Ingroia: “Sono contrario ad affidare i beni confiscati alla mafia agli amministratori giudiziari”

LA MAFIA – E’ STATO RIBADITO NELLA MANIFESTAZIONE DI STAMATTINA A CASTELVETRANO – SI PUO’ SCONFIGGERE GARANTENDO LAVORO E OCCUPAZIONE. E PER QUESTO SERVONO I MANAGER. IL COMMISSARIO DELLA PROVINCIA DI TRAPANI PARLA ANCHE DEI LAVORATORI DELLA MEGASERVICE: “UNA SOLUZIONE VA TROVATA ANCHE PER QUESTI LAVORATORI”

“Servono risorse e competenze nella gestione dei beni confiscati alla mafia per rompere con il passato e trasformare la legalità in sviluppo”.

A dichiararlo Antonio Ingroia a margine della manifestazione “Castelvetrano libera Castelvetrano – Lavoro è Legalità” che si è tenuta stamattina a Castelvetrano alla presenza delle autorità politiche, civili, religiose e militari. Ai microfoni di Linksicilia il presidente del movimento politico ‘Azione civile’, che aderisce alla lista L’altra Europa con Tsipras, e commissario del Libero Consorzio dei Comuni della Provincia di Trapani è intervenuto sulla recente polemica innescata dalla visita della Commissione nazionale antimafia a Palermo in tema di gestione dei beni confiscati.

“Sono contrario alla gestione affidata agli amministratori giudiziari – ci dice Ingroia – i magistrati non hanno la cultura aziendale, ma quella difensiva e conservativa. Oggi la sfida più ambiziosa è trasformare la legalità in sviluppo, perché paghiamo l’inadeguatezza normativa e strutturale che ha impedito la tenuta dei livelli occupazionali nell’amministrazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata”.

L’ex magistrato antimafia spiega che l’impianto normativo che disciplina il settore è vecchio di oltre vent’anni, epoca stragista in cui lo Stato aveva l’unico compito di reagire alla mafia colpendo le sue articolazioni militari ed economiche.

“C’è bisogno di uno straordinario impegno del governo nazionale che ancora non ho visto – afferma Ingroia – la vicenda del gruppo 6 Gdo, azienda castelvetranese confiscata all’impero economico di Matteo Messina Denaro con duecento dipendenti ai quali si aggiungono un centinaio di lavoratori dell’indotto, è il simbolo di uno Stato che deve reagire per creare le condizioni di rilancio produttivo, perché la scommessa va ben oltre la vicenda sociale. Al di là delle proposte di acquisto, l’azienda non può morire. Occorre l’impegno politico oltre gli steccati per sostenere la ripresa occupazionale. Bisogna far sentire le istituzioni presenti e vicine ai cittadini ed evitare che questi passino dall’altro lato”.

“Sulla vicenda dei sessantasei lavoratori della Megaservice, ex società partecipata al cento per cento dalla provincia regionale di Trapani – conferma il commissario del Consorzio dei Comuni trapanesi – sto verificando la fattibilità per l’assorbimento dei dipendenti presso realtà che si muovono sul territorio sfruttando le competenze acquisite da questi lavoratori”.

“Legalità, lavoro e lotta alla mafia – dichiara il Prefetto di Trapani, Leopoldo Falco – sono le coordinate da seguire e Castelvetrano ha intrapreso la strada giusta ed i cittadini ed il territorio non meritano il recente accostamento a qualcuno”.

“No alla mafia, sì alla legalità – proclama con soddisfazione per il successo dell’iniziativa, il Sindaco della città Felice Errante – Castelvetrano, troppe volte mortificata ingiustamente, è una comunità di gente onesta che ha bisogno di normalità ed è quello che chiedo ai miei concittadini, chi non condivide il valore delle istituzioni vada altrove. Non era mai accaduto che oltre quaranta tra enti, istituti scolastici, associazioni di categoria, sindacati, associazioni di volontariato, club services si mettessero assieme per testimoniare come la parte sana e laboriosa della nostra città possa gridare a gran voce la propria voglia di legalità. Questa città ha avviato da tempo un percorso di legalità e di trasparenza che non potrà mai arrestarsi”.

“Non può passare il messaggio che la mafia dà lavoro e lo Stato no – tuona Giovanni Lo Sciuto, esponente del Partito dei Siciliani (Mpa) all’Assemblea regionale siciliana – è importante che il governo nazionale si faccia sentire per dare una concreta risposta ai lavoratori del Gruppo 6 Gdo, indicando il percorso fattibile per la ripresa lavorativa”.

“Il grande successo della manifestazione di oggi – riferisce Michele Pagliaro, segretario generale della Cgil in Sicilia – si scontra con lo scetticismo dei tanti investitori per le supposte incompatibilità ambientali. Salvare tutti i lavoratori del Gruppo 6 Gdo – rilancia il leader della Cgil siciliana – significa salvaguardare la Sicilia del lavoro, della dignità e della legalità”.

“Eravamo stati tacciati di difendere il lavoro dei mafiosi – racconta Pagliaro -. Non è così. Oggi dobbiamo superare il limite dell’approccio fallimentare nella gestione giudiziale dei beni confiscati, partendo dalla grande intuizione che ebbe Pio La Torre e affidare a manager competenti la fase di rilancio e sviluppo produttivo, riducendo i tempi e incrementando la presenza delle istituzioni sul territorio. Ed è l’appello che lanciamo a tutte le istituzioni”.

“Abbiamo risposto all’appello dei lavoratori del Gruppo 6 Gdo – assicura il rappresentante degli studenti presenti in piazza – non ci siamo tirati indietro perché conosciamo la realtà di molti dipendenti dell’azienda che vivono il dramma sociale ed economico nelle vesti di genitori”.

 


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