Musica, immagini e memoria. Così sabato Catania ha ricordato Giovanni Falcone e le altre vittime di Cosa nostra. La manifestazione si è svolta davanti a Palazzo di Giustizia. Presenti circa 300 persone, molti i ragazzi delle scuole
In piazza la storia dell’antimafia
E poi ti dicono “Tutti sono uguali, tutti rubano alla stessa maniera”. Ma è solo un modo per convincerti a restare chiuso dentro casa quando viene la sera… Con le note e le parole della canzone di Francesco De Gregori “La storia siamo noi”, è iniziata la serata di commemorazione in onore del giudice Falcone e di tutte le vittime delle mafia, organizzata come ogni anno da Cittàinsieme il 23 maggio davanti al Palazzo di Giustizia di Catania. È questo il primo messaggio della manifestazione: la storia in realtà non la fanno i vari Obama, Prodi o Berlusconi, ma la gente comune.
Nel diciassettesimo anniversario della Strage di Capaci, all’associazione guidata da Padre Resca si sono unite in piazza Verga le associazioni AddioPizzo Catania, Libera, Asaae, Asaec, Greenpeace e WWF, e gli alunni della Scuola media “Cavour” di Catania, per parlare di giustizia e antimafia e per ricordare con suoni, immagini e parole coloro che hanno sacrificato la propria vita per combattere contro la mafia. Colpisce il silenzio della magistratura catanese: su circa 300 persone presenti in piazza, se qualche giudice c’era di certo non si è fatto vedere.
Attraverso gli interventi dei ragazzi di Cittàinsieme, video e canzoni, sono stati ripercorsi i momenti più importanti della lotta alla criminalità organizzata, dal lavoro e dall’esempio del poliziotto Joe Petrosino, di Peppino Impastato e Pio La Torre, del generale Dalla Chiesa e dei giudici Cesare Terranova, Rocco Chinnici, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, passando per il Maxiprocesso del 1986, sottolineando gli alti e bassi dell’appoggio dello Stato, per arrivare fino ai giorni nostri e all’impegno nell’antimafia di associazioni come Libera e Addiopizzo.
“Pensiamo sia importante avere memoria e consapevolezza di questi fatti, perché come diceva il filosofo spagnolo George Santayana “chi non ricorda il passato, è condannato a ripeterlo” e siccome nella nostra storia ci sono stati troppi errori, noi non vogliamo che si ripetano più” – dice Alessandro di Cittàinsieme.
Alla domanda “perché siete qui”, Valentina di Addiopizzo Catania risponde: “Per dare continuità alla bambina di 12 anni che un giorno, vedendo le immagini della strage in TV non riuscì a capirne il senso e, riflettendoci, mi rendo conto che neanche oggi, dopo 17 anni, riesco a comprenderlo. Siamo qui per ricordare, ma soprattutto per testimoniare quanto sia importante tramutare questo ricordo ogni giorno in impegno concreto contro la mafia”.
Un monito e un invito a non perdere il vizio della memoria è stata la partecipazione dei ragazzi della scuola media Cavour, che si sono esibiti in un estratto del musical sulla mafia che hanno preparato durante l’anno scolastico. Il musical, realizzato con pezzi tratti da film e libri come Il Gattopardo e Tano da morire, per dire con quest’ultimo che è importante anche ridere della mafia, e brani musicali, alcuni scelti e suggeriti dai ragazzi stessi, è parte di un percorso didattico sulla legalità fatto anche di lezioni di storia della mafia, dell’antimafia e di riflessioni sul concetto di impegno civile.
“Lavorare a questo musical ci ha permesso di approfondire le nostre conoscenze della mafia e dell’antimafia, a farci pensare a cosa possiamo fare noi anche se siamo piccoli – dice Giuliana Bellomia di 12 anni, che nella commedia musicale interpreta Michelle Padovani, la giornalista che ha lavorato con il giudice Falcone – e a farci capire l’importanza che ha la scuola nel diffondere la cultura della legalità”.
La serata si è conclusa con le riflessioni di AddioPizzo, Asaae e Libera sul ruolo che le istituzioni e i cittadini hanno o dovrebbero avere nella lotta alla mafia oggi.
“Borsellino parlava di responsabilità etica nella politica, noi crediamo che questo tipo di responsabilità, oggi, dobbiamo essere noi per primi a metterla in pratica e si debba pretendere a tutti i livelli: da chi ci governa al nostro collega di lavoro, perché, come sottolineava Libero Grassi, “Io non divido le mie scelte con i mafiosi”” – recita la chiusura della riflessione di Addiopizzo Catania.
La memoria e l’impegno passato e presente sono stati al centro della commemorazione: ricordare per non abituarsi mai alla presenza mafiosa e, soprattutto, l’importanza di essere cittadini attivi e consapevoli per dire no all’occupazione mafiosa, perché come dice Giorgio Gaber nella canzone che ha chiuso la manifestazione “Libertà è partecipazione”.