Seppure a Palermo il numero di chi ha perso la vita sia minore del resto del Paese, rispetto agli anni precedenti, purtroppo, il dato è in crescita. Il vicepresidente dell'Ordine degli ingegneri: «Necessario parlare di cultura della sicurezza»
Incidenti mortali inferiori alla media nazionale «In città quattro vittime ogni 100 mila abitanti»
Un tema quanto mai attuale, quello legato alla sicurezza delle autostrade italiane con un sguardo a quelle della nostra isola e in particolare a Palermo. Proprio in questi giorni l’Anas, la società che gestisce il comparto autostradale nazionale, ha evidenziato come «l’istallazione delle nuove barriere di sicurezza sia un’ottima risposta alla riduzione degli incidenti mortali». Si parla di un intervento, attraverso la posa di guard-rail di nuova generazione, che solo per la Sicilia sarà di 80 milioni di euro, di cui una parte consistente verrà anche destinata alla protezione della rete autostradale di Palermo e della sua provincia.
Abbiamo incontrato il vicepresidente dell’Ordine degli ingegneri di Palermo, Aldo Bertuglia, intervenuto, su questo argomento, nel corso dell’incontro organizzato dall’Ance Sicilia (associazione dei costruttori edili) che si è svolto recentemente a Palermo.
Ingegnere Bertuglia in tema di numeri come siamo messi?
«Ogni anno a livello nazionale si contano più di 3.400 morti per incidenti automobilistici e circa 45 mila morti per effetto dell’alcolismo. I due fenomeni non vanno letti separatamente ma vanno affrontati relazionandoli all’interno di un unico grande tema di rilevanza sociale. Per fortuna su Palermo la situazione di mortalità è molto inferiore alla media nazionale. Si parla di quattro morti ogni 100 mila abitanti, anche se rispetto agli anni precedenti, purtroppo, il dato è in crescita».
Ma con quali comportamenti bisogna rispondere?
«È necessario avviare ma, soprattutto, parlare di cultura della sicurezza, riguardando all’interno di essa gli aspetti comportamentali e tecnici. La nuova barriera di sicurezza stradale particolarmente performante e adatta a contrastare la fuoriuscita dei mezzi leggeri e pesanti in caso di incidente sulle strade extraurbane può essere una buona risposta, ma non basta».
Parliamo dei motocilisti. Che cosa è stato fatto per la loro sicurezza?
«Possiamo dire che un grande passo avanti è stato fatto per la loro sicurezza attraverso la protezione dall’azione deleteria dei sostegni verticali della barriera. Il RINA (ente di verifica dei progetti) ha presentato, infatti, un sistema di controllo e certificazione delle società che si occupano di gestione delle strade mirato a governare in maniera efficace tutto il processo di controllo e manutenzione. Questo sarà anche di supporto ai tantissimi motociclisti che ogni giorno percorrono le autostrade».
Quindi, infine, possiamo dire che è fondamentale l’aspetto legato al rispetto delle regole?
«Assolutamente sì ma occorre in particolare riflettere sul fatto che la stragrande maggioranza degli incidenti mortali avviene in ambito urbano e, quindi, soprattutto cittadino, in cui l’aspetto comportamentale è prevalente sulla componente tecnologica. L’automobilista, così come il motociclista, non può prescindere da un codice di rispetto delle regole. Una tra quelle fondamentali: non utilizzare il telefonino mentre si guida, se non con l’auricolare. Pratica quasi sempre mai seguita e che provoca, in molti casi, incidenti mortali».