Altro caso di violenza all'interno della sanità palermitana. Un'operatrice del Civico è stata minacciata e malmenata dai parenti di un bambino giunti al pronto soccorso. Il sindacalista Calogero Coniglio ricorda i precedenti casi e ribadisce che si deve assumere nuovo personale per garantire la necessaria sicurezza
Infermeria aggredita con un coltello all’ospedale Di Cristina Il sindacato chiede «misure forti» per sicurezza nella sanità
Minacciata con un coltello e malmenata. La vittima è un’infermiera dell’ospedale Di Cristina, colpita all’apice di una discussione sfociata in aggressione. I responsabili sarebbero i parenti di un bambino, giunti al pronto soccorso. Solo l’ultima violenza nella provincia di Palermo, che si somma a quelle già avvenute quest’anno all’interno del mondo sanitario: al pronto soccorso di Villa Sofia, al Policlinico, a Partinico – dove un infermiere è stato colpito al volto, subendo una frattura scomposta allo zigomo e un’altra all’osso temporale, con una prognosi di trenta giorni.
«Cogliamo l’occasione per porgere la nostra solidarietà all’infermiera coinvolta nell’aggressione, assicurando che questa organizzazione sindacale continuerà a vigilare» dichiara Calogero Coniglio, coordinatore nazionale della Fsi – Federazione Sindacati Indipendenti. «È l’ennesimo caso, però, di una lunga serie di aggressioni nei pronto soccorso denunciati da noi, abbiamo stilato un dossier con gli episodi più gravi. Come organizzazione sindacale continueremo a chiedere alle aziende, ai prefetti ed gli enti di competenza che si adottino delle misure forti e ribadiamo all’assessore regionale della salute Gucciardi che deve calarsi nella realtà ospedaliera per capire quanto personale sia da assumere»