Il regista di Ultimo ritorna in città a caccia di talenti Reali: «Gli attori palermitani tra i più bravi del mondo»

«Palermo aveva bisogno di iniziative come questa, anzi ne aveva diritto». Con queste parole il regista Stefano Reali parla del progetto 2TheStage che il 15 e il 16 dicembre lo porterà a Palermo per scegliere 25 attori da formare, che potranno così avere un’occasione in più per entrare nel mondo del cinema. Affermato regista cinematografico e televisivo, Reali terrà due giorni di lezioni nella sede palermitana della Capital Dance Academy. Sceglierà personalmente gli allievi che lavoreranno al suo fianco a partire da gennaio, sempre nell’ambito del progetto. Classe ’57, formatosi al centro sperimentale di cinematografia di Roma, a inizio anni Novanta Reali ha insegnato recitazione al laboratorio di arti sceniche diretto da Gigi Proietti, dedicandosi contemporaneamente al cinema (sua la regia nel cult televisivo Laggiù nella giungla, ma anche nel successivo Una storia italiana), per poi spostare la propria attenzione sul mondo televisivo (Ultimo, Rimbocchiamoci le maniche, Come un delfino).

Il lavoro di Reali mira a preparare il suo gruppo a provini e casting importanti che l’accademia sta mettendo a punto proprio in questi giorni. Per selezionare i migliori talenti il regista allestirà un vero e proprio set per far percepire la pressione «anche psicologica» alla quale un attore è di regola sottoposto. Per Reali si tratta di un ritorno a Palermo perché era già stato nel capoluogo siciliano per realizzare alcune scene della miniserie cult Ultimo, uno dei suoi primi successi: «Sono molto legato a questa città. Anche perché era la prima volta che una fiction che si occupava di mafia veniva girata nei posti dove tutto era accaduto. Quindi al di là del successo che poi ha ottenuto ha suscitato una reazione popolare forte». Di Palermo «mi colpisce pensare che al centro del Mediterraneo ci sia stato un grande centro culturale europeo che dal ‘500 ad oggi è divenuto teatro di tante iniziative culturali di rilievo. Più di quanto ce ne sia memoria e riconoscimento anche nel resto d’Italia. Sono sempre felice di tornare qua». 

La scelta di attingere dai talenti presenti in Sicilia non è casuale: «Per me gli attori siciliani e palermitani in particolare sono tra i più bravi del mondo – afferma il regista – per un semplice motivo: perché riescono come pochi altri a restituire l’allusività, l’ambiguità, la ricchezza di semitoni. Personaggi che potrebbero teoricamente essere considerati come attori di rincalzo come Burruano, Sperandeo e Lollo Franco, in qualsiasi altra parte del mondo sarebbero nominati baronetti per il loro talento, per la loro capacità di esprimere sfumature poetiche a tutto tondo. È una caratteristica che qui si ritrova da parecchi secoli. Una capacità di andare oltre le cose a livello comunicativo che in altre regioni non c’è».

Quindi il progetto 2TheStage e la possibilità di essere formati qui a Palermo assume una valenza ulteriore: «Si parla di persone che oltre al teatro non hanno tante altre possibilità per farsi conoscere. Mancava un serbatoio di talenti dal quale potere attingere direttamente». Inoltre, sottolinea ancora Reali «l’attore siciliano deve essere messo in condizione di essere considerato un attore italiano e magari europeo. Non deve essere riconoscibile in stilemi che ormai sono vecchi. La gente non ne può più. In questo modo hanno quindi la possibilità di potere avere maggiore visibilità».  


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