Incendi a Messina, evacuato il polo universitario Notte di paura, «lavoro di 20 anni andato in fumo»

«Sono stati momenti terribili, il lavoro di vent’anni è purtroppo andato in fumo». Padre Mario Albano ha davanti a sé la distruzione dopo 24 ore di inferno. Gestisce il parco ecologico a San Jachiddu, una delle zone di Messina Nord più devastate dalle fiamme che non lasciano tregua nella città dello Stretto. Anche oggi continua incessante il lavoro di vigili del fuoco e protezione civile, impegnati a spegnere le fiamme che da ieri imperversano sulle colline. Dopo la pausa notturna, alle 7 di stamane tre canadair hanno ripreso regolare servizio, mentre l’oscurità non ha fermato le operazioni di decine di autobotti e jeep e di tutte le forze dell’ordine che hanno contribuito ad estinguere i focolai, assicurando al contempo assistenza alla popolazione. La situazione più critica è quella dell’Annunziata, dove nel pomeriggio è stato fatto evacuare il polo universitario dell’Annunziata. 

«Al momento – spiega Antonio Rizzo, della protezione civile – i canadair sono fermi per il rifornimento di carburante. Tutti i mezzi sono concentrati sulle colline che sovrastano il villaggio Annunziata dove la situazione resta critica. Gli interventi stanno riguardando i boschi a ridosso della facoltà di Veterinaria dove l’attività didattica stamattina è proseguita, ma nel primo pomeriggio è scattata l’evacuazione a causa dell’intensificarsi dei roghi. Sono state sgomberate le facoltà di Lettere, Filosofia e Veterinaria. Resta invece aperta la cittadella dello sport, poco più in basso. I cavalli del maneggio del polo universitario, già ieri spostati più a valle, nel campo sportivo, anche nel pomeriggio di oggi sono stati trasferiti. Critica anche la situazione a San Licandro e San Michele dove le fiamme continuano ad essere alimentate dal vento».

Per paura, alcune famiglie hanno deciso di trascorrere la notte fuori dalle proprie case, ma si è trattato comunque di gesti isolati, gli incendi a ridosso delle abitazioni, infatti, sono state immediatamente controllati e nessuno ha corso rischi. A San Jachiddu, nel parco ecologico di padre Albano, «sono state incenerite le casette sugli alberi che avevamo costruito, così come un luogo di ritrovo realizzato con la paglia. Per fortuna – continua – non ci sono stati problemi per i residenti della zona, ma vedere tutta questa distruzione fa comunque male al cuore». A don Albano fa eco Manuela, una residente: «Siamo stati nei balconi fino alle tre di notte perché temevamo per le nostre case, le camionette dei soccorritori salivano e scendevano come pazzi, hanno lavorato tutta la notte».

Ma è anche la zona sud della città a bruciare. In queste ore sono stati segnalati incendi sulle colline di Larderia mentre dalla scorsa notte le fiamme hanno minacciato i quartieri di Minissale e San Filippo. Nella giornata di ieri le fiamme avevano danneggiato le centraline che regolano l’erogazione idrica delle zone collinare. Per 24 ore l’Amam non ha potuto, dunque, garantire l’acqua nei villaggi Michele, Castanea e nelle Masse.

I tecnici della partecipata hanno però lavorato senza sosta per raccogliere più acqua possibile dai serbatoi posti sui versanti funestati dagli incendi e dalla tarda mattinata l’erogazione idrica è stata assicurata nella case di Castanea e delle Masse. L’azienda ha inoltre comunicato in una tabella oraria le modalità con cui si provvederà a rifornire le altre zone della città (clicca qui per guardare la tabella).

E gli incendi hanno causato notevoli problemi anche alla viabilità. Dalla tarda serata di ieri, infatti, si sono formate lunghe code sull’autostrada A20 nel tratto compreso tra la barriera di Villafranca e lo svincolo di Boccetta dove già insiste il restringimento di carreggiata in prossimità del viadotto Ritiro. Il traffico è tornato alla normalità solo dopo le 2 della scorsa notte. Intanto, continua ad essere chiusa la galleria Giostra-Annunziata e l’arteria che conduce al villaggio di San Michele.

«L’autocombustione non esiste – ha detto il sindaco Renato Accorinti – abbiamo la certezza che dietro questi atti ci sia la mano dell’uomo, che causa danni irreparabili con rischi incalcolabili. Mi auguro che si prenda coscienza della gravità di tali comportamenti e si proceda con azioni virtuose in modo da combatterli salvaguardando la natura. Posso intanto assicurare la cittadinanza sulla tempestività degli interventi e sull’attività di prevenzione che, con forte impegno dell’Amministrazione, ha fatto grandi passi avanti. Sono già stati finanziati progetti per diversi milioni di euro per i torrenti, per l’erosione delle coste e per altri temi relativi alla prevenzione». 


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«Siamo stati nei balconi fino alle tre di notte perché temevamo per le nostre case». Così Manuela, residente a San Jachiddu, racconta le ultime ore. Fiamme ancora vive sulla collina del polo universitario dell'Annunziata. Don Albano ha visto distrutto il parco ecologico che gestisce: «Devastazione che fa male al cuore»

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