ‘contagiato’ dalla ‘dimissionite’ è il giovane di belle speranze Sergio Lima, segretario di Sinistra ecologia e libertà di Palermo (Sel). Anche lui, oggi, ha annunciato le dimissioni. Perché Sergiuzzo vorrebbe gettare la spugna? Perché ieri pomeriggio tanti militanti e simpatizzanti del suo partito sono andati nella sede elettorale di Leoluca Orlando per festeggiare l’elezione del nuovo sindaco di Palermo.
Una ‘tagliatina di faccia’, per Sergiuzzo, che aveva dato disposizioni ai suoi di votare per Fabrizio Ferrandelli. Per tutta risposta, iscritti, militanti e simpatizzanti di Sel di Palermo, ieri pomeriggio, festeggiavano Orlando sindaco. Segno, questo, che ‘forse’ l’avranno anche votato. Incredibile: disobbedire al segretario di un partito quasi comunista: non c’è più mondo!
Che fa, a questo punto, un segretario quasi-comunista smentito clamorosamente dai suoi? Epilogo scontato: si dimette. Dimissioni vere o alla Raffaele Lombardo-Parmenide?
Presenterò le mie dimissioni tra qualche giorno durante una riunione di partito, dice Sergio Lima.
Insomma: “qualche giorno” non sono due mesi. Già è una cosa. O no?