Il sito (non più) dimenticato

Come ricorderete, qualche tempo fa Step1 si occupò della chiusura del sito web della Facoltà di Architettura di Siracusa. Il sito era stato chiuso per mancanza di fondi e di una locazione che ne permettesse l’operatività (mancavano fisicamente un tavolo, una sedia ed un pc), come ci era stato raccontato dal suo curatore, il prof. Fabio Ghersi.

 

Adesso, a distanza di tempo e dopo aver visto che il sito è di nuovo online, siamo tornati a sentire il prof. Ghersi per sapere da lui come si è svolta esattamente la vicenda e se rimane ancora altro da fare.

  

Professor Ghersi, il sito della Facoltà di Architettura è di nuovo operativo. Sono dunque divenute operative le “condizioni minime di lavoro” cui lei si riferiva nell’avviso che aveva pubblicato in homepage?

Si. Abbiamo finalmente la porta, la sedia, il tavolo e un computer. Nuovo per di più e non avrei nemmeno sperato tanto. C’è anche l’allaccio di rete anche se non abbiamo ancora ottenuto l’assegnazione di un numero tcp-ip perché la nostra vicepreside non ha ritenuto di potersi assumere la responsabilità di controfirmare il modulo di richiesta. Ma non ha importanza, ho settato il tcp-ip di un computer poco usato dell’istituto di urbanistica e, fino a quando nessuno lo accende, siamo in internet senza problemi.

Risolta anche la spinosa questione del contratto allo studente che mi aiuterà a portare avanti il sito. Non è ancora firmato ed è semestrale piuttosto che annuale come era stato richiesto, ma c’è. E’ li nero su bianco in tutti i dettagli. Mi ero sbagliato quando mi domandavo perché ci volessero più di tre mesi per preparare ‘due paginette’ di contratto. Infatti il contratto è di una sola pagina.

Ecco: le “condizioni minime di lavoro” ci sono tutte.

 

Sono stati dunque risolti tutti i problemi oppure rimane ancora da fare dell’altro?

Capirà che il minimo non è tutto. Vedremo cosa riusciremo a fare. Siamo in due: io sono il ‘responsabile’ ma devo fare anche  il tecnico programmatore e sono costretto a rubare tempo al lavoro per cui sono pagato (sono professore di progettazione architettonica) per fare anche quello. Lo studente che mi aiuta è un bravo informatico,  prenderà 600 euro lordi al mese ma dovrebbe trovare anche il tempo per portare avanti i suoi studi di architettura.

Vede, è il concetto che non funziona: se si vuole che una pagina web di facoltà diventi veramente un servizio utile agli studenti, ma anche al personale della facoltà, non basta costruire una volta un sito statico html e ogni tanto sbattergli dentro un testo aggiornato (che è ciò che potrebbe al limite essere proporzionato alle risorse di cui disponiamo).

Non vorremmo invece, per esempio, un servizio di iscrizione on line agli esami? E magari dei servizi automatizzati di segreteria e di biblioteca che permettano contemporaneamente al personale di svolgere più velocemente i propri compiti e agli studenti di fruire di informazioni aggiornate sul sito in tempo reale? E delle pagine in cui gli studenti possano trovare le dispense e le immagini dell’ultima lezione o la valutazione dell’esercitazione su cui si sono impegnati e i professori possano comunicare ogni eventuale variazione di programma o di orario anche all’ultimo minuto? E una documentazione completa dei prodotti della didattica della facoltà con i disegni, le fotografie dei modelli, i filmati? E magari un forum, dei servizi di newsletter per docenti e studenti o persino un bel giornale on line come Step1?

 

Quanto costerebbero invece queste cose? Possono esser fatte da due persone che lavorano nei ritagli di tempo? Non ci vorrebbe invece uno staff a tempo pieno composto da qualche programmatore, qualche grafico, un fotografo, un servizio di segreteria…?

Capirà che il problema è di ordine culturale e perciò la sua soluzione è lontana. Ma anche se essendo in due invece che cento dovessimo metterci cento volte il tempo necessario, noi lavoreremo – stiamo già lavorando – in quella direzione. Non so cosa riusciremo a realizzare, ma di certo avremo posto la questione.

 

Senza l’intervento di Step1 e la sua caparbia presa di posizione, probabilmente non si sarebbe arrivati a nessun risultato utile… chi la dura la vince allora?

È una vittoria che non mi rallegra per nulla. Di fatto ho avuto la dimostrazione che le “condizioni minime” che avevamo richiesto (stanza/computer/contratto) potevano essere – sono state – approntate in un paio di giorni. Tutto subito dopo l’uscita dell’articolo di Step1 e la divulgazione della lettera che le avevo scritto in quell’occasione. Tutto dopo diversi mesi di attesa e di assoluto silenzio. Tutto non perché c’era una delibera del Consiglio di Facoltà congelata dal 15 novembre o perché qualcuno si fosse reso conto che quelle “condizioni minime” erano davvero indispensabili e urgenti per portare avanti un servizio utile alla facoltà, ma semplicemente per mettere a tacere uno “scandalo”. Ed anzi devo ringraziare il dott. Murabito del centro di gestione amministrativa perchè ha almeno avuto la sensibilità di ritenerlo tale, mentre altri non l’hanno nemmeno percepito; e percepita l’ombra del disonore, si è mosso come un fulmine, e dal nulla in un istante ci ha fatto trovare tutto quanto avevamo chiesto.

 

Ora, per quanto possa essere felice di esprimere la mia gratitudine alla cortesia delle persone e di apprezzarne il siciliano senso dell’onore, mi comprenderà se dico che il funzionamento di questo sistema non mi tranquillizza per nulla. Non mi piace urlare, né protestare, né dover assumere ‘caparbie prese di posizione’. E questo episodio è veramente un granello di polvere rispetto alle questioni di gestione amministrativa dell’Ateneo. Le pare possibile che si debba fare tutto questo per ogni granello di polvere?

Le faccio un ultimo esempio: per ora usiamo programmi freeware perché stiamo lavorando soprattutto alla costruzione del database e del ‘motore’ php del sito; ma presto avremo bisogno di programmi affidabili di elaborazione grafica, di ocr, di conversione tra formati diversi. Sa che la richiesta ufficiale di software per il sito web di facoltà fatta dal mio predecessore, il prof. Nigrelli, tre o quattro anni fa non ha mai avuto nemmeno una risposta? E noi, una volta diradata la nebbia del polverone che si è sollevato, cosa faremo? Scriveremo un altro articolo per Step1?

 

Speriamo non ce ne sia il bisogno. Grazie professore.

Daniele Giuseppe Bazzano

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