«La scelta di astenersi dal voto sulla Playa tutt'ora dev'essere spiegata. Non aveva senso dopo anni di opposizione». A dirlo è il collaboratore del ministro della Giustizia ed ex segretario del Partito democratico etneo. Che, nel 2013, rassegnò le sue dimissioni anche per via di questa decisione
Intercettazione Bianco-Ciancio, parla Spataro (Pd) «Nostra politica non autonoma da altri poteri»
«Il motivo per il quale il Partito democratico, dopo anni passati a opporsi al Pua, abbia deciso di astenersi è una cosa che tutt’ora deve essere spiegata». A dirlo è Luca Spataro, collaboratore del ministro della Giustizia Andrea Orlando ed ex esponente del Pd etneo. Spataro lascia il suo ruolo a marzo del 2013, un mese prima dell’intercettazione tra Enzo Bianco, allora candidato sindaco del centrosinistra, e Mario Ciancio, editore e direttore del quotidiano La Sicilia. I due parlano al telefono all’indomani dell’approvazione, al consiglio comunale etneo, del Piano urbanistico attuativo – variante Catania Sud. Un progetto da 300 milioni di euro sul quale pesano le ombre degli interessi della criminalità organizzata. I tre fondatori della società Stella polare – il veronese Renzo Bissoli e i catanesi Salvatore Modica e Francesco Strano – sono tutti e tre già noti alle forze dell’ordine. «La scelta di astenersi, ancora prima della telefonata, aveva un chiaro significato politico. Si voleva dire, a tutte le persone coinvolte, “State tranquilli, non cambierà niente“».
«Non commento mai le cose che riguardano Catania, anche perché è da oltre un anno e mezzo che non vivo più lì – continua Spataro – Ma questa vicenda conferma, una volta di più, che l’amministrazione di Enzo Bianco si è posta in totale continuità con il passato». L’attuale primo cittadino, scelto come candidato sindaco senza il meccanismo delle primarie, sarebbe l’espressione «di un centrosinistra locale che non è capace di esprimere una sua posizione indipendente sui grandi temi cittadini. Quelli urbanistici innanzitutto. Negli ultimi 15 anni Catania è stata distrutta da una serie di scelte che possono dirsi quantomeno discutibili. A partire dalla costruzione dei centri commerciali. Il Pua era l’occasione per prendere le distanze da un passato ingombrante e dare una spinta diversa. Evidentemente costruire un percorso partecipativo e condiviso con la cittadinanza non era nell’agenda politica». Proprio quello della partecipazione è uno dei motivi per i quali Spataro si è dimesso da segretario provinciale del Pd etneo, ormai due e mezzo anni fa.
La telefonata tra Bianco e Ciancio, per Spataro, non è strana di per sé. «Parliamo comunque di un candidato sindaco e di un noto imprenditore – dice – Trovo strano che Bianco abbia garantito il sostegno a un progetto che per anni il Pd ha osteggiato e che abbia quindi indirizzato il gruppo verso l’astensione. Si può anche cambiare idea su un progetto, ma si deve avere la capacità di aprire una discussione libera, aperta e trasparente. Cosa che non mi pare emerga da questa vicenda». Non solo: «Al di là dei profili penali che nella telefonata non vedo, i profili preoccupanti sono quelli politici: la scelta sul Pua è stata un grosso errore. E dimostra che quella forza politica non è stata in grado di costruire la sua posizione in maniera autonoma dagli altri poteri».