Monsignor Salvatore Gristina convoca Comune e rappresentanti di varia natura invocando la «corresponsabilità» davanti al default. Il sindaco lancia l'allarme «bomba sociale» se non dovessero arrivare aiuti finanziari, mentre ritorna l'ipotesi sciopero generale
In Arcivescovado il «Patto» sociale anti-dissesto Sindacati a Pogliese: «Non hai onorato impegni»
«Il Comune di Catania non è in condizioni di approvare il bilancio riequilibrato entro l’8 maggio. Se Roma e Palermo non riescono a risolvere il problema, andremo incontro a una bomba sociale». Sono le parole del sindaco di Catania, Salvo Pogliese, in occasione dell’incontro di oggi al Salone dei vescovi voluto da monsignor Salvatore Gristina. Istituzioni, sigle sindacali e classe dirigente. Tutti uniti per accogliere l’invito della comunità cattolica che invoca un «Patto di corresponsabilità» per affrontare le conseguenze del dissesto finanziario. Tutti uniti sì, ma non senza polemiche.
Un confronto tra organizzazioni sindacali, cooperative, movimenti ecclesiali e rappresentanti istituzionali che, «con orgoglio e senza presunzione», fa seguito al primo appuntamento tenutosi al Palazzo della cultura a marzo. A introdurre la conferenza Agatino Cariola, professore ordinario all’università di Catania con la moderazione del giornalista Giuseppe Di Fazio. L’incontro è stato l’occasione per affermare che non bisogna parlare solo di dissesto, bensì occorre guardare al buio come agli aspetti positivi. «Il pericolo – esordisce Giuseppe Di Fazio – è che ci si abitui all’abbandono. Ci si salva se si riesce a costruire un percorso insieme. Se si riesce a vedere una luce in fondo al tunnel».
E in questa direzione remano gli interventi delle sigle sindacali. Cgil, Cisl, Uil e Ugl si dicono assolutamente disponibili a collaborare a condizione che «i patti vengano rispettati». Al centro della polemica sollevata da sindacati c’è il mancato incontro con l’amministrazione per discutere del bilancio riequilibrato e per cui le associazioni avevano rinunciato allo sciopero generale indetto lo scorso 30 marzo. «Comprese le difficoltà dell’Amministrazione – spiega Maurizio Attanasio della Cisl – abbiamo ritirato lo sciopero per un atto di amore e coraggio verso la città, ma gli impegni non sono stati mantenuti». Il segretario etneo della Cisl fa riferimento alla concertazione su Tari e bilancio riequilibrato che era stata promessa dall’amministrazione Pogliese in cambio della rinuncia alla protesta. Ma non solo. «Nella riunione indetta lo scorso 13 marzo – continua Attanasio – avevamo chiesto anche un confronto sul contesto sociale e programmazione del territorio. A parte l’incontro con i commissari, gli impegni non sono stati mantenuti e i patti non sono stati rispettati».
Prima di concludere l’intervento il segretario Cisl lancia un ultimo monito all’amministrazione. «Noi siamo pronti – sostiene convinto Attanasio rivolgendosi al sindaco – ma è necessario un confronto, anche serrato. E se non arriva, ripenseremo allo sciopero che abbiamo sospeso». Seguono gli interventi di Enza Meli (Uil) e Giovanni Musumeci (Ugl) che,nel condividere le posizione del segretario Cisl, ribadiscono la necessità «di sedersi al tavolo per scrivere delle regole certe per la nostra città».
Terminato il turno delle sigle sindacali, arriva immediata la replica del sindaco Pogliese che, nel rassicurare i sindacati per i futuri incontri, dipinge un quadro allarmante. «Gli impegni che ho assunto con i sindacati verranno certamente mantenuti. Ma non tutti». Il nodo è sempre il bilancio riequilibrato: «Potremo confrontarci quando ci saranno le condizioni per approvarlo e la copertura di cui potremo disporre». L’inquilino di Palazzo degli elefanti allude ai soldi promessi dal governo regionale e nazionale attravero la norma Salva Catania all’Ars e il decreto Salva Roma che dovrebbe contenere norme valide anche per il capoluogo etneo. Per il primo, approvato in commissione Bilancio a Palazzo dei normanni, attende ancora il vaglio dell’Assemblea regionale prima di portare a Catania un supporto finanziario della Regione. Sul secondo regna ancora l’incertezza a causa delle beghe tra Lega e Movimento 5 stelle anche se il sindaco Pogliese ha rassicurato: «C’è l’interesse capillare da parte di tutte le forze politiche». Proprio ieri il ministro Matteo Salvini, in comizio a Motta Sant’Anastasia in vista delle Amministrative, aveva detto: «Non posso pensare solo a Roma, devo pensare anche a città come Catania».
Ad aggravare il quadro, precisa Pogliese, la restituzione entro il 23 luglio di circa 66 milioni di euro a titolo di anticipazioni di tesoreria. «Nell’incontro organizzato circa tre settimane fa con deputati regionali e nazionali – conclude il sindaco – ho sottolineato che non riusciremo a rispettare questo termine». La palla passa a Palermo e a Roma che «se non dovessero riuscire a erogare i finanziamenti, impediranno al Comune di pagare gli stipendi, andando incontro a una vera e propria bomba sociale».