Intervista al neo-Preside di Giurisprudenza

«Rilanciare l’internazionalizzazione, potenziare i dottorati di ricerca e risolvere il problema delle strutture della Facoltà». Queste le prime parole del nuovo preside di Giurisprudenza, Vincenzo Di Cataldo, che guiderà la facoltà fino al 2011.

Il professore Di Cataldo subentra dopo le dimissioni di Luigi Arcidiacono, dopo una tornata elettorale molto combattuta con l’altro contendente alla presidenza, il professore Mario Barcellona. Dopo le fumate nere nei primi due turni elettorali, quando nessuno dei candidati ha raggiunto il quorum, l’abbandono della competizione di Barcellona ha lasciato campo libero all’elezione del professore Di Cataldo, avvenuta a larga maggioranza lo scorso 18 aprile.

 

Professore Di Cataldo, c’è rimasto male per non essere stato eletto, per un solo voto, all’ultima votazione prima dell’abbandono del suo sfidante?

 

«In questi casi un minimo di disappunto è naturale. Ma ho cercato di presentarmi a questa occasione in maniera rilassata, mettendomi a disposizione dei colleghi. Qualsiasi risultato sarebbe stato bene accetto».

 

Il professore Barcellona poi ha ritirato la sua candidatura. Lei ha avuto modo di sentirlo in quelle ore?

 

La sera stessa della seconda votazione mi sono sentito con lui, come con altri colleghi. Barcellona mi ha detto che pensava di abbandonare la competizione nella prospettiva di una ricompattazione e una convergenza della facoltà su un unico nome. Ha fatto un discorso molto serio. Tra l’altro anche nei programmi elettorali, entrambi abbiamo enfatizzato la necessità che la facoltà uscisse compatta da questa votazione».

 

Quali sono le priorità che si è posto per la gestione della Facoltà?

 

«Abbiamo davanti una scadenza importante. Dopo la sperimentazione del sistema “3+2” e la virata della facoltà al corso unitario di 5 anni (la laurea magistrale), adesso dobbiamo esaminare l’esperienza fatta per verificare se va bene così o sono necessari ritocchi per rendere il sistema più funzionale alle esigenze di insegnamento».

 

Sembra che alcune modifiche da fare le abbia già in mente…

 

«Innanzitutto deve essere rilanciata l’internazionalizzazione della facoltà di Giurisprudenza, partendo dai docenti e dai laureati, attraverso i dottorati e gli assegni di ricerca. Vorrei incentivare seriamente tutti i colleghi, sopratutto quelli che si trovano ancora nella fase iniziale della loro carriera, ad andare all’estero, per fare altre esperienze e poter tornare qui con una personalità più forte e ricca, contribuendo maggiormente all’attività didattica. L’esigenza di internazionalizzazione è cresciuta moltissimo negli ultimi anni, e probabilmente la Facoltà non ha ancora dato risposte adeguate in merito, per questo si deve intervenire. Inoltre vorrei che all’interno di ciascun dottorato si faccia un uso più ampio del soggiorno all’estero, che non mi pare sia stato utilizzato molto negli anni».

 

Un altro punto su cui ha posto l’attenzione è quello che riguarda le strutture della Facoltà, un problema non nuovo…

 

«La situazione sotto questo punto di vista è veramente grave. Malgrado l’impegno profuso dai presidi precedenti, la situazione non è ancora adeguata, anche se adesso sembra che siano in arrivo delle novità che potrebbero darci un certo respiro».

 

Parla delle strutture della Purità e di via Roccaromana?

 

«L’Auditorium delle Purità dovrebbe essere disponibile alla fine di quest’anno, mentre le aule di via Roccaromana dovrebbero già essere in fase di appalto. Credo che in un paio d’anni dovremmo risolvere il drammatico problema delle lezioni del primo anno».

 

Anche il cinema Ritz ha avuto i suoi problemi ultimamente…

 

«L’aspetto paradossale è stato anche quello che le strutture utilizzate come ripiego si sono alla fine rivelate inadeguate. Contiamo, nel corso dell’estate, a fare il punto della situazione e decidere in merito a eventuali modifiche da apportare a questo piano di gestione delle strutture».

 

Qual è la cosa che le preme più di altre realizzare?

 

«Ci sarebbe un elenco molto lungo di cose, ma se ne dovessi identificare una che per me è particolarmente rilevante, direi la realizzazione della nuova biblioteca di Facoltà, che è una delle più importanti d’Italia e subisce una situazione molto pesante per problemi di spazio e difficoltà di accesso. Con lo spostamento alla Cittadella della Clinica dermosifilopatica, infatti, la Facoltà dovrebbe acquisire a breve la struttura di via Gallo, dove si dovrebbe realizzare una biblioteca nuova e efficiente». 

 

[Pubblicato col titolo “Legge, il nuovo preside guarda all’estero” su UNIVERSIT/INFORMA Anno IV – N. 3 – maggio 2008]

Michele Spalletta

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