Un ragazzo nigeriano accoltellato nel cuore della notte. Mancanza delle autorizzazioni e dei requisiti che la normativa impone. Scarse condizioni igieniche. Servizi sociali del Comune all’oscuro di quanto succede dentro le strutture. Presunte irregolarità al vaglio della magistratura nei contratti di affitto. Per i minori stranieri non accompagnati che vengono inviati nelle comunità di Giarre e Mascali, in provincia di Catania, le difficoltà non finiscono dopo un viaggio lungo mesi. A gestire le strutture sono due cooperative diverse, ma riconducibili alla stessa persona: Giovanni Pellizzeri, 54enne imprenditore di Mascali, alle spalle un lungo elenco di aggiudicazioni di appalti pubblici, prossimo candidato sindaco del Comune ionico che esce da due anni di commissariamento dopo essere stato sciolto per infiltrazioni mafiose.
Il business dell’accoglienza è l’ultimo tassello di un piccolo impero che Pellizzeri ha costruito negli ultimi due decenni, partendo dall’attività di ristorazione – con il servizio mensa di diverse scuole e ospedali nel Catanese – con la cooperativa Ambiente e benessere, a lui riconducibile ma di cui la moglie è la responsabile. Nel 2012 si aggiudica per 500mila euro la gestione della mensa sociale del Comune di Catania, in via Vincenzo Giuffrida. Nel 2013 l’appalto all’ospedale di Caltagirone gli viene revocato per criticità legate alla scarsa igiene degli alimenti, al confezionamento dei pasti e delle stoviglie, alla qualità e alla quantità del cibo. Nel Catanese gestisce comunità per minori stranieri non accompagnati a Giarre, Mascali e Sant’Alfio. Proprio in una di queste, nella comunità Esperanza di Nunziata, frazione di Mascali, gestita da un’omonima coop, avviene un fatto inquietante, su cui nei giorni scorsi anche il Tg3 nazionale ha posto l’attenzione.
«Esci, parliamone fuori». L’incubo di Mohamed (nome di fantasia) inizia intorno all’una di notte. Arrivato in Sicilia in estate, il giovane nigeriano è da alcune settimane nella comunità dove guida le proteste per i ritardi e la mancanza di informazioni sul rilascio del permesso di soggiorno. «Nessuno era felice – racconta Mohamed – il cibo non andava bene; non c’erano vestiti a sufficienza e se uno stava male non poteva andare all’ospedale. I responsabili della comunità non ci hanno mai parlato dei nostri diritti, come un tutore ad esempio. Dicevano sempre bugie».
La notte del 3 ottobre 2014 Francesco Sagona, 32enne che lavora nella comunità, avrebbe svegliato Mohamed per risolvere i problemi a tu per tu. Particolare confermato dal compagno di stanza del ragazzo. «Sono salito in macchina e lui ha chiuso a chiave – ricorda Mohamed – Poi ha fatto una telefonata, un po’ in italiano e un po’ in siciliano. Mi ha detto che era sua moglie, ma io so che parlava con Mario. Sentivo la sua voce». Mario Pellizzeri è uno dei figli di Giovanni, quest’ultimo considerato anche dal giovane nigeriano «il capo». «Ho chiesto a Francesco perché giravamo per Mascali e lui mi ha detto “No problem, voglio parlare”. Abbiamo proseguito verso il lungomare, gli ho chiesto di riportarmi a casa e lui mi diceva di stare tranquillo. Intanto un’altra auto si avvicinava, eravamo in movimento ma io ho aperto la portiera e sono sceso».
I componenti delle due auto, quattro uomini, seguono Mohamed. «Ho cominciato a correre, poi mi sono arrampicato su un cancello per entrare nel cortile di un hotel. Mentre scavalcavo, ho visto due uomini che non conoscevo insieme a Francesco. Mi hanno colpito da dietro con qualcosa di tagliente, alla schiena e alle gambe. Hanno forzato il cancello d’ingresso e sono entrati nel cortile, in quel momento ho visto Mario. Ero sporco di sangue, ho rotto un vetro e sono entrato nell’hotel che era chiuso, trovando rifugio sul tetto».
L’indomani mattina il giovane nigeriano viene trovato insanguinato davanti alla porta di un bar che era solito frequentare. Il ragazzo viene portato in ospedale e, lo stesso giorno, trasferito d’urgenza insieme al compagno di stanza in un’altra comunità. La polizia nelle ore successive arresta Francesco Sagona. Mario Pellizzeri rimane latitante per qualche giorno, poi si consegna alle forze dell’ordine. Entrambi oggi sono in libertà, in attesa delle chiusura della indagini, e Mario Pellizzeri continua ad avere un ruolo operativo, seppur non formale, nelle comunità per minori di Giarre e Mascali. Il reato contestato ai due è stato derubricato da sequestro di persona a violenza privata, mentre l’esame radiografico del polso ha dichiarato Mohamed maggiorenne.
Ma le presunte irregolarità non finiscono qui.
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