In compenso deturpa il paesaggio e rischia di creare problemi ecologici. Di fatto e' una speculazione. Sullo sfondo gli interessi poco chiari (e bancari) del governo monti
Il Parco eolico offshore del golfo di Gela? Alla Sicilia non porta alcun vantaggio
IN COMPENSO DETURPA IL PAESAGGIO E RISCHIA DI CREARE PROBLEMI ECOLOGICI. DI FATTO E’ UNA SPECULAZIONE. SULLO SFONDO GLI INTERESSI POCO CHIARI (E BANCARI) DEL GOVERNO MONTI
Il Parco eolico offshore nel Golfo di Gela – con buona pace di chi in questo progetto da orecchiante vede il progresso – è una semplice e lucrosa operazione speculativa, che alla Sicilia non porta alcun vantaggio. Nel corso di questo intervento conclusivo (abbiamo dedicato all’argomento due articoli) illustreremo i dati presi da Terna (fonte ufficiale ) a disposizione di chiunque volesse consultarli.
L’operazione porterebbe vantaggio soltanto all’azienda che si è procurata le autorizzazioni, assicurandole introiti per milioni di euro ove fosse realizzato questo progetto.
Vediamoli i numeri e, magari, a seguire faremo qualche commento.
Il deficit produttivo di energia in Italia a tutto dicembre 2013 è di 42.137 Gwh. A fronte di una richiesta di consumo di 318.475 Gwh corrisponde la produzione totale di 278.832 Gwh. I consumi in gigawatt delle quattro maggiori utenze ammontano per l’agricoltura a 5,677, per l’industria a 124.870, per il terziario (al netto dei consumi delle Ferrovie dello Stato, che da parte loro consumano 4790 gwh) è di 94.906 ed infine quella dell’utenza domestica che ammonta a 66.983 Gwh.
Se poi i dati li esaminiamo per singola Regione, ci accorgiamo che dodici Regioni su venti sono deficitarie di produzione, mentre le restanti, chi più e chi meno, sono in surplus produttivo. La Sicilia è compresa tra queste ultime. Vediamole quelle deficitarie che sono la maggior parte.
Piemonte: deficit 241: produzione 25.231, domanda di consumo 25.472; deficit 241.
Lombardia: produzione 42.029; domanda 64.854; deficit 20.383.
Veneto: produzione 16.871, domanda 29.922; deficit 13,47
Friuli Venezia Giulia: produzione 9.449, domanda 9.850; deficit 454.
Emilia Romagna: produzione 18.659; domanda, 29.061; deficit 10.434
Toscana: produzione 15.078; domanda: 21.225; deficit 6.146
Umbria: produzione 2.257 3.446; domanda 5.097; deficit 2.257
Lazio: produzione: 18.710; domanda 23.715; deficit 5.004.
Abruzzo: produzione 4.657; domanda 6.808; deficit 2.221
Campania: produzione 9.749; domanda 18.340; deficit 9.180
Basilicata: produzione 2.195: domanda 2.043; deficit 748.
Tutte le altre regioni, come si è già ricordato, hanno risorse energetiche superiori alla domanda di consumo. Purtuttavia gli impianti eolici non si fanno in prossimità di quelle località, bensì in Sicilia.
Al dato complessivo dell’approvvigionamento energetico accenniamo brevemente. L’Enel preferisce acquistare energia prodotta da altri, privati, e magari anche dalla Francia e dalla Svizzera perché questa costa assai meno che produrla in proprio. In soldoni: pagarla ai privati è più vantaggioso dei costi della sola manutenzione degli impianti di produzione propri.
Questi i dati sull’approvvigionamento energetico nazionale e locale e questa la filosofia aziendalistica dell’Enel. Con essi il sistema energetico nazionale deve fare i conti. Va da sé che l’intervento dei privati nella produzione di energia diventa un business parecchio allettante. In quest’ottica si colloca l’impianto eolico offshore di Gela.
Non staremo qui a discutere delle relazioni che intercorrono tra la Moncada Energy srl e la Mediterranean Wind Offshore srl di La Spezia per la ragione che loro o altri, allorché si presenta l’affare, non si capisce perché non avrebbero dovuto sfruttare l’occasione. Dal punto di vista dell’imprenditore, sarebbe una solenne sciocchezza non approfittarne.
La questione che va posta è, invece, la strategia politica nazionale di governo che è ben felice quando può sfruttare le risorse del Sud a favore di un non meglio precisato vantaggio nazionale, per la ragione che al Sud restano sempre ‘i scuorci’, le bucce, perché la polpa va sempre altrove.
Nella vicenda va evidenziato un aspetto, apparentemente marginale, ma che visto nel contesto assume un significato rilevante. Vediamolo da vicino, questo aspetto .
Il progetto in questione è stato predisposto nel 2004, ben dieci anni addietro e nel novembre 2006 è stata presentata richiesta di concessione demaniale marittima.
Nel febbraio 2008 è stata presentata richiesta al ministero dell’Ambiente di Pronunciamento di compatibilità ambientale e di Autorizzazione unica al ministero delle Infrastrutture e Trasporti. Un anno e due mesi dopo la Commissione di verifica dell’impatto ambientale esprime parere positivo sul progetto e, un anno e mezzo dopo, l’assessorato Ambiente della Regione siciliana, alla richiesta di parere di competenza, rigetta il progetto con parere negativo.
Manco due mesi è già la Commissione di Verifica dell’impatto ambientale è chiamata in causa a controdedurre le argomentazione opposte dalla Regione siciliana e con parere n.619 del 16 febbraio 2009 conferma il suo precedente parere positivo, seppure con talune prescrizioni a tutela dell’ambiente, che magari prima non aveva nemmeno posto.
Interviene, però, un imprevisto: il 3 giugno 2009 il ministero dell’Ambiente esprime parere negativo e tutto si blocca per tre anni, finché il 30 aprile 2012 la questione non viene esaminata nientemeno che dal Consiglio dei Ministri del Governo del senatore a vita Mario Monti, che sull’argomento delibera di condividere, facendole proprie, le motivazioni espresse dal ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare in merito alla compatibilità ambientale del progetto presentato dalla società Mediterranean Wind Offshore srl, relativo all’impianto eolico da realizzare nel Golfo di Gela, antistante il Comune di Butera e di dare atto che sussiste la possibilità di procedere alla realizzazione di detto progetto, entro i limiti e con il rispetto delle prescrizioni impartite dalla Commissione Tecnica di verifica dell’impatto ambientale nel parere rilasciato nell’assemblea plenaria del 28 aprile 2009.
Il 2 luglio 2013 l’Ufficio del Genio civile di Caltanissetta, organo tecnico della Regione siciliana, rilascia il Nulla Osta alla realizzazione del progetto e sei giorni dopo, l’8 luglio 2013, il Comune di Butera rilascia il parere di congruità urbanistica.
Di fronte a queste interminabili lungaggini burocratiche qualsiasi cittadino e, a maggior ragione, qualsiasi imprenditore avrebbe fatto u riavulu a quattru. In questo caso niente. I promotori del progetto erano consapevoli che l’operazione era azzardata e la sua riuscita era affidata alla perizia della burocrazia e alle complicità politiche.
Pensate, della questione se n’è occupato persino il Consiglio dei Ministri. L’intero Governo nazionale si è preso la briga di decidere sulla validità strategica dell’impianto di pale eoliche offshore nel Golfo di Gela. A prima vista non sembra una questione di strategia economica nazionale, eppure è avvenuto. Potenza delle entrature.
In particolare, nel caso in questione le entrature erano di grosso peso e di enorme influenza. La società Mediterranean Wind Offshore ha tra i suoi soci la Termomeccanica spa, anch’essa di La Spezia, nella quale a sua volta è socio la banca Intesa San Paolo. Di questa banca è magna pars il dottore Corrado Passera che nel Governo del professore Mario Monti ricopriva l’incarico di ministro per lo Sviluppo Economico, più entratura di così è difficile trovarne.
Nella vicenda va, però, dato atto anche alla maestria degli operatori burocratici, i quali, usando con saggezza e sapienza un antico convincimento consolidato della scienza burocratica, hanno saputo aspettare che la pratica maturasse sulla scrivania dell’operatore responsabile del procedimento. Ci sono voluti dieci anni, ma il gioco valeva la candela.
Qual è questa ‘candela’? Pensate un progetto che sarà costato due/trecento mila euro per la sua compilazione, oggi vale almeno cento volte di più. Se pensate, poi, al rendimento proveniente dall’acquisto da parte dell’Enel dell’energia prodotta, il disegno strategico dell’operazione speculativa è completo.
In conclusione, un’ultima osservazione ed un suggerimento.
L’osservazione riguarda l’assenza nel dibattito e nell’azione politica da parte dei cosiddetti ‘sicilianisti’. Mentre discettano sui grandi temi, per esempio la moneta siciliana, e volano alto, oppure si soffermano su rimembranze storiche, il saccheggio delle risorse siciliane continua ininterrotto e mortificante per la Sicilia.
Per il riscatto della Sicilia ci vuole un progetto ed un’azione politica conseguente.
Il consiglio, invece, è rivolto ai nostri critici secondo i quali le battaglie che sosteniamo sarebbero di retroguardia rispetto al progresso e alla civiltà tecnologica. Ebbene, a costoro rivolgiamo l’invito a recarsi per una proficua escursione turistica nell’isola di Mozia e constatare di persona la validità tecnologica degli impianti eolici. Provare per credere.
E, sempre a loro, ci permettiamo di invitarli a riflettere su un punto. Non sarà un caso che l’Europa, quella progredita di cui è parte integrante anche la Danimarca, abbia deciso di dichiarare il litorale ad ovest del centro urbano di Gela sino a Licata, compreso il litorale di Butera, zona d’interesse comunitario. La stessa cosa l’Europa, quella civile e progressista, di cui fa parte anche la Danimarca, non ha ritenuto di pronunciare lo stesso interesse per il porto di Copenaghen.
(3° puntata – Fine)