«Io, censurato dal blog di Beppe Grillo» La democrazia 2.0 dei commenti in Rete

Quello che segue è il racconto di un nostro lettore che ha tentato invano di esprimere la propria opinione sul blog di Beppe Grillo. «Vedevo concretizzata la possibilità di partecipare alla politica 2.0», scrive Simone Olivelli, costretto alla fine a costatare che l’unica partecipazione possibile è quella di inneggiare al leader.

Con la scena politica nazionale interessata dal ciclone Movimento 5 Stelle, unica formazione ad aver realmente beneficiato delle ultime elezioni amministrative, tutto ciò che riguarda la figura di Beppe Grillo – non solo ideatore del Movimento, ma anche sua vera guida spirituale, nonché deus ex machina delle campagne elettorali – fa discutere animosamente.  Quanto segue è la descrizione di un episodio di pochi giorni fa, uno di quelli che dovrebbe portare a riflettere, verificatosi proprio in quello che da molti è ritenuto il cuore pulsante del nuovo modo di fare politica: il blog di Grillo, ovvero il balcone virtuale da cui il leader del Movimento si affaccia, con cadenza quasi quotidiana, per rivolgersi ai propri sostenitori.

È capitato che il pomeriggio del 10 maggio – curioso di constatare quali fossero gli animi all’interno del Movimento 5 Stelle – io decidessi di navigare tra le pagine del suddetto blog. Dopo aver letto un post sulla necessità di eliminare i finanziamenti pubblici ai partiti, la mia attenzione è stata attratta dalla sezione dedicata ai commenti dei lettori, fulcro di quella comunicazione orizzontale a cui Grillo fa spesso riferimento per sottolineare la democraticità intrinseca alla Rete. Così, colto anch’io dal vento della modernizzazione e inebriato dal profumo di quella libertà – parola che dalle nostre parti ricorda più che altro il nome di un partito che di liberale, a conti fatti, ha avuto ben poco – ho pensato di dare il mio contributo inserendo il link a un articolo che avevo scritto per il mio blog, decisamente meno conosciuto.

La mia ingenuità mi aveva portato a pensare che, per discutere degli effetti che la figura di Grillo potrà avere in futuro sul Movimento 5 Stelle, luogo migliore della casa virtuale del grillinismo non ci sarebbe potuto essere. Compilate le aree di identificazione (nome, indirizzo e-mail, sito web) e consapevole della possibilità di poter andare incontro a reazioni piccate, condite magari dai toni frizzanti con cui generalmente i lettori di beppegrillo.it usano esprimersi in una sorta di emulazione di quelli usati dallo stesso comico, ho scritto:

Salve a tutti,
mi permetto di linkare un articolo sul rapporto tra Grillo e i sostenitori del Movimento 5 Stelle, auspicando un confronto civile se lo si riterrà opportuno.
Saluti
Link

Dopo aver controllato che tutto fosse a posto, ho cliccato sul tasto Invia e il sito automaticamente mi ha rimandato alla pagina in cui, con fare amichevole e gentile, mi veniva comunicato il gradimento dello stesso Grillo – o almeno così si dedurrebbe dall’uso del tu – per la mia scelta di partecipare alla discussione pubblica. Poche decine di secondi ancora, ovvero il tempo di confermare via e-mail la paternità del mio commento, e finalmente anche io vedevo concretizzata la possibilità di partecipare alla politica 2.0. Ode al web, alla libertà, alla riscoperta della democrazia e – diciamolo – grazie anche a Grillo!
Pausa.

Per comprendere quel che è accaduto pochi minuti dopo, bastano poche parole: lo staff che assiste il leader del Movimento ha cancellato il commento mandando di conseguenza in frantumi il mio entusiasmo di cittadino attivo, ma soprattutto riportando al centro della discussione – personale, per l’amor del cielo e della censura! – la questione riguardante l’agire politico di colui che, nonostante si sia eretto a paladino dei puri di cuore e di intelletto, si è dimostrato più volte refrattario alle più comuni pratiche democratiche e liberali: il contraddittorio, la critica, il dissenso.

Ventiquattro ore dopo, volendo convincermi che le mie conclusioni fossero state oltremodo avventate e dettate dall’amarezza del momento, ho riprovato a commentare il nuovo post pubblicato da Grillo, esprimendo le mie perplessità su quanto avvenuto il giorno precedente. Il mio primo tentativo – fatto identificandomi con la stessa mail usata la prima volta – è andato a vuoto, con il sistema che sembrava non recepire il mio contatto. Ciò, mi ha fatto dedurre che il mio indirizzo potesse essere stato inserito, magari in maniera automatica, in una sorta di blacklist.

Senza perdermi d’animo, dunque, ho ritentato fornendo un altro indirizzo di posta elettronica, portando a buon fine l’invio del commento. La sorpresa negativa è giunta ben presto: il mio messaggio non ha mai visto la luce. A quel punto, combattuto tra indignazione e incredulità, ho tentato l’ultimo colpo di coda e parafrasando, a mio piacimento, il detto riguardante il profeta Maometto ho pensato: se la critica non arriva a Grillo, a Grillo andranno i complimenti. In pochi secondi, ricompilato il format di presentazione, ho inviato il mio personale e sincero incitamento. Un conciso ma sentito «Forza Grillo». Inutile dire che questa volta tutto è andato a buon fine. Il mio messaggio è lì, in bella mostra, insieme a tanti altri. Equamente divisi tra quelli osannanti i risultati – innegabili! – ottenuti dal Movimento, e quelli che si distinguono per la creatività delle ingiurie al vecchio sistema, che verrà spazzato via dalla nuova democrazia 2.0.

[Scritto da Simone Olivelli. Foto di VideoRan]

Redazione

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