Otto persone, tutte ritenute essere appartenenti alla cosca etnea, sono accusate di aver partecipato, a vario titolo, ai taglieggiamenti alla vecchia gestione del locale commerciale di Misterbianco. Il cui titolare, «con pesanti minacce», sarebbe stato costretto a versare i soldi «per la protezione». Guarda le foto
Il pizzo del Bingo family per i Santapaola-Ercolano Dieci anni di estorsioni da cinquemila euro al mese
Un’ordinanza di custodia cautelare in carcere notificata a otto persone già detenute. Tutte ritenute affiliate alla famiglia Santapaola-Ercolano. Tra le quali anche Antonino Santapaola, fratello di Nitto, recluso al 41bis. Secondo gli investigatori sono responsabili – a vario titolo – di una lunga serie di estorsioni alla vecchia gestione del Bingo family di Misterbianco, taglieggiato dal 2002 al 2012. Oltre ad Antonino Santapaola, le nuove accuse riguardano Salvatore Aiasecca (classe 1954), Dario Caruana (classe 1978), Salvatore Fiore (classe 1967), Davide Salvatore Licciardello (classe 1977), Salvatore Mirabella (classe 1965), Angelo Mirabile (classe 1966) e Francesco Petralia (classe 1962).
Le indagini sarebbero cominciate a seguito delle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, relative a una estorsione subita dal titolare dell’attività commerciale nel Comune etneo. Dopo gli accertamenti sarebbe stato verificato che gli uomini dei Santapaola-Ercolano, che operano nel quartiere di Villaggio Sant’Agata, avrebbero costretto la vittima – con pesanti minacce – a pagare il pizzo al clan.
A Natale e a Pasqua il Bingo doveva pagare, in contanti, tra i due e i tremila euro. Ma non solo. Ogni mese, il titolare sarebbe stato costretto a versare per i primi anni la somma di 2500 euro. E successivamente cinquemila euro al mese. Soldi necessari alla «protezione». La liquidità sarebbe servita per il mantenimento delle famiglie degli affiliati. Non solo quelli a piede libero, ma anche quelli già detenuti.