Il simbolo del Gay Pride travolge Santa Rosalia

Nella Palermo delle mille emergenze anche il festino di santa Rosalia diventa un’occasione per le polemiche. Nella città dove l’amministrazione comunale vorrebbe mandare a letto i giovani dopo mezzanotte, anche nelle notti d’estate, e che contemporaneamente ospita il Gay Pride – in questo caso senza pensare agli orologi – sacro e profano alla fine si mescolano.

Un pezzo di Gay Pride viene proiettato sulla Cattedrale della città. Obiettivamente, non è una trovata geniale. Cosa che, su facebook, viene fatta notare da don Fabrizio Moscato, segretario dell’Arcivescovo di Palermo, Cardinale Paolo Romeo: “Vergogna! Stiamo toccando il fondo! L’ideologia omosessualista proiettata sul nobile portico meridionale della Cattedrale di Palermo in occasione del Festino della Patrona Rosalia! I simboli del Gay Pride e delle unioni omosessuali accostati ad un neonato… Il carro fatto passare a Porta Felice da un cancello con motivi orgiastici… Ma chi può convincermi che è tutto normale? Ma chi può avere argomenti che difendano un vero e proprio insulto alla nobiltà della fede che la Santuzza ed anche la Cattedrale rappresenta? Chi può dirmi che non si tratti di sudicia provocazione? Questo è il futuro visto con lo sguardo dei bambini? No! Questa è strumentalizzazione dei bambini! Questo è un futuro IMPOSTO ai bambini da minoranze che hanno uno sguardo falso e deviato… L’unica paura è per i più piccoli che ci guardano…”.

La replica alla Curia di Palermo è affidata all’assessore alla Cultura, Francesco Giambrone che all’Adnkronos spiega: “Erano immagini sull’amore, non sul sesso. Forse qualcuno l’ha interpretata come una provocazione, ma non c’era nessun intento provocatorio. Il video è stato proiettato sulla Cattedrale semplicemente perché era l’unico luogo su cui si potevano fare proiezioni. Forse sarebbe stato meglio proiettarlo in altre parti”. Ma no, assessore Giambrone, che dice?

Forse su questa vicenda sarebbe stata opportuna una dichiarazione del Sindaco della città, Leoluca Orlando, e non dell’assessore Giambrone. Per tanti motivi. Invece Orlando una dichiarazione l’ha rilasciata, prendendola, però, com’è nel suo stile, alla lontana. “Lo spettacolo di ieri sera – dice Orlando – è stato nel suo complesso un modo per narrare la città, una festa per raccontarne le tante parti, rappresentare i tanti tasselli del mosaico che la compongono. Una festa che è stata lo specchio di una città fatta di tante ricchezze, diversità e anime che convivono pacificamente”.

“Così come abbiamo visto il futuro nei 300 bambini del centro Santa Chiara con la pelle dei colori più diversi ma uniti e felici di esserlo – prosegue il Sindaco – così come nel donare a quei bambini la fascia di Sindaco abbiamo visto il futuro, altrettanto abbiamo visto nella rappresentazione delle tante anime che compongono Palermo, nessuna esclusa”.

“Una città che assume a proprio simbolo Padre Puglisi – prosegue il Sindaco nel suo panegirico che si arrotola su se stesso – che ha sfilato sul Carro e sul Carro resterà con la Santa nel sagrato della Cattedrale durante il prossimo anno. Una città che nelle sue tante e diverse anime convive pacificamente e si arricchisce. Il brano letto alla Cattedrale, trenta minuti di testi musicali e poetici che, tutti insieme, esortavano verso l’amore e in particolare verso l’amore e l’attenzione per il prossimo, è stato accompagnato da circa seimila immagini”.

“Na cuosa sulamienti ‘un t’ha a scurdari: ca quannu po’ aiutari un omu o un cani, ‘sta vota ‘un ‘o po’ riri: ma sì, RUMANI”. Così concludeva il testo poetico di Pippo Montedoro. E ancora: ‘Sono pure io Palermo’, ha cantato Olivia Sellerio nel suo inno a Rosalia. Sono concetti semplici, e semplicemente si è scelto di accompagnarli con immagini che narrano la città acriticamente, con ammirazione verso la bellezza data dalla diversità e dal molteplice, tutti in un unico corpus d’immagini da cui non è giusto né legittimo estrapolarne una e una sola”.

Che cosa c’entrino tutti questi paroloni pseudo-intellettuali con i fatti sgradevoli avvenuti ieri sera in Cattedrale non è dato saperlo. Il Sindaco, del resto, ha approfondito i suoi studi in Germania e noi non abbiamo gli strumenti per cogliere la sua sapienza teutonica applicata al cattolicesimo.

Quello che abbiamo capito è che Palermo ha accolto con gioia e letizia il Gay Pride sotto il segno della tolleranza. Mentre il Festino – che avrà anche radici pagane, ma di certo non orgiastiche – piaccia o no al Sindaco Orlando e all’assessore Giambrone, vede in prima fila la Chiesa cattolica. Per rispetto della Chiesa e dei cattolici – che non hanno, almeno fino ad ora, meno diritti degli omosessuali – il Comune avrebbe fatto bene a non far proiettare certe scene “d’amore” sulla Cattedrale. 

Secca la dichiarazione dei consiglieri comunali di Italia dei valori di Paolo Caracausi e Filippo Occhipinti: “Il Festino è la festa in onore di Santa Rosalia e non la continuazione del Gay Pride. Proiettare sulla facciata della Cattedrale il simbolo del Pride lo riteniamo una provocazione senza precedenti . Invitiamo il Sindaco Orlando che ha avallato l’iniziativa a riferire al Consiglio comunale e a prendere le distanze da chi ha proposto il video. Alcune idee vanno condivise e non imposte ed in particolare su questa materia”.

 

 


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