Secondo il primo cittadino, Giancarlo Garozzo, in un tempo di «sciacalli», la vicenda sarebbe stata utilizzata anche da chi, in qualità di assessore di amministrazioni di centrodestra tra 2002 e il 2012, «quel sistema lo ha condiviso»
Inchiesta asili nido, parla il sindaco di Siracusa «Vicenda strumentalizzata per delegittimarmi»
Al centro dell’inchiesta, una presunta gestione allegra nell’affidamento degli asili nido e impianti sportivi comunali. Ha fatto scalpore l’indagine che ha visto coinvolti parte dei vertici politici e burocratici del capoluogo aretuseo, ma oggi il primo cittadino di Siracusa, Giancarlo Garozzo, ha rotto gli indugi, parlando di azione giudiziaria usata «come strumento di delegittimazione politica». Dopo le dodici notifiche di chiusura delle indagini piovute, il sindaco annuncia una conferenza stampa per venerdì prossimo.
«Fermo restando il garantismo, che sempre deve essere forte e radicato nella cultura italiana e in special modo in quella siracusana – ha precisato Garozzo – rilevo che i capi di imputazione parlano di affidamenti diretti, di accrediti a strutture e di proroghe. Vorrei ricordare che è stata proprio la mia amministrazione a mettere definitivamente fine a un sistema di proroghe di oltre 12 anni».
«Oggi – sottolinea ancora – è tempo di sciacalli. È tempo di chi rinnega quei consiglieri comunali avuti come colleghi di giunta e questo è il caso di Ezechia Paolo Reale e di Salvo Sorbello, assessori di amministrazioni di centrodestra tra 2002 e il 2012 che quel sistema hanno condiviso».
A dar credito alla tesi di Garozzo, come lo stesso primo cittadino ricorda, anche le parole espresse appena qualche giorno fa da un pm siracusano, secondo cui «le iniziative giudiziarie in essere, che troveranno il loro naturale compimento nell’azione libera e terza posta in essere dalla magistratura, non possono e non devono essere utilizzate come strumento di delegittimazione politica».