Il nemico in casa

Donne. Gentil sesso o sesso debole. Madri, mogli, figlie. Ogni donna porta con sé il dono della vita, ma troppo spesso il loro corpo e la loro mente vengono violate da uomini miseri. Purtroppo nella stragrande maggioranza dei casi, uomini che vivono nello loro stesse case.

 

Un dato sconcertante su tutti: una donna su tre subisce maltrattamenti dall’uomo che ha scelto come compagno di vita.

 

In occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, l’associazione ‘Penelope’ promuove a Catania, con il patrocinio dell’Assessorato Comunale alla Promozione Sociale, una mostra collettiva a tema di opere di artisti locali. La mostra, ospitata nei locali del centro Mammut, di via S. Lorenzo 20 a Catania, è stata inaugurata sabato 25 alle ore 18.30 alla presenza degli artisti e degli studenti degli Istituti d’arte che hanno aderito all’iniziativa. All’inaugurazione hanno partecipato Stefania Gulino, assessore promozione sociale del Comune di Catania, Cettina Restuccia, responsabile del progetto ‘Fragile’ e Carmen Lasorella, giornalista Rai, che ha presentato il video di una delle sue inchieste dal titolo “Un nemico in casa”. La mostra potrà essere visitata tutti i giorni fino a sabato 2 dicembre, dalle ore 19.00 alle ore 01.00.

 

 

Dopo aver assistito alla presentazione della mostra e del progetto ‘Fragile’, abbiamo intervistato la sua responsabile, Cettina Restuccia.

 

Può parlarci del progetto ‘Fragile’, portato avanti dalla sua associazione?

L’associazione ‘Penelope’ porta avanti un progetto finalizzato all’aiuto di donne vittime di violenza nel territorio catanese. Facciamo ascolto, raccolta e accoglienza delle domande, dopodiché cerchiamo di decodificare il bisogno per dare un’immediata risposta.

Spesso chiedono di allontanarsi da un contesto familiare violento, ma nel 90% dei casi le famiglie non sostengono l’allontanamento di queste donne. Le donne, così, non essendo economicamente indipendenti, restano legate a situazioni familiari di violenza.

Cerchiamo di rispondere a questi bisogni con concretezza: intanto facendo conoscere i mezzi legali a disposizione per potersi allontanare o per allontanare il coniuge o il convivente violento; cerchiamo di trovargli un lavoro, una casa e – se necessario – le aiutiamo a fuggire o restando in territorio siciliano o mandandole in altre città d’Italia.

In più quando facciamo una presa in carico, di solito seguiamo le donne anche nei rapporti con le istituzioni.

 

Durante la presentazione sono stati letti i numeri delle violenze sulle donne nel mondo e in Italia, qual è la situazione a Catania?

Catania rispecchia pienamente i dati nazionali: una donna su tre subisce violenza dal compagno. Tali violenze non sono solamente di natura fisica, ma anche psicologica (rimproveri, sottomissioni, insulti, ecc…). E molte donne subiscono violenza in silenzio, senza rivolgersi a nessuno. La violenza è un fenomeno trasversale che tocca i ceti più bassi, come quelli più alti. E’ molto difficile comunque che certe situazioni emergano perché c’è una forte vergogna a dire di aver subito una violenza di qualunque natura.

 

Può raccontarci dei casi particolari che ha seguito in prima persona, senza rivelarci ovviamente l’identità delle vittime in questione?

Abbiamo seguito tantissimi casi e rispecchiano tutti una situazione familiare di grande privazione di ogni tipo di diritto e di consapevolezza di sé. Alla donna viene trasmesso un senso di nullità, di impotenza.

Non posso raccontare casi specifici perché, anche se tutti i casi sono simili, ciascuno di essi ha delle unicità che se rivelate potrebbero rendere identificabile la vittima della violenza che è stata accolta presso le nostre strutture.

 

In una società definita questa sera da Carmen Lasorella “malata, incapace di reagire con i propri anticorpi ai casi di violenza”, il ruolo dei media e dell’informazione qual è?

Il ruolo dei media è fondamentale. Viviamo in una società dove i modelli con cui veniamo bombardati sono donne che hanno una grande indipendenza, con una grande libertà di movimento. Gli uomini ci vengono invece presentati come belli, in gamba, che vogliono tutto. La nostra società, che è una società del consumo, alimenta tutto ciò. Il machismo continua ad emergere. Anche i recenti casi di bullismo a scuola sono collegati. Finché si presenta la persona più forte come quella che riesce a prevaricare sul più debole, noi non riusciremo a sradicare niente. E’ una cosa che va costruita dal basso: bisognerebbe educare già i bambini delle elementari al rispetto. E’ un aspetto dell’educazione che manca.

 

La violenza sulla donna è stata rappresentata dalle opere di alcuni giovani artisti catanesi…

Sono stati splendidi… hanno accolto la nostra richiesta creando delle opere a tema. Abbiamo artisti dalla provincia di Catania, ma c’è anche un quadro che arriva da Torino. E’ stato particolarmente importante coinvolgere una fascia della popolazione che si è interrogata su questo tema e che lo ha rappresentato in un’opera. Ringrazio l’Accademia d’Arte e alcune scuole che siamo riusciti a coinvolgere.

 

Per info: v. Carlo Forlanini, 163 – CT

Tel: 095.7319018 – 329.5608776
E-mail: progettofragilect@yahoo.it

Numero verde: 800.939388

 

 

Link utili:

– Il sito dell’Associazione ‘Penelope’

– Guarda alcune puntate del programma “Visite a domicilio – il nemico in casa” a cura della giornalista Rai Carmen Lasorella
– Maria Grazia Barbagallo racconta la sua opera d’arte

Andrea Deioma

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