In vendita 139 appartamenti dei poliziotti La burocrazia congela iter per vent’anni

Abitano in quelle case da metà degli anni Novanta ma ora potrebbero lasciarle con il pericolo che non venga riconosciuto loro alcun diritto. La causa un cavillo burocratico legato a un procedimento durato oltre vent’anni che oggi investe il futuro di oltre cento famiglie, i 139 nuclei familiari di poliziotti che nel ’95 risultarono vincitori di un bando delle Prefettura per l’assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica (Erp), in via M.T. 37 e 39, a Palermo. Quella graduatoria originaria, nel corso degli anni, è stata oggetto di più ricorsi e impugnative che, tuttavia, l’hanno modificata solo marginalmente. Nel 2007 il Tar e nel 2010 il Cga di fatto hanno reso definitiva la graduatoria, la cui composizione è mutata solo in parte. Gli assegnatari originari sono rimasti sostanzialmente gli stessi ma, nel frattempo, dal 2006, gli immobili di proprietà dello Stato sono passati al Comune di Palermo, che ne è diventato unico proprietario.  

Da quel momento
si è creata una situazione di stallo. Da un lato le famiglie che premevano per ottenere la conferma dell’assegnazione e il contratto, dall’altro l’amministrazione che a oggi non ha ancora portato a termine le procedure per via di ritardi e pastoie burocratiche. Fino al 2012 quando il Tar , con una sentenza, ha imposto al Comune di procedere con le assegnazioni. Impegno che l’amministrazione ha puntualmente assolto senza però stipulare il contratto di locazione ma attribuendo gli alloggi a titolo di locazione semplice. Da allora sono passati tre anni ma poco è cambiato se non per il fatto che Sala delle Lapidi sarebbe intenzionata alla vendita degli immobili. Un problema non da poco per le famiglie che ancora abitano in quegli appartamenti e che da 20 anni pagano l’affitto: in assenza di un regolare contratto non potrebbero far valere alcun diritto di prelazione per l’acquisto. 

Il tutto per colpa di un cavillo burocratico: secondo l’amministrazione gli assegnatari non sarebbero più in possesso dei requisiti originari, ovvero essere poliziotti. Molti di loro, con il passare degli anni, hanno maturato il diritto alla pensione e, nel giro di pochi anni, sarà così per tutti. «Dal ’95 abitiamo in queste case e paghiamo regolarmente l’affitto – racconta uno degli inquilini -. Noi siamo sempre stati in questa graduatoria, il Tar e il Cga ci hanno dato ragione obbligando il Comune a riconoscere l’assegnazione. Ora vogliono liberarsi di questi appartamenti ma visto che non ci viene riconsciuto alcun diritto, rischiamo di rimanere in mezzo a una strada».

Della vicenda si è interessato anche il deputato regionale del
M5S Claudia La Rocca che ha inviato una lettera, indirizzati agli uffici di Sala delle Lapidi, con la richiesta di chiarimenti . «Ho incontrato alcuni di loro – ha detto a Meridionews La Rocca – che mi hanno mostrato tutti i documenti i loro possesso, dal ’94 a oggi. Consapevole della complessità della vicenda, ho inviato una nota al sindaco Orlando, chiedendo chiarimenti sulla messa in vendita degli alloggi e come mai non sia stato dato diritto di prelazione agli attuali inquilini. Ci auguriamo che con un po’ di buon senso – ha aggiunto – si giunga al lieto fine di una storia che si prolunga già da troppi anni».

Per il legale
Mario Milone, che tutela gli interessi di alcuni dei nuclei familiari interessati, il «Comune non ha mai portato a termine il procedimento amministrativo, sebbene nel 2007 siano state definitivamnte rigettate le impugnazioni delle graduatoria. In questi anni l’amministrazione ha ritenuto di non definire il procedimento amministrativo nostante le sentenze e ha effettuato le assegnazioni definitive solo perché imposto dal Tar. In un Paese normale non è possibile che un procedimento sia trascinato per vent’anni. Gli assegnatari eranno tutti giovani poliziotti, oggi sono pensionati o prossimi a esserlo».

Interpellati, gli uffici del Comune fanno sapere che sono ancora al lavoro per cercar dei dirimere questa vicenda che si trascina ormai da anni. 


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Per un cavillo oltre cento famiglie potrebbero vedersi negato il diritto alla prelazione per alloggi nei quali vivono dalla metà degli anni Novanta. Dopo varie impugnative, la graduatoria dal 2007 è diventata definitiva ma molti di loro, ormai, non rispettano più i requisiti del bando originario: sono in pensione

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