In piazza contro gli ‘ascari’

Gente. Tante gente. Saranno stati due mila, o forse più i cittadini siciliani che oggi, alle 17,00, si sono dati appuntamento a Palermo, davanti la sede dell’ufficio del commissario dello Stato per la Sicilia in Piazza Principe di Camporeale. Una manifestazione molto polemica, per contestare un ufficio che, come è stato detto dai relatori che si sono alternati sul palco improvvisato, non si comporta più da “arbitro”, ma è “entrato in campo” – nel campo della politica siciliana – intervenendo anche “a gamba tesa”, per proseguire con la metafora calcistica.

E dire che questa manifestazione – e la partecipazione della gente – non c’era proprio messa. Tutto è successo la scorsa settimana – anzi, lo scorso fine settimana – quando l’Udc siciliana ha chiesto il commissariamento della Regione siciliana. Anzi, prima di chiederlo ha fatto inviare al Governo della Regione una lettera firmara dal capo del Governo nazionale, Mario Monti. Una lettera dai toni gesuitici in cui Monti ‘chiede’ notizie a Lombardo sulle sue dimissioni e sui conti della Regione.

Missiva ispirata dall’Udc che avrebbe dovuto preludere – nella testa del coordinatore dell’Uc siciliana, Senatore Giampiero D’Alia – al commissariamento della Regione per problemi finanziari. Peccato che la Regione siciliana, alla fine, ha solo un ‘buco’ sul bilancio di competenza di 5 miliardi (forse ci sarà qualcosa in più). Mentre Monti, da quando governa l’Italia, contrariamente a quello che ha promesso, ha prodotto 50 miliardi di euro di deficit pubblico, nonostante le tasse che ha ‘comminato’ agli italiani.

Tasse a parte, c’è anche un problema di principio: la Regione siciliana -Statuto e Costituzione alla mano – non si può commissariare, a meno che non ricorrano alcune condizioni. Che non ci sono. Dunque, non solo è quanto meno comico, se non ridicolo, che un Governo nazionale che ha prodotto 50 miliardi di deficit pubblico commissari una Regione che ha 5 miliardi di debiti di competenza (e non si ‘cassa’); ma questo sarebbe dovuto avvenire calpestando Statuto autonomistico siciliano e Costituzione.

L’Autonomia siciliana non si tocca. Non a caso, nel corso della manifestazione, qualcuno ha ricordato che in Spagna – in questi giorni – ci sono cinque o sei Regioni in condizioni peggiori della Sicilia. Ma nessuno,lì, ha chiesto il commissariamento. Anzi, in Catalogna, quando viene messa in discussione l’Autonomia, un milione di persone di catapulta nelle strade delle città.

Insomma: l’Udc siciliana  di D’Alia – spalleggiata dall’altro ‘genio’ di questo partito , il signor Pierfedinando Casini – si è resa protagonista di un clamoroso autogol. E ha pure ricompattato – e quindi rafforzato – il Governo Lombardo che, fino a qualche giorno fa, era dimissionario (l’imperfetto è d’obbligo, perché ora non sappiamo proprio quello che succederà).

In questa storia poco edificante si è infilato pure il commissario dello Stato, Prefetto Carmelo Aronica, che avrebbe inviato una ‘nota riservata’ al Governo nazionale. Noi di questa nota non sappiamo nulla. Ma se, come hanno detto oggi i relatori della manifestazione, questa nota è stata inviata a Roma, senza farla conoscere al Governo della Regione, beh, il Prefetto Aronica – sempre che le cose stiano così -ha commesso un errore.

Insomma: come fu e come non fu, l’Udc di Casini e D’Alia ha servito al Governo Lombardo un assist su un bel piatto d’argento: perché una buona parte dei Movimenti autonomisti – che molti osservatori di cose politiche siciliane continuano ad ignorare – si sono ricompattati attorno al Governo e all’Mpa. ‘Merito’, se così si può dire, di D’Alia e Casini…

Certo, sarebbe ingeneroso – e non veritiero – negare che alla manifestazione di oggi c’erano tanti esponenti dell’Mpa. Ma sarebbe altrettanto falso affermare che i partecipanti erano tutti del Movimento per l’autonomia di Lombardo. Purtroppo – per Casini, per D’Alia e per il Governo nazionale – c’erano tanti siciliani che con Lombardo e con il suo Governo non c’entrano nulla: gente scesa in piazza per difendere valori e non affari.

Tre gli interventi dal palco. Quello del presidente della Provincia di Agrigento, Eugenio D’Orsi: tanta  passione e tanta rabbia. Quello del professore Massimo Costa, razionale e controllato. Anzi, quasi millimetrico. Costa, che nella vita fa l’economista, ha ricordato che l’Autonomia siciliana è nata da un ‘Patto’ tra Sicilia e Repubblica italiana allora nascente (correva l’anno 1946). Ha aggiunto che il ‘Patto’ è stato violato da Roma (e qui non siamo d’accordo, perché a violarlo sono stati anche i politici siciliani ‘ascari’, purtroppo ancora presenti nel panorama politico siciliano: vedi l’odierna Udc siciliana che, pur di ottenere un risultato, peraltro politicamente miserrimo, è disposta pure a calpestare lo Statuto).

Costa ha detto che non bisogna chiedere l’abolizione della figura del commissario dello Stato, ma il momentaneo ‘congelamento’. in attesa di rimettere in pista l’Alta Corte per la Sicilia, che non è stata mai abrogata con legge costituzionale, ma condannata alla desuetudine (per la cronaca l’Alta Corte, della quale fece anche parte don Luigi Sturzo, il padre del Cattolicesimo sociale italiano ed europeo, è un organo paritetico tra Stato e Regione istituito per dirimere le controversie tra Stato e Regione; l’Alta Corte ha operato – ben operato – fino al 1957, quando una sentenza abusiva della Corte Costituzionale ne ha assorbito – sarebbe più giusto dire ‘digerito’, metabolizzandole in chissà che cosa – le competenze, tradendo l’accordo ‘Pattizio’ tra Stato e Sicilia).

Costa (nella foto accanto) ha invitato l’attuale Assemblea regionale a nominare i tre componenti dell’Alta Corte, mettendo in mora lo Stato. E noi siamo d’accordo con lui. 

Poi è stata la volta del Senatore dell’Mpa, Giovanni Pistorio, che non ha risparmiato fendenti al commissario dello Stato. Nel complesso, una manifestazione di popolo. Per metà targata Mpa, per l’altra metà connotata dalla presenza di cittadini siciliani normali, ma incazzati all’idea che Roma si voglia mettere sotto i piedi l’Autonomia.

Le foto del sit-in contro il Commissario dello Stato e per il ripristino dell’Alta Corte
Sit-in contro il Commissario dello Stato: “La battaglia è dei siciliani non del Mpa”


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