In ricordo di Libero Grassi/Messineo: “In Sicilia la rivolta al racket non c’è”

Al di là di tutte le dichiarazioni retoriche declamate stamattina a Palermo, in occasione delle commemorazioni dell’imprenditore Libero Grassi –assassinato  il 29 Agosto del 1991 per la sua ribellione al racket mafioso, per la sua coerenza alla vera antimafia, come vi abbiamo raccontato qui  –  a fornire un quadro nitido della dura realtà  pensa il numero una della Procura della Repubblica di Palermo, Francesco Messineo:

“Dopo l’arresto dei Lo Piccolo ci sembrava che si aprisse una nuova era, la speranza di una valanga che riducesse o spazzasse il fenomeno delle estorsioni da parte della criminalita’ organizzata. Tuttavia, oggi, parlare di una generale rivolta della società siciliana conro il racket delle estorsioni mi pare francamente eccessivo- ha detto il Procuratore Capo.

 “Rileviamo -ha aggiunto- segnali che dicono che Cosa nostra continua a chiedere il pizzo ma che sta anche ritornando a fare affari col traffico di stupefacenti, meno rischioso e piu’ remunerativo”
Presso la Procura di palermo sono stati 187 i procedimenti per estorsione; 103 nei primi sei mesi del 2013. Non so dire se siano pochi o molti. Ma ritengo che siano in linea con i numeri degli anni passati.

E’ pur vero -ha sottolineato il procuratore- che prima di Libero Grassi le estorsioni semplicemente non esistevano poiché  intese al pari di una tassa dovuta. La ribellione di Libero Grassi è come un lampo che squarcia le tenebre”.

Messineo non lo vuole dire, ma è ovvio che un centinaio di denunce,   sono davvero poche. Libero Grassi, come un lampo, ha squarciato le tenebre. Poi è tornato il buio? 

Grazie a Libero Grassi la Sicilia è cambiata in meglio. La politica, no. Basti pensare al fallimento della Regione, al precariato e al trionfo dell’illegalità amministrativa 

 


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