Come vi abbiamo anticipato stamattina, sono 10 i comuni a rischio default in sicilia. Lo ha detto a linksicilia lassessore regionale delle autonomie locali e della funzione pubblica, patrizia valenti. Si tratta di mazarino (cl), aci sant'antonio (ct), tre castagni (ct), caltagirone (ct), centuripe (en), roccalumera (me), bagheria (pa), casteldaccia (pa), santa flavia (pa), acate (rg).
In Sicilia 10 comuni sull’orlo del crack, altri cinque salvati in extremis
Come vi abbiamo anticipato stamattina, sono 10 i comuni a rischio default in Sicilia. Lo ha detto a Linksicilia lassessore regionale delle Autonomie locali e della funzione pubblica, Patrizia Valenti. Si tratta di Mazarino (Cl), Aci Sant’Antonio (Ct), Tre Castagni (Ct), Caltagirone (Ct), Centuripe (En), Roccalumera (Me), Bagheria (Pa), Casteldaccia (Pa), Santa Flavia (Pa), Acate (Rg).
Per scongiurare il crollo di queste amministrazioni comunali “lassessorato sta lavorando a stretto giro con ognuno di essi, per verificare innanzitutto se ci sono le possibilità di evitarlo ha detto l’assessore Valenti. La soluzione per alcuni di questi comuni potrebbe essere, come estrema conseguenza, il default, il quale favorirebbe addirittura la rinascita dei comuni stessi.
Non è un caso che oggi la titolare delle Autonomie locali si è incontrata col collega dellEconomia, Luca Bianchi, con il quale ha esaminato, in sede di Conferenza per le autonomie locali, i casi specifici valutando con attenzione le soluzioni da intraprendere. Il governo ha già provveduto ad inviare dei commissari per coadiuvare i sindaci nella redazione dei bilanci, riferiscono fonti riservate.
Questione diversa, invece, è quella che riguarda altri quattro comuni dellIsola, Messina, Monreale, Belmonte Mezzagno e Cacciamo. Che rischiavano anchessi il default, ma grazie alla norma Salva Messina (varata da Crocetta a fine anno) in applicazione della legge nazionale pre-dissesto è stata impegnata la somma di 40 milioni sul capitolo del bilancio di previsione 2012 della Regione «destinata ai Comuni che abbiano attivato le procedure di predissesto».
Come si è arrivati allindividuazione dei quattro enti siciliani lo si evince dal decreto stesso: sono gli unici comuni ad aver violato il patto di stabilità nel biennio 2010-2011 (anche se la violazione da parte del Comune di Messina è sospesa in attesa della pronuncia del Cga e della Corte costituzionale) e, al tempo stesso, ad aver deliberato il ricorso alla procedura di riequilibrio nel 2012, come confermato agli uffici della Regione rispettivamente dal funzionario del ministero del Tesoro Pasqualino Castaldi e dal funzionario del ministero dellInterno Giancarlo Verde.