Il Preside più telematico dell’ateneo

Fa la spola tra Catania ed Enna, le due sedi di Scienze della Formazione di cui è Preside, ma trova il tempo per confrontarsi direttamente con gli studenti sul forum del sito web della Facoltà, che cura personalmente. E’ fiero di avere raddoppiato il numero dei docenti dal 2001 ad oggi, la sua facoltà vanta il maggior numero di immatricolati per questo anno accademico. STEP1 ha incontrato il prof. Santo Di Nuovo. Ecco cosa ci ha detto.

Preside, molti considerano la laurea in Scienze della formazione quasi un diploma,  però è la facoltà che vanta più immatricolati nell’ateneo…
Se è per questo, a Catania, è anche la terza facoltà con la più alta percentuale di laureati che lavorano a tre anni dalla laurea… Lo riporta Almalaurea. Siamo secondi solo ad Ingegneria ed Economia. Anche se bisogna ammettere che il dato è un po’ falsato dalla presenza di parecchi studenti lavoratori. Molti si laureano tardi perché, per esempio, già insegnano e vengono poi classificati come ‘occupati congruenti’ alla laurea.

Ok, ma perché cosi tante iscrizioni?
Perché in fin dei conti offre più di molte altre facoltà, evidentemente. Poi da quando si è istituito il corso interfacoltà in Psicologia ad Enna (con Medicina e con Lettere), c’è stato un vero e proprio boom di iscrizioni. Abbiamo avuto più di 1000 iscritti, che sono anche troppi considerato che non ci saranno possibilità occupazionali per tutti. In Sicilia si stima un fabbisogno di circa 3000 psicologi e gli iscritti sono già 1500…

Non pensate al numero chiuso per questo corso?
Certo che ci stiamo pensando. Il piano deve essere approvato dal Ministero e poi sicuramente si istituirà. Anche se sono contrario ai numeri chiusi, davvero non c’è altra soluzione. Il percorso, comunque, è ancora lungo: bisognerà anche decidere come effettuare la selezione.

E adesso, concretamente, che prospettive hanno i laureati in psicologia?
Mah! Molti si iscrivono in psicologia senza nemmeno sapere di cosa si tratti, attirati magari da alcuni stereotipi, dal mito della psicanalisi, dell’interpretazione dei sogni ecc. Poi, durante il corso, si rendono conto che la psicologia non è questo e si verifica la dispersione, intorno al 30%. Comunque per i laureati si sta creando una strana situazione: si è stabilito che anche i laureati triennali in psicologia possano iscriversi all’albo, in una sezione specifica. Questi, quindi, possono lavorare anche se non possono accedere a certi tipi di incarichi. Il paradosso è che molte strutture assumono i laureati triennali, perché li pagano meno, e lasciano fuori i laureati quinquennali.

Sta dicendo che un laureato triennale in psicologia oggi ha più possibilità di uno quinquennale?
Purtroppo sì. Ciò dipende da un mercato distorto e lo si può controllare solo relativamente.. È un problema del sistema della formazione, che il ministro cambia senza dire niente a nessuno. Noi, come facoltà, non possiamo farci niente.

Appunto, il ministro! Come ha influito la riforma sulla sua facoltà?
Devo per forza parlare male del ministro? La riforma del 3+2 l’ha fatta Zecchino, mica la Moratti. Ciò significa che nemmeno i ministri precedenti hanno combinato qualcosa di buono. Il vero problema di ora è che non c’è programmazione, manca un’idea di cosa sia l’università. Manca soprattutto un progetto di passaggio dalla formazione alla professione. Il sistema è contraddittorio su questi temi. Noi nel triennio dovremmo formare e anche professionalizzare. “Ma come e per cosa?”, mi chiedo. Paradossalmente è poi la specialistica la laurea che dà più cultura e formazione di base che professione. Funziona tutto al contrario! Ancora, il passaggio dalla formazione professionale alla professione chi lo garantisce? Ricerche nazionali dimostrano che il mercato del lavoro richiede persone che abbiano conoscenze più generali. Il che dà anche luogo a logiche perverse, ma il ragionamento non è del tutto sbagliato: si richiede un laureato che abbia conoscenze di base e poi tocca all’azienda specializzarlo nel settore in cui ha bisogno.

