In Medicina il futuro è tutto un quiz

“Credo che chiunque debba avere la possibilità di credere in un sogno, anche se il mio oramai è stato distrutto”. Le parole di Maria, 20 anni aspirante studentessa di Medicina, non nascondono l’amarezza di fronte i risultati del test di ammissione.

Le graduatorie stanno lì appese e il viavai di studenti, spesso con genitori a seguito, è continuo: ammessi e non ammessi; nei volti traspare a volte sollievo, spesso delusione e anche quest’anno, accanto i pochi ammessi, per circa 1700 quizzandi il sogno di frequentare la facoltà di Medicina sembra essere svanito. Ovviamente non mancano le segnalazioni di ipotetiche irregolarità: “Nella mia sezione – continua Maria – appena il controllo veniva meno, alcuni ragazzi sono riusciti a farsi suggerire molte risposte da parenti e amici presenti in aula”. Un po’ quello a cui ha assistito anche Clara, 19 anni, nella cui sezione per il test di Odontoiatria “nell’ultima mezz’ora si poteva discutere tra di noi e, se si chiamava un professore, si avvicinava per un chiarimento privato. Nell’aula del test di Medicina invece c’è stata serietà assoluta”. Lo stesso vale per Silvia la quale coraggiosamente sostiene di aver tentato di “ricevere piccoli aiuti” ma che c’era troppo controllo per riuscirci.

Luigi, candidato medico ma iscritto in Informatica, ci racconta: “Alla fine non mi aspettavo di superarlo, si sa che ci sono solo raccomandazioni”. A tal proposito abbiamo voluto parlare con Alfio, 20 anni, vincitore del test di ammissione due anni fa e moderatore del forum di Ammissione.it, dove un’infinità di giovani da tutte le parti d’Italia suggeriscono le proprie esperienze: “Essendo un test ministeriale non è semplice ricevere favoritismi, i test arrivano sigillati e sono diversi ciascuno dagli altri.

Le risposte vanno date annerendo le caselle e i fogli vengono poi spediti al CINECA, a Bologna, che si occupa di correggerli elettronicamente attraverso dei lettori ottici. L’unica cosa che collega ciascuna scheda al proprio candidato è un codice a barre che viene applicato ad entrambe le buste del candidato al momento del test. Le schede anagrafiche rimangono a Catania e non c’è nessun modo, al momento della correzione, di risalire all’identità del candidato. Ciò che lascia un po’ perplessi, circa la serietà del test, è spesso la modalità di svolgimento. Ci sono, ad esempio, testimonianze scandalose nelle università di Messina e Napoli. Devo dire che, però, negli ultimi due anni non ci sono state segnalazioni particolarmente eclatanti”.

Il leitmotiv sembra ripetersi, scorrettezze dentro l’aula, anche se per alcuni la questione è differente. Per Luisa, 19 anni, “l’unica selezione è data dalle domande, mal strutturate e difficili da capire se non si è fatto almeno un anno di università”; per Chiara, 19 anni, invece basta studiare: “Da quando ho finito gli esami di maturità non ho fatto altro che studiare per il test di ammissione in medicina”.

Sembra il gioco delle parti: gli ammessi, giustamente, vogliono legittimare i propri sacrifici e i non ammessi, magari dopo aver frequentato corsi preparatori, dopo aver trascorso anche loro un’Estate a studiare, recriminano sullo svolgimento della prova, vedendo il proprio sogno allontanarsi.

Si è solo allontanato però, perché un sogno non può svanire. Si nasconde e aspetta dietro l’angolo.

“Se puoi sognarlo, puoi farlo” (Walt Disney)


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