La procuratrice Roberta Buzzolani e il sostituto Carlo Boranga hanno firmato un atto di citazione diretta in giudizio per i vertici della società che gestisce il servizio idrico nei Comuni dell'Agrigentino. Davanti al giudice finiranno l'imprenditore Marco Campione e il direttore generale Giandomenico Ponzo
Impianti depurazione, Girgenti a processo a Sciacca La procura: «I cittadini pagano senza avere servizi»
Continuano a tenere banco nell’Agrigentino le vicende legate alla gestione di Girgenti Acque, il gestore del servizio idrico nei 27 Comuni della provincia. Dopo le rotture costanti delle tubature della condotta del Fanaco, che hanno lasciato a secco oltre 50mila persone appena due giorni fa, per la società sono scoppiati anche problemi giudiziari. A chiamare in causa la società è stata la procura di Sciacca. La procuratrice Roberta Buzzolani e il sostituto Carlo Boranga hanno infatti firmato un atto di citazione diretta in giudizio notificandolo al presidente di Girgenti Marco Campione e al direttore generale Giandomenico Ponzo.
L’inchiesta è incentrata sui canoni di depurazione caricati nelle bollette spedite agli utenti di contrada Ferraro, a Sciacca, che però non sono serviti da alcun impianto di depurazione. Secondo gli inquirenti, centinaia di persone avrebbero pagato per un servizio mai reso dalla società idrica e in tre anni si contano almeno 50mila euro di somme pagate ma non dovute.
Intanto la società ha diffuso una nota. Girgenti Acque «in relazione all’indagine avviata circa l’applicazione della tariffa di depurazione in alcune utenze ricadenti nel territorio di Sciacca non servite da impianto depurativo, e il consequenziale atto di citazione in giudizio da parte della procura, manifesta la massima fiducia negli organi inquirenti e confida sulla celerità degli accertamenti ritenuti necessari al fine di diradare ogni ombra su ogni azione posta in essere, atto questo fondamentale per stabilire la verità dei fatti ed evidenziare il corretto operato».
La società di Campione ribadisce di essere convinta di aver «sempre agito in buona fede e rimediato agli errori quando ne ha avuto contezza». Nessuna ammissione di colpe, dunque, che preannuncia un processo molto articolato e vedrà sul tavolo del tribunale di Sciacca anche gli esposti presentati dai residenti della contrada non servita dal depuratore. E a volte nemmeno dall’acqua corrente che però hanno pagato. Il processo si aprirà il 13 giugno.