Adesso Gianfranco Micciché fa 90. Niente ruolo da ministro, nell’Esecutivo Meloni, per il fedelissimo di Silvio Berlusconi che nei cinque anni lasciati alle spalle, da presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, ha dovuto fare i conti garantendo il funzionamento del Parlamento regionale nonostante i maldipancia, di alcuni deputati della maggioranza, causati dal Governo Musumeci. Frizioni pesate in […]
Incognita Gianfranco Micciché su Roma e Palermo. Salvini incontra il comandante della Guardia Costiera
Adesso Gianfranco Micciché fa 90. Niente ruolo da ministro, nell’Esecutivo Meloni, per il fedelissimo di Silvio Berlusconi che nei cinque anni lasciati alle spalle, da presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, ha dovuto fare i conti garantendo il funzionamento del Parlamento regionale nonostante i maldipancia, di alcuni deputati della maggioranza, causati dal Governo Musumeci. Frizioni pesate in più di un’occasione e che, aggiunte alla divergenza di opinione, hanno aumentato le distanze fino a determinare la mancata ricandidatura dell’uscente presidente della Regione. Un taglio che continua, nonostante la nuova vittoria del centrodestra, a fare male. Se da una parte l’individuazione di Renato Schifani è servita a trovare un mediatore tra Forza Italia e Fratelli d’Italia, la partita rimane aperta più che mai. Stavolta a fare paura non è il “catenomoto” ma proprio Gianfranco Micciché. Da fuoriclasse della politica, non può di certo essere lasciato in panchina. E se già le scelte sul piano nazionale, effettuate da Giorgia Meloni, non sono piaciute ai berlusconiani, adesso si attende di conoscere quali saranno quelle di Schifani. In settimana i passaggi alla Camera e al Senato per la fiducia, l’indicazione dei sottosegretari dovranno determinare gli equilibri. Gli stessi che avranno in maniera, più o meno diretta, effetti sulla giunta regionale. Che fare, dunque, con Micciché?
Senza un ruolo di peso a Roma, naturale è il ritorno a Palermo. Lui ha già detto di preferire la Sicilia per un bis alla presidenza dell’ARS o per rivestire il ruolo di assessore alla Sanità; comunque rimane «a disposizione del partito». Un passaggio di non poco conto per l’appena nato Governo o per garantire l’ordine nella coalizione specialmente con i sovranisti.
Intanto mentre c’è chi festeggia ancora la nomina di Nello Musumeci a ministro del Mare e del Sud, ruolo da molti interpretato come rivincita per la non riconferma al vertice di palazzo d’Orleans, il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, Matteo Salvini, ha incontrato l’ammiraglio Nicola Carlone, comandante generale della Guardia Costiera. L’occasione è servita per fare il punto della situazione a proposito di immigrazione con i flussi provenienti dal mare Mediterraneo. Per la Sicilia non restano che affrontare la direttiva Bolkestein e la vergogna degli scarichi fognari direttamente in mare con impianti di depurazione mal funzionanti o addirittura assenti.