Lorenza Mirone ha aperto il suo bed and breakfast in via Auteri nel 2003, trasformandolo in uno dei più rinomati a Catania, con voti altissimi su siti come Tripadvisor. Solo che adesso il Comune, nonostante una trentina di controlli senza irregolarità riscontrate, ha revocato l'autorizzazione. Motivo: due camere in più, non dichiarate. «Sono per uso abitativo, e l'ho già dimostrato vincendo un procedimento penale», spiega la proprietaria. Che ieri, supportata da molti amici, è andata in Comune per richiedere un incontro chiarificatore al primo cittadino
In venti al Comune per il b&b Bellini chiuso La proprietaria: «Chiedo udienza al sindaco»
«Una volta mi hanno contestato di avere due stanze in più non registrate, ma ho vinto una causa per abusivismo edilizio. Ora il Comune ha riproposto la motivazione dell’aumento della capacità ricettiva». Non si dà pace Lorenza Mirone, titolare del bed and breakfast Bellini di via Auteri. Sia per il numero spropositato di controlli da parte delle forze dell’ordine – trentadue dal 2003, quando ha aperto – che per l’epilogo: l’attività è chiusa da un mese, con l’autorizzazione revocata dal Comune. Nella zona, tra piazza Currò e piazza Federico di Svevia, frequentatissima dai giovani catanesi e turisti, è uno dei b&b più rinomati, con altissime punte di gradimento su siti come Tripadvisor. La proprietaria, determinata a riottenere i permessi, non riesce a capacitarsi di cosa non sia in regola.
«Dopo aver scritto due volte al questore e al sindaco, faremo richiesta all’Ufficio relazioni con il pubblico del Comune. Tutte richieste con un unico oggetto: chiarimenti sulla chiusura del b&b Bellini. Tante persone devono essere ricevute», si sfoga la signora Mirone su Facebook. Online, grazie al racconto delle vicissitudini fatto dal fratello Luciano Mirone, giornalista, la vicenda è ben nota. Il fratello definisce il grande numero di verifiche ai locali «stalking autorizzato», e si chiede: «perché un’attività deve subire controlli anche alle 4 di notte? Se anche ci fosse qualcosa di illecito, c’è una sproporzione». E all’appello di una presenza fisica hanno risposto amici e conoscenti: ieri pomeriggio, davanti al Comune in piazza Duomo, erano almeno una ventina pronti a firmare una richiesta per incontrare Enzo Bianco.
«Ho anche io un b&b in via Auteri, conosco bene Lorenza e l’accanimento che c’è stato nei suoi confronti», spiega un’amica, mentre attende davanti all’ufficio di entrare, insieme a tanti altri. Tra i quali Renato Camarda, referente di Libera, associazione contro le mafie: «Sono qui perché amico da anni di Lorenza», spiega semplicemente. Una mezzora di attesa all’interno degli uffici, poi il gruppo esce da palazzo degli Elefanti ancora più scoraggiato. «Al Comune ci hanno detto che difficilmente la richiesta arriverà a destinazione: stanno riorganizzando l’Urp, e il sindaco non riceve praticamente nessuno», spiega Davide, anche lui amico. La signora Lorenza, anche agli impiegati, ha cercato di sintetizzare la vicenda, piuttosto complessa. «Nei vari controlli, vigili urbani, carabinieri, polizia, guardia di finanza, persino Usl e Nas, hanno frugato ovunque, anche all’interno dei materassi, tra le stoviglie. Hanno sempre detto “tutto in regola”, tranne che per le camere in più, che erano per uso personale – racconta Lorenza Mirone -. E’ quindi partito un procedimento penale che si è concluso a mio favore, perché ho aumentato solo la capacità abitativa del mio appartamento, dove abito con la mia famiglia», spiega.
«Alla fine abbiamo firmato tutti insieme una richiesta su un modulo prestampato, ma chiederò presto un incontro all’assessore alle attività produttive Angela Mazzola», spiega Lorenza Mirone. «In realtà la richiesta era già stata fatta, ma la segreteria dell’assessore non ha mai dato un appuntamento», specifica un altro membro del gruppo. «Il b&b era la mia unica attività, e la chiusura arriva in un periodo così difficile», commenta la proprietaria, circondata dagli amici.