Domani il trentaquattresimo anniversario dell'assassinio dell'investigatore che pedinava i mafiosi a bordo del proprio scooter. L'iniziativa organizzata da Vespa club Panormus e Libera. Pagano: impegno privato testimonia dedizione al lavoro»
In sella alla vespa per ricordare Calogero Zucchetto L’investigatore che diede la caccia ai boss di Ciaculli
Un corteo in sella alla vespa, il mezzo con cui Calogero Zucchetto, poliziotto ucciso dalla mafia il 14 novembre del 1982, pedinava i latitanti, li fotografava e ne ricostruiva relazioni e movimenti. Così il Vespa club Panormus e Libera ricorderanno l’agente che cadde sotto i colpi dei killer in via Notarbartolo. Ed è qui che il corteo di vespe arriverà, domani intorno alle 18.30. Partenza prevista mezz’ora prima dalla sede palermitana dell’associazione fondata da don Luigi Ciotti, a piazza Castelnuovo. Un percorso a strada aperta che prevede via XX settembre, via La Farina e via Marchese Ugo, per raggiungere concludersi davanti alla lapide commemorativa.
«Abbiamo aderito all’iniziativa del Vespa club Panormus, i cui soci sono rimasti colpiti da questo aspetto particolare dell’attività investigativa di Zucchetto – dice Giovanni Pagano, presidente di Libera Palermo – che appunto utilizzava la vespa per seguire i mafiosi. A noi di Libera è piaciuta questa dimensione che concentra l’attenzione anche su aspetti della vita privata e sulla dedizione al lavoro e all’impegno civile che in questo caso prevede l’uso del mezzo anche nello svolgimento del proprio mestiere. Si tratta di una manifestazione che si aggiunge a quella ufficiale che si svolgerà di mattina davanti alla lapide».
Stretto collaboratore del commissario Ninni Cassarà, anche lui ucciso da Cosa nostra, Zucchetto era un investigatore scaltro e appassionato. Si concentrò in particolare a ricostruire affari e legami interni alla famiglia mafiosa di Ciaculli. Una volta, mentre stava seguendo due dei killer del gruppo di fuoco della cosca guidata dal papa Michele Greco, Pino Greco scarpuzzeda e Mario Prestifilippo, fu riconosciuto dai due. Fu probabilmente in quel giorno che la mafia decise la sua condanna a morte.