Ma in concreto Scienze della formazione e i suoi laureati ci hanno perso o ci hanno guadagnato da questa riforma?
Posso fare un paragone solo con Psicologia, per la mia esperienza a Palermo prima della riforma e a Catania adesso. Nel complesso non credo che qualcuno ci abbia guadagnato, perché questa parcellizzazione delle materie non serve a molto. Nei piani di studio sono stati inseriti nuovi insegnamenti obbligatori a cui è assegnato un numero ridicolo di crediti. Che si può imparare da un corso di inglese da 3 crediti? O da uno di disegno, sempre da 3 crediti? Ma queste cose, ripeto, non le abbiamo fatte noi.

Ancora sulla sua facoltà: Scienze della formazione è terzultima per numero di docenti ma seconda per numero di iscritti. C’è un pesante squilibrio, no?
Guardi, quando qui sono arrivato io, nel 2001, il rapporto studenti-docenti era di 1 a 200. Ora siamo arrivati a 1 a 100, aumentando il numero di professori e diminuendo un po’ quello degli studenti. È l’unica facoltà che ha fatto tanto. Ma è sempre un rapporto pessimo, nonostante si sia raddoppiato il numero dei docenti in forza a questa facoltà. E parlo solo di docenti di ruolo, non mi riferisco a quelli assunti con contratto. Altrimenti il numero dei docenti salirebbe da circa 60 a oltre 100; ma non si tratta di docenti a pieno titolo.

Secondo lei è un problema strutturale?
È un problema finanziario, perché i professori costano.

E allora può essere un problema legato alla distribuzione dei finanziamenti?
No. È che ne arrivano pochi all’Ateneo dal Ministero. Poi vengono distribuiti alle varie facoltà in base a certi criteri. E per noi va bene così. Una fonte alternativa poi sono i finanziamenti esterni… noi li abbiamo dal consorzio di Enna e questi ci servono per pagare i nuovi docenti.

Che rapporto c’è con il consorzio ennese e con l’università Kore che ne è nata?
È ancora tutto da costruire, perché è ancora il primo anno della Kore. Per ora noi abbiamo la convenzione col consorzio ma dato che adesso Enna ha una università autonoma, stiamo aspettando di stipularne una nuova. Una possibilità è quella di mantenere un corso inter-ateneo, un’altra è che se ne facciano due di corsi, con l’apertura di Psicologia a Catania. Ancora non lo sappiamo. I rapporti sono comunque buoni, io addirittura faccio parte del comitato ordinatore della nuova università. Il legame è molto forte e complesso, ma i problemi sono a livello di ateneo, non riguardano solo Scienze della formazione. Adesso siamo in una fase di stallo, poiché le elezioni sono vicine e il Rettore è in uscita.

Lei, che è il Preside di Scienze della formazione, tiene personalmente un forum sul sito della sua facoltà. Come le è venuta l’idea?
Veramente l’idea è venuta agli studenti. L’abbiamo aperto prima a Catania, poi ne abbiamo aperto uno anche ad Enna. La sera io gli dedico una mezzoretta e rendo un servizio utile agli studenti. A me non sembra strano: credo anzi che un preside dovrebbe avere l’obbligo di farlo perché è l’unico modo per stare in costante contatto con gli studenti. Per me è normale che sia così, fa parte del nostro lavoro. Inoltre i forum mi permettono di venire a conoscenza di molte irregolarità, soprattutto nella didattica, di cui altrimenti non verrei mai a sapere. Quindi lo reputo uno strumento doppiamente utile. Come sono utili i siti web delle due sedi, sempre aggiornati e con molti servizi per gli studenti: dalla pubblicazione dei programmi alle varie graduatorie. La classica bacheca è ormai un oggetto antiquato.

Proprio per questo l’abbiamo definito il ‘preside più interattivo’ dell’ Università di Catania. Cosa ne pensa?
Mah… a me piace. Sono convinto che uno dei difetti più grossi dell’università sia lo scarso rapporto tra studenti e docenti. Certo, questo rapporto può essere coltivato con i colloqui al ricevimento ma molto si può fare via mail. L’Alfredo Rapisarda del vostro scherzetto via email, io ce l’ho veramente. Si tratta di una ragazza che sta a Modena e che sta facendo la tesi con me. La seguo a distanza, ci scriviamo, lei mi invia i capitoli; la tesi sta crescendo così.

Poi c’è anche ‘Form@zionemail’ un periodico che lei cura personalmente.
Sì, questo l’ho ereditato da Palermo, dove avevo iniziato a pubblicarlo. Non ha una cadenza fissa, esce quando è necessario. Lo curo io e Rosy Costanzo che lo impagina. Poi viene distribuito in facoltà ma naturalmente è anche disponibile on line, nel nostro sito.


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