Non tutti gli imprenditori vanno a nozze con un esecutivo che tutela i precari ai danni della vera economia. La verita' e' che gli imprenditori di catania guardano al mercato, mentre a palermo si privilegiano le clientele modello sas, il consociativismo e la gestione fuori legge della crias
Il ‘tavolo’ delle imprese attacca la Finanziaria del Governo Crocetta: “Taglia fuori le aziende e privilegia i carrozzoni del precariato”
NON TUTTI GLI IMPRENDITORI VANNO A NOZZE CON UN ESECUTIVO CHE TUTELA I PRECARI AI DANNI DELLA VERA ECONOMIA. LA VERITA’ E’ CHE GLI IMPRENDITORI DI CATANIA GUARDANO AL MERCATO, MENTRE A PALERMO SI PRIVILEGIANO LE CLIENTELE MODELLO SAS, IL CONSOCIATIVISMO E LA GESTIONE FUORI LEGGE DELLA CRIAS
“Rigore ed equilibrio di bilancio non trovano attuazione nella decisione del Governo regionale di tenere in vita le società partecipate. Caos normativo: lart. 10 pone il divieto di accordi con società esterne, tagliandole fuori dal mercato, mentre lart. 34 prevede incentivi alle imprese private per lassunzione dei precari”.
E’ duro il giudizio del ‘Tavolo per le imprese’ sul disegno di legge di stabilità regionale. Una manovra che “non incontra il favore del mondo produttivo siciliano” (e anche se una parte del mondo produttivo è andata a patteggiarsi ‘operazioni’ con la Crias, la Cassa regionale per le imprese artigianali siciliane che, da lungo tempo, opera in totale violazione di legge: cosa che, stranamente, non viene denunciata da Cna e Confartigianato: rilievi mossi, invece, dai grillini in un’interrogazione alla quale il Governo regionale non ha ancora dato risposta: i misteri e gli imbrogli ‘consociativi’ siciliani…).
Ma, illegittimità, illegalità e silenzi del Governo sulla Crias a parte, per fortuna c’è chi, nel mondo delle imprese siciliane, riesce a mettere a nudo, con una puntuale analisi di policy making, tutti gli aspetti controversi della manovra del Governo Crocetta, “che non ricalca quelle caratteristiche di rigore ed equilibrio di bilancio esposte in premessa”, stigmatizzano gli imprenditori del ‘tavolo per le imprese’.
Gli imprenditori del ‘tavolo’ “non individuano coerenza tra le norme contenute nel disegno di legge del governo e il difficile momento di congiuntura economica, che impone una tangibile azione di contenimento della spesa accompagnata da una efficace strategia di sviluppo”.
Le disposizioni di contenimento della spesa – sottolineano gli imprenditori del ‘tavolo’ – alla voce risparmi sanità’, sono contraddittorie se per lacquisto di beni e servizi si continua ad utilizzare la SAS (Servizi Ausiliari Sicilia), mega-carrozzone che simboleggia lo spreco di denaro pubblico. Come si può ridurre la spesa (di 100 milioni di euro) non rispettando le tariffe imposte dalla Consip? Non a caso il disegno di legge parla genericamente di applicazione di costi standard. La gestione economica delle partecipate regionali è irresponsabile ed è stata puntualmente smascherata dalla Corte dei Conti, che nel suo recente dossier parla di costi ingiustificati e poco trasparenti.
Il documento parla di scarsa diffusione della cultura dimpresa in Sicilia – spiega limprenditore Domenico Messina – e al contempo si prefigge lobiettivo di dare continuità e certezza alle politiche di sostegno del consolidamento delle attività imprenditoriali. Belle intenzioni che sono contraddette dalla previsione dellart. 10 del disegno di legge che pone il divieto di rinnovare o stipulare contratti con società private esterne, attribuendo i servizi alle stesse partecipate. In altre parole, viene salvato il modello salva-precari della pubblica amministrazione, che inevitabilmente produrrà i nuovi precari del settore terziario. La contraddizione si fa più evidente – aggiunge Messina – leggendo il 1° comma dellart. 34, che prevede incentivi alle imprese private per lassunzione stabile di precari. In sostanza, non sanno che strada prendere.
Da questo comunicato emerge, in tutta la sua drammaticità, la differenza culturale, prima che economica, tra l’imprenditoria di Palermo che, con le dovute eccezioni, rimane pasticciona, governativa e abbarbicata alla spesa pubblica (Confindustria Sicilia docet…) e l’imprenditoria catanese, disposta a mettersi in gioco per fare impresa.
da palermitani, spiace scrivere queste cose: ma è la verità. A dimostrarlo, ancora una volta, sono gli ‘abboccamenti’ tra l’imprenditoria palermitana e il Governo Crocetta. Non ci stupirebbe se, tra qualche settimana, gli imprenditori panormiti troveranno normale il mutuo da un miliardo di euro che la regione siciliana dovrebbe contrarre per pagare le imprese del Nord Italia…