Venti le persone finite in carcere, tre ai domiciliari e per una disposto l’obbligo di firma. Sono i numeri dell’inchiesta Zeus, condotta tra il mese di novembre 2018 e quello di settembre 2019. Sotto la lente d’ingrandimento il clan mafioso dei Cursoti Milanesi, tradizionalmente attivo nella zona di San Berillo Nuovo del capoluogo etneo. L’indagine, supportata da presidi tecnici – intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, oltre a videoregistrazioni – , e dalle dichiarazioni rese da quattro collaboratori di giustizia, ha fornito una attuale e fedele immagine delle dinamiche criminali interne al clan mafioso dei Cursoti, ritornato ad esercitare il pieno controllo criminale sull’intero rione San Berillo Nuovo, comprese quelle parti del quartiere che, nel recente passato, erano passate sotto il controllo del clan Cappello-Bonaccorsi, come la zona di corso Indipendenza.
Gli approfondimenti hanno interessato entrambe le frange che storicamente compongono il clan Cursoti Milanesi: il gruppo che sarebbe capeggiato dai fratelli Francesco Distefano, detto pasta ca’ sassa, e Carmelo Distefano , figli dello storico capo Gaetano inteso Tano sventra, e il gruppo che sarebbe riconducibile a Rosario Piterà inteso u furasteri, quest’ultimo poi deceduto il 7 dicembre del 2020 per un male incurabile. Documentati diversi momenti di fibrillazione interna al clan sfociati in una serie di episodi di violenza con l’utilizzo di armi da sparo.
La polizia ha monitorato dei summit di mafia anche con esponenti del clan Cappello-Bonaccorsi, come Carmelo Fazio e Carmelo Zappalà, per mediare alcuni contrasti di natura economica sorti tra le due cosche. Scoperte un’estorsione al titolare di un parcheggio nel rione San Berillo Nuovo e una tentata a un imprenditore locale. L’indagine ha fatto emergere il monopolio esercitato dal clan Cursoti milanesi sulle numerose piazze di spaccio del rione San Berillo Nuovo, i cui gestori sarebbero stati obbligati a rifornirsi di cocaina e marijuana da Carmelo Distefano, che aveva preso il comando della cosca dopo essere stato scarcerato il 24 agosto del 2018 dopo una pena detentiva, assicurando al clan ingenti proventi che confluivano nella cassa comune dell’organizzazione. Dall’inchiesta Zeus è emerso che il gruppo comprava cocaina nel Napoletano, da un clan camorristico di Caivano, con il quale due affiliati al clan Cappello-Bonaccorso avrebbero avviato un accordo per il traffico della sostanza stupefacente.
Elenco delle persone sottoposte alla misura cautelare in carcere:
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