«Il Pd di Palermo? Ha da sindrome da bacchetta magica» Parla il capogruppo degli orlandiani a Sala delle Lapidi

Aurelio Scavone parcheggia. Così ci dice al telefono. Ha risposto dopo tre squilli. «Se dobbiamo parlare mi fermo. E a che ci sono entro in farmacia. Di cosa dobbiamo parlare?».

Di tutto, rispondiamo. Lui è il capogruppo del Mov 139 a Sala delle Lapidi, la sede del Consiglio comunale di Palermo. Scavone è accanto al Sindaco Leoluca Orlando da sempre. Da quando Orlando, nella seconda metà degli anni ’80 del secolo passato, lanciava la Primavera di Palermo. La persona adatta, insomma, per chiedergli perché mai, da qualche mese a questa parte, il Pd non fa altro che sparare a zero sull’attuale Amministrazione comunale. 

«Perché gli amici del Pd soffrono della sindrome da bacchetta magica. Ogni tanto gli capita. Per loro è una patologia ciclica che hanno ereditato dal vecchio Pci».

In che cosa consisterebbe questa malattia?  

«Vogliono tutto e subito. Così, con un colpo di bacchetta magica. In questi giorni, nella foga di chiedere tutto e, spesso, anche il contrario di tutto, si dimenticano di quello che è stato fatto a Palermo in questi due anni».

Ovvero?

«L’Amministrazione Orlando ha ereditato una città in ginocchio. Dire che la situazione finanziaria era drammatica è poco. Ebbene, a distanza di due anni i conti del Comune di Palermo sono in sicurezza. Nessuno ha perso il posto di lavoro. Tutti i dipendenti dell’ex Amia (la società che si occupava della raccolta e del trattamento dei rifiuti, ndr) lavorano. Tutti. Lo stesso discorso vale per i dipendenti della Gesip».

In verità, nel Bilancio approvato nelle scorse settimane, per la Gesip ci sono 30 milioni di euro per i circa mille e 800. Ci sembrano pochi.

«Non è così. E’ in corso l’esodo volontario. Oltre cento dipendenti l’hanno già accettato. E altri opteranno per l’esodo entro la fine di dicembre. Ce la faremo anche su questo fronte. In più aggiungo che tutte le minime retribuzioni, con un contestuale aumento delle ore di lavoro, sono passate a mille e 16 euro mensili. Nessuno guadagnerà meno di questa cifra. Anche questa è una grande vittoria dell’Amministrazione».

Rimane il disastro dell’Amat, l’Azienda per il trasporto pubblico delle persone.

«L’Amat aveva un buco di circa 9 milioni di euro. Oggi il buco finanziario è stato più che dimezzato. Con la ricapitalizzazione andrà in pareggio. Più di questo non si poteva fare. E a me sembra un ottimo risultato. Per non parlare della Gesap, la società che gestisce i servizi presso l’aeroporto della città. Aveva un deficit complessivo di 4,5 milioni di euro. Oggi è in pareggio. Anzi, con qualche linea di utile. Mi sembra un grande successo. Certo, abbiamo dato un dispiacere a chi pensava di rilevarla per i classici quattro soldi. Ma noi lavoriamo nell’interesse della collettività, non certo per favorire questo e quello». 

Detto questo, le polemiche non mancano. Nel centro cittadino c’è un po’ di caos. Piazza Ungheria è sempre piena di bancarelle.

«La solita storia delle bancarelle. Guardi, le bancarelle, quando l’Amministrazione comunale si è insediata, erano ovunque. In Piazza Politeama, in Piazza Massimo, in via Cavour. L’Amministrazione ha messo ordine. Mi sembra che in queste aree il caos sia stato eliminato».

Noi parlavamo di Piazza Ungheria.

«Guardi, Piazza Ungheria, o meglio, i dintorni di Piazza Ungheria, quando l’Amministrazione comunale si è insediata erano immondezzai. Tutta l’area è stata ripulita. Certo, ci sono ancora le bancarelle. Ma stiamo lavorando per eliminare, o magari per limitare, anche la confusione di Piazza Ungheria».

Ci dicono che spenderete un sacco di soldi per eliminare il percolato della discarica di Bellolampo. Ci dicono che ci sarebbero soluzioni alternative meno costose. 

«Si dicono tante cose. Tutto si può fare. Ma, ripeto, rispetto a tutto quello l’Amministrazione ha fatto, tirare fuori la storia del percolato mi sembra eccessivo. La verità è che i problemi che l’Amministrazione sta affrontando sono tanti. Ho parlato di Gesip ed ex Amia. Ma ricordo che, anche sulla gestione dei rifiuti siamo riusciti a riprendere una situazione che definire difficile è un eufemismo. C’era l’Amia che stava chiudendo. E infatti oggi non c’è più. E’ stata creata una nuova società, la Rap, che in buona parte ha risolto il problema dei rifiuti in città».  

A parte il fatto che ancora qualche problema c’è, dobbiamo ricordare che la Rap – la nuova società che oggi si occupa della raccolta e del trattamento dei rifiuti – costa ai palermitani 130 milioni di euro all’anno. Non è una cifra di poco conto. Tra l’altro, non c’è molta chiarezza sui bilanci della Rap e, in generale, sui bilanci delle società collegate. 

«Intanto la Rap non ha ancora un anno di vita. E, di conseguenza, non può avere un bilancio. Poi ricordo che Rap è una società in fase di costruzione. Tutto il servizio raccolta e trattamento rifiuti è stato rivisitato da cima a fondo. Gli amministratori di questa società hanno fatto miracoli. A quelli che oggi criticano ricordo qual era la situazione rifiuti a Palermo negli ultimi anni dell’Amministrazione di Diego Cammarata, con le emergenze – leggere immondizia non raccolta per le strade – che esplodevano in piena estate. Oggi tutto questo non c’è più. Non solo. Il prossimo anno, conti alla mano, l’Amministrazione ridurrà la Tari. E’ un impegno assunto dal Sindaco Orlando. E sono certo che lo onorerà».  

Parliamo del nuovo Tram. I palermitani lamentano troppi disagi. In effetti, via Notarbartolo è nel caos totale. Ma a chi è venuto in testa di far passare il nuovo Tram da una delle più importanti via della città?

«Queste sono scelte progettuali. E andranno verificate quando l’opera sarà terminata ed entrerà a regime, non mentre i lavori sono in corso. Ai cittadini che si lamentano per il traffico automobilistico di via Notarbartolo dico: è giusto lamentarsi per i tanti cantieri che l’Amministrazione è riuscita ad avviare? Mi sembrano discorsi fuori luogo. Ci sono, è vero, città ordinatissime dove i lavori pubblici sono inesistenti. Questa Amministrazione, tra linee di Tram e altre opere pubbliche, ha mobilitato oltre 460 milioni di euro di fondi europei. Ha fatto male? Non credo. Sta dando lavoro a migliaia di operai. Viviamo un momento di crisi terribile. I cittadini devono sperare che l’Amministrazione continui ad aprire cantieri che, in tempi di crisi economica, sono una risposta keynesiana in grado di rilanciare l’economia cittadina. E dico di più».

Cioè?

«Dico che la nuova Programmazione dei fondi comunitari 2014-2020 guarda direttamente alle città. E sono certo che Palermo si attrezzerà per intercettare una quota di queste risorse finanziare per migliorare i servizi e dare un’ulteriore spinta all’economia cittadina. Ci saranno disagi? Pazienza. Le opere pubbliche, se fatte bene e completate, non hanno mai creato problemi. Semmai creano nuovi servizi in favore dei cittadini».  

D’accordo. Ma pensate veramente che gli abitanti di Borgo Nuovo paghino oltre due euro di biglietto di Tram per arrivare nel centro della città?

«Oggi pagano il bollo e l’assicurazione delle automobili. E poi basta con questa storia dei biglietti. La legalità va ripristinata».

Le ricordo che siamo a Palermo. Dove è facile parlare di legalità con la pancia piena…

«Se la sua battuta è rivolta a me, beh, sta prendendo un abbaglio».

Perché?

«Perché io sono un dirigente della Regione siciliana al quale hanno dimezzato la retribuzione».

Ci racconti.

«Lavoro presso il dipartimento dell’Energia. L’allora dirigente generale, dottore Maurizio Pirillo, diceva che facevo troppe assenze. E ha tolto dalla mia retribuzione la parte variabile. Il risultato è che sono in causa con l’Amministrazione regionale. E, come detto, con la retribuzione dimezzata. Proprio io con il ruolo di consigliere comunale non guadagno proprio».

Ma lei non usufruisce della legge regionale sui rimborsi a carico del Comune? 

«Ma sta scherzando? Io non faccio queste cose. Io vivo solo del mio. E non ho alcuna intenzione di pesare sui conti del Comune». 

(Ci sono, per la cronaca, consiglieri comunali che si fanno rimborsare, indirettamente, le retribuzioni: il Comune paga le aziende presso le quali questi consiglieri comunali lavorano e tali aziende, a propria volta, girano la retribuzione ai consiglieri comunali. Una pacchia, perché c’è chi si fa promuovere dirigente dopo essere stato eletto al consiglio comunale: è così in mezza Sicilia. Uno scandalo tutt’ora nascosto. Se Scavone ne avesse approfittato, oggi non avrebbe questi problemi).

Torniamo ai rapporti con il Pd. Che non sembrano buoni. L’onorevole Antonello Cracolici non è stato tenero con l’attuale Amministrazione comunale.

«Cracolici non è il solo a criticare. Ci sono anche il segretario provinciale, Carmelo Miceli. E il segretario regionale, Fausto Raciti. E poi anche una serie di piccoli consiglieri comunali che passano di qua e di là. Che le debbo dire? E’ facile passare da una parte all’altra e criticare. Noi, però, ci occupiamo di cose un po’ più serie. Quanto a Cracolici, ricordo che, nel passato, cioè negli anni ’90, è stato assessore della Giunta di Orlando. Ed è stato un caso». 

In che senso?

«Nel senso che Orlando, nel selezionare gli assessori, predilige i tecnici. Ma i veri tecnici, ovviamente, non i finti tecnici che vediamo in altre Amministrazioni pubbliche. Nelle esperienze amministrative di Orlando i casi di assessori politici si contano sulla punta delle dita. Ricordo Elio Bonfanti, Alessandra Siracusa ed Emilio Arcuri. E Cracolici. Ma sono stati casi particolari. Orlando, lo ripeto, punta sempre sulle vere professionalità nell’interesse della città». 

Restano le critiche. 

«E alle critiche del Partito democratico ho già risposto oggi e qualche giorno fa, proprio sul vostro giornale». 

Si riferisce alla poltronite di certi dirigenti del Pd. 

«Per l’appunto». 

C’è anche il problema dei senza casa. Che a Palermo è molto sentito.

«E’ un problema di Palermo e di tante città europee. La crisi economica morde in tutta l’Unione europea». 

Però l’Amministrazione comunale, fino ad oggi, non ha fornito grandi risposte a questo dramma sociale. 

«Non è così. C’è un bando per trecento famiglie. Il Comune pagherà l’affitto. La risposta c’è». 

A noi sembra una risposta debole. Anche perché, in assenza di risposte, si susseguono le occupazioni di immobili. Pensiamo agli immobili della Curia. 

«Ci pensiamo anche noi. E sa cosa le dico? Che dalla Curia Arcivescovile di Palermo mi aspettavo una risposta diversa. Sulla scia della svolta che Papa Francesco sta imprimendo alla Chiesa. Mi aspettavo più attenzione e più solidarietà da parte della Curia di Palermo verso i senza casa». 

Noi ci aspettavano che il Comune pagasse l’affitto alla Curia, in riferimento alle abitazioni della Curia occupate dai senza casa.

«Pensavate in modo errato. Se il Comune comincia a pagare gli affitti di tutti quelli che si mettono ad occupare le abitazioni sfitte di Palermo, beh, il caos sociale e finanziario sarebbe assicurato. Detto questo, il Comune sta provando a dare risposte al problema dei senza casa in generale. Se poi i senza casa occupano le case dei privati, beh, questo non è un problema dell’Amministrazione: è un problema di ordine pubblico. Se ne devono occupare la Prefettura e, in generale, le forze dell’ordine». 

    

            

  

      

Giulio Ambrosetti

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