Il «sistema collaudato» della truffa dei farmaci a Messina Ai domiciliari un farmacista e un medico, sette gli indagati

Le fiamme gialle hanno scoperto un’organizzazione dedita alla truffa nei confronti dell’Asp di Messina. Per questo sono indagate sette persone: il farmacista Sergio Romeo (di 44 anni) e il medico di base Ciro Liosi (di 65 anni)* sono finiti ai domiciliari, altri cinque medici sono stati sospesi dal servizio per un anno. Si tratta di Filippo Gregorio Cutrì (66 anni), Salvatore De Domenico (67 anni), Basilio Cucinotta (68 anni), Santi Ielo (68 anni) e Nunzio Minutoli (53 anni). Nei confronti degli indagati è scattato anche un sequestro di beni mobili e immobili e somme di denaro per un totale di 50mila euro.

Le indagini dei militari della guardia di finanza di Messina hanno riguardato complessivamente dodici persone, di cui sette sono state indagate. I reati contestati a vario titolo vanno
dall’associazione per delinquere alla truffa aggravata, dal falso ideologico all’esercizio abusivo
della professione
medica fino alla somministrazione di morfina senza la prevista prescrizione
medica. L’indagine è nata dopo una denuncia presentata all’Asp di Messina, per segnalare presunte irregolarità nell’emissione di prescrizioni mediche
(le cosiddette ricette rosse), nei confronti di fruitori di esenzioni ticket per motivi
reddituali, sull’acquisto di costosi farmaci portate poi a rimborso. 

È stato rilevato che le prescrizioni mediche ritenute anomale sarebbero state utilizzate principalmente per acquisti effettuati quasi esclusivamente in un’unica farmacia con sede nella zona sud della città dello Stretto.
Nell’ambito delle operazioni, sono stati acquisiti documenti sanitari e sono state sequestrate molte prescrizioni
mediche. In questo modo, le fiamme gialle hanno potuto evidenziare l’esistenza di una «collaudata associazione a
delinquere
, composta dal titolare della farmacia, da due dipendenti, dalla madre
del farmacista e da un medico di base dell’Asp di Messina, finalizzata alla commissione di truffe per il conseguimento di indebite erogazioni pubbliche». Al momento, il valore delle truffe è stato quantificato in circa 140mila euro

Stando a quanto emerso finora, la base logistica sarebbe stata la sede della farmacia messinese che, in breve
tempo, avrebbe visto aumentare in maniera esponenziale le vendite: nel 2015 ammontavano a 827.071,05 euro per passare poi, negli anni successivi, a 1.360.369,35 euro nel 2016 e 1.501.317,85 euro nel 2017. Volumi d’affari che, tra l’altro, sarebbero in controtendenza con i minori flussi di vendita di tutte le altre farmacie territoriali. Quello scoperto dalle fiamme gialle sarebbe un sistema di frode semplice ma funzionale; tanto che «la vendita
reale di farmaci ai consumatori si pone per questo esercizio quasi come una mera
attività di facciata
», spiegano i finanzieri. 

Il titolare, infatti, con l’aiuto dei sodali, avrebbe gestito e alimentato il collaudato meccanismo illecito: una vera e propria catena di produzione di false prescrizioni mediche, mediante il continuo
approvvigionamento di ricette rosse, sulle quali apporre le fustelle, provenienti da farmaci
scaduti o venduti a clienti fidelizzati
e privi di esenzione ticket, ai quali spesso veniva applicata una particolare scontistica. Per passare poi alla meticolosa preparazione di una contabilità amministrativa
apparentemente regolare, finalizzata alla riscossione dei rimborsi chiesti mensilmente e liquidati dall’Asp. 

Secondo quanto emerso dalle indagini, le prescrizioni sulle ricette rosse hanno riguardato prevalentemente farmaci costosi (anche fino a 587,02 euro a prescrizione), trattandosi
di farmaci normalmente prescritti in caso di trapianto di organi, dolore severo, trattamento post
chemioterapico
, carcinoma del polmone e altre patologie importanti. Questi farmaci, tramite false prescrizioni mediche, sulle quali sono risultati apposti timbri e firme riconducibili
ai sei medici convenzionati con l’Asp sarebbero prescritti soprattutto ad assistiti «deceduti e/o inesistenti»

Un sistema che, a conti fatti, ha prodotto un grave
danno economico all’Azienda sanitaria messinese
: dal 2016 in poi l’Asp ha corrisposto alla farmacia compensi superiori a un milione di euro
netti all’anno
. Nello specifico: per l’anno 2016, 1.124.544,77 euro; per l’anno 2017, 1.266.405,61 euro e per l’anno 2018, 1.285.801,89 euro. Sono in corso ulteriori indagini per quantificare il danno
erariale
complessivamente provocato. 

* Aggiornamento del 03/04/2020
Riceviamo dal suo avvocato e pubblichiamo l’aggiornamento sulla posizione di Ciro Liosi.

Con l’ordinanza di accoglimento (riesame ex art. 309 C.P.P.) del 02.04.2020, emessa dal Tribunale del Riesame di Messina, è stata totalmente annullata, per insussistenza dei gravi indizi di colpevo- lezza, l’ordinanza del 02.03.2020, resa nel procedimento n. 5836/18 RGNR, che aveva disposto a carico del mio rappresentato la misura cautelare degli arresti domiciliari e della sospensione dall’esercizio della professione medica. Ad oggi pertanto non esiste nulla che osti alla ripresa dell’attività lavorativa del mio cliente ed all’uopo sia l’Ordine dei Medici che l’ASP sono state informate affinché dispongano rispettivamente la revoca della sospensione e l’immediato reintegro nelle funzioni di medicina generale convenzionata del mio rappresentato.


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