Le alte temperature spingono i piccoli a spiccare il volo in anticipo. «Segnalazioni arrivano da tutta l'Isola», conferma a MeridioNews il presidente della Lipu Antonio Provenza. I cittadini si sono organizzati per accudire i rondoni. Guarda le foto
In Sicilia il caldo anomalo ha creato l’emergenza volatili Volontario: «Negli ultimi giorni ne ho raccolti più di 170»
Una precoce ondata di caldo africano sta creando un grosso danno alla popolazione nidificante in Sicilia di rondone. I piccoli volatili simili alle rondini, definiti delfini dell’aria, a causa delle temperature asfissianti che si registrano nei sottotetti dove ci sono i nidi, provano a spiccare il primo volo in anticipo ma, non essendo ancora pronti, cadono al suolo. Quelli che non muoiono, hanno bisogno di essere assistiti. «Negli ultimi giorni, ne ho raccolti più di 170», racconta a MeridioNews il giovane modicano Giuseppe Blandino che ha attivato sui social una rete per prestare soccorso a questi uccelli. Segnalazioni simili arrivano da più parti dell’Isola: dai volontari delle Saline di Priolo nel Siracusano agli attivisti del Wwf Sicilia nord-orientale di Catania fino a cittadini che cercano informazioni su come potere aiutare i volatili a sopravvivere e spiccare il volo. «Stiamo seguendo la situazione in tutta l’isola e stiamo ricevendo innumerevoli segnalazioni», conferma a questo giornale il coordinatore regionale della Lipu Antonino Provenza.
La sezione regionale della Lega italiana protezioni uccelli sta monitorando il fenomeno che, in questi ultimi giorni, sta assumendo i tratti di una vera e propria emergenza. «Il caldo anomalo è la causa scatenante di quanto sta avvenendo – spiega il presidente Provenza – I piccoli provano a lasciare il nido prematuramente per cercare refrigerio e cibo ma, a causa delle loro caratteristiche fisiche, non riescono a spiccare il volo e cadono per terra». A impedire ai cuccioli di rondone di volare è il fatto di avere le ali più lunghe della coda e di non riuscire ad aprirle completamente. «Se li trovate per terra – è il consiglio del presidente regionale Lipu – date loro un riparo e idratateli con una siringa, ma non lanciateli per aria. Poi contattate un centro di raccolta di fauna selvatica o il corpo forestale».
Intanto, in alcuni casi, i cittadini si stanno organizzando anche in maniera autonoma e spontanea per aiutare i piccoli volatili. «Finora ho nutrito circa 170 rondoni – racconta Blandino – Alcuni li ho raccolti io per strada, molti me li hanno portati altri cittadini a casa dove ho organizzato una sorta di centro di raccolta. A un certo punto – continua il giovane – però, ho capito che da solo non ce la potevo fare e, tramite i social, sono riuscito ad avere l’aiuto di altre persone che si sono offerte di curarli e prendersene cura». Un’organizzazione dal basso che si sta diffondendo in varie parti dell’Isola per provare a supplire, in qualche modo, ai centri di recupero di animali selvatici (Cras) che, al momento, sono oberati.
«Ho provato a contattare due centri regionali per il recupero della fauna selvatica, uno a Palermo e uno a Messina – aggiunge Blandino – ma mi hanno detto che gli stalli sono al collasso e che non hanno personale in numero adeguato per curarli». Scatole di cartone bucherellate, al momento, sono diventate i nidi domestici dei piccoli rondoni. «Serve un aiuto concreto, per questo chiedo alle istituzioni – è l’appello del giovane – di non voltarsi dall’altra parte e di dare il proprio contributo sostenendo, in qualsiasi modo, il servizio che stanno mettendo a disposizione molti volontari in giro per tutta la Sicilia